I tesori delle testimionianze 1

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Capitolo 29: Camminare nella luce

Vidi che il popolo di Dio vive troppo spesso come sotto una cappa. Dio non desidera che esso viva nell’incredulità. Gesù è luce e in lui non ci sono tenebre; i suoi figli sono i figli della luce. Trasformati a sua immagine, sono stati chiamati “dalle tenebre alla sua meravigliosa luce”. Come il Cristo, anche i suoi discepoli non devono camminare nelle tenebre ma possedere la luce della vita. Più il popolo di Dio cercherà di imitare il Cristo, più sarà perseguitato dal nemico. La comunione con il Salvatore gli darà la forza di resistere agli attacchi di Satana che vuole allontanarlo dal Maestro. TT1 112.1

Mi fu mostrato che abbiamo la tendenza a paragonarci gli uni con gli altri, prendendoci come modelli, mentre abbiamo in Cristo un punto di riferimento sicuro e infallibile. I figli di Dio non devono misurarsi con gli standard della società, valutarsi in base alle opinioni degli uomini, né tanto meno secondo ciò che erano prima di conoscere il messaggio della verità. La nostra fede e la nostra posizione nella società le dobbiamo paragonare con ciò che avrebbero dovuto essere se avessimo seguito un cammino progressivo e ascendente dal momento in cui abbiamo deciso di essere discepoli del Cristo. È questo l’unico confronto possibile. Qualsiasi altra alternativa sarebbe deludente. Se il carattere morale e lo stato spirituale dei figli di Dio non corrispondono alle benedizioni, ai privilegi e alla luce che sono stati accordati loro, il popolo di Dio sarà “pesato e trovato mancante”. TT1 112.2

Sembra che alcuni non abbiano l’esatta consapevolezza del proprio stato. Riconoscono la verità, ma non ne afferrano né l’importanza né le esigenze. Ascoltano la verità, ma non la capiscono perfettamente perché non vi conformano la loro vita e quindi non si santificano con l’ubbidienza. Pertanto rimangono indifferenti e si sentono soddisfatti come se “la nube durante il giorno e la colonna di fuoco durante la notte” li precedessero come segni del favore di Dio. Essi pretendono di conoscerlo e lo rinnegano con le loro opere. Si considerano suoi eletti, il popolo che il Signore si è scelto, ma la sua presenza e la sua potenza salvifica raramente si manifestano in loro. Come sono fitte le tenebre che li circondano! Ma non se ne rendono conto. La luce risplende ed essi non l’apprezzano. Non c’è errore maggiore di quello di far credere agli uomini che sono nel giusto, che Dio accetta le loro opere, mentre essi peccano contro di lui, scambiando l’apparenza della pietà per la sua essenza e la sua potenza; credono di essere ricchi e di non aver bisogno di nulla e invece sono poveri, miserabili, ciechi, nudi e hanno bisogno di tutto. TT1 112.3

Alcuni, pur pretendendo di essere discepoli del Cristo, non si impegnano in attività spirituali, mentre nei vari interessi terreni danno il meglio di se stessi, ambiziosi di raggiungere una meta verso la quale tendono con tutte le forze. Quando si tratta della felicità e della vita eterna, quando tutto è in gioco, agiscono con indifferenza, quasi avessero delegato un altro a vivere per loro, mentre essi restano in attesa del risultato. Che pazzia! Se tutti manifestassero zelo, interesse, fervore per la vita eterna come per le iniziative terrene, risulterebbero vincitori. Vidi che ognuno deve fare un’esperienza personale e agire con coscienza e fedeltà per ottenere la vita eterna. Satana attende il momento propizio per privarci delle preziose benedizioni divine. Il figlio di Dio dovrà lottare strenuamente contro le potenze del male per conservare queste benedizioni e ottenere nuovamente quelle perse per mancanza di vigilanza. TT1 112.4