I tesori delle testimionianze 1

312/336

I beni degli anziani

Queste istituzioni non hanno ricevuto, come altre dello stesso genere, né donazioni né lasciti. Dio, quindi, le ha fatte prosperare e se ne è servito per realizzare il bene. Ci sono fra noi persone anziane che si avvicinano al termine dei loro giorni, ma nessuno si preoccupa che i loro beni siano devoluti all’opera di Dio e che finiscano quindi nelle mani di Satana. Questi capitali erano stati affidati loro da Dio ed essi dovevano restituirli al momento della loro morte. Ma in nove casi su dieci questi fratelli hanno agito in modo tale che Dio non sarà glorificato perché nulla gli verrà restituito. Alcuni sarebbero stati propensi a farlo, ma, consigliati da uomini non consacrati, non hanno preso in considerazione Dio nei loro progetti. L’eredità viene affidata a figli e nipoti, spesso con ripercussioni negative, poiché, non amando Dio né la sua Parola, i beni che appartenevano al Signore passano al nemico che ne dispone a sua discrezione. Satana è molto più vigile, previdente e abile dei nostri fratelli quando si tratta di appropriarsi delle ricchezze che avrebbero dovuto essere restituite al Signore per la proclamazione del suo messaggio. I testamenti vengono redatti con tale trascuratezza che, non rispondendo ai requisiti di legge, l’opera di Dio perde milioni di lire. I nostri fratelli dovrebbero sentirsi responsabili in quanto amministratori di Dio. È necessario agire con saggezza in questo campo, affinché i beni che appartengono a Dio gli vengano restituiti. TT1 375.2

Molti si sentono a disagio e credono di avventurarsi su un terreno proibito quando parlano di eredità a persone anziane o inferme per consigliarle a chi destinare i loro capitali. Ma questa responsabilità è sacra come quella della predicazione del Vangelo. Se un uomo possiede dei beni che il Signore gli ha affidato ed è sul punto di abbandonarne la gestione, li affiderà a uomini che non credono affatto in Dio soltanto perché sono suoi parenti? Ogni credente non dovrebbe interessarsi alla felicità eterna di quest’uomo, come anche alla prosperità dell’opera di Dio, e indurlo a prendere delle decisioni affinché i suoi beni siano consacrati alla diffusione del messaggio evangelico? È giusto che quest’uomo muoia derubando il Signore di ciò che gli appartiene? Sarebbe una grande perdita per lui e per l’opera di Dio affidare il suo denaro a coloro che si disinteressano della Parola di Dio: è come se il suo talento fosse stato seppellito. TT1 375.3

Il Signore desidera che i suoi discepoli dispongano dei loro beni mentre sono in grado di farlo. Alcuni si chiedono: “Dobbiamo privarci di tutto ciò che ci appartiene?” Forse non subito, ma è necessario essere disposti a farlo per amore del Cristo. Riconosciamolo come il Padrone assoluto di tutto ciò che possediamo e utilizziamo i nostri beni con generosità ogni volta che saranno necessari dei fondi per la sua opera. TT1 376.1

Alcuni fanno finta di non sentire quando si sollecita il loro contributo per inviare missionari all’estero o per proclamare la verità e diffonderla come foglie d’autunno in tutte le parti del mondo. Essi tenteranno di giustificare la propria avarizia sostenendo che hanno dato disposizioni affinché i loro beni vengano utilizzati dopo la morte: essi hanno pensato a Dio nel loro testamento. Ecco perché vivono da avari derubando Dio nelle decime e nelle offerte e, tramite il testamento, restituiranno al Signore una piccola parte di ciò che era stato loro affidato a titolo di prestito, mentre la parte più consistente andrà ai parenti che non si interessano affatto delle verità bibliche. È un vero e proprio raggiro. Si tratta di rubare a Dio ciò che gli appartiene, non soltanto in vita ma anche dopo la morte. TT1 376.2