I tesori delle testimionianze 1

310/336

L’uomo: uno strumento di Dio

Su questa terra ogni cosa creata è frutto della generosità di Dio ed espressione del suo amore per l’uomo. Si interessa dei poveri che gli appartengono, così come è legato alla causa della verità. Egli ha affidato dei beni agli uomini affinché i suoi doni divini possano fluire tramite canali umani per la realizzazione del piano della salvezza. Ognuno ha un compito preciso da svolgere nel grande campo mondiale, ma nessuno deve pensare che Dio dipenda dall’uomo. Dio potrebbe dire una parola e far diventare ricco il povero; in un attimo potrebbe guarire l’umanità da ogni malattia; potrebbe dispensare i pastori dall’opera loro assegnata e affidare agli angeli la predicazione; avrebbe potuto scrivere la verità in cielo o imprimerla sulle foglie degli alberi o sui fiori dei campi, oppure proclamarla direttamente dal cielo. Ma Dio, nella sua saggezza infinita, non ricorre a nessuno di questi mezzi. Egli sa che l’uomo deve avere degli obiettivi da realizzare perché la vita possa essere una benedizione per lui. L’oro e l’argento appartengono a Dio ed egli potrebbe farli piovere dal cielo, se lo volesse; invece l’Eterno ha nominato l’uomo suo amministratore, gli ha affidato dei capitali non perché siano accantonati, ma perché vengano utilizzati per il bene di coloro che lo circondano. Egli trasforma l’uomo in un canale per la trasmissione delle sue benedizioni sulla terra. Dio elaborò il piano dell’economato cristiano perché l’uomo potesse diventare generoso e altruista come il suo Creatore e un giorno condividere una ricompensa eterna e gloriosa. TT1 372.1

Dio agisce tramite l’uomo. Chiunque può riuscire a risvegliare la coscienza degli uomini, a indurli a compiere buone opere, a suscitare in essi un vivo interesse per lo sviluppo dell’opera grazie allo Spirito di Dio. Le promesse fatte in circostanze simili rivestono un carattere sacro perché sono frutto dello Spirito di Dio e, quando vengono adempiute, Dio accetta l’offerta e accredita a questi generosi amministratori ciò che essi hanno investito nella banca celeste. Si gettano, così, fondamenta stabili; si edifica in vista dell’eternità. TT1 372.2

Quando, invece, la presenza dello Spirito non è più percepita così chiaramente e la mente inizia a soffermarsi su realtà di natura temporale, nasce la tentazione di mettere in dubbio il valore dell’obbligo assunto spontaneamente. Cedendo alle tentazioni di Satana, gli uomini pensano che siano state esercitate su di loro delle pressioni, che abbiano agito in seguito all’eccitazione del momento, che la richiesta di denaro per sostenere l’opera di Dio sia stata eccessiva; pensano di essere stati indotti a prendere un impegno senza comprenderne bene la ragione e quindi nasce in loro il desiderio di esserne sciolti. I pastori hanno forse la facoltà di accettare queste scuse e dire: “Sì, voi non siete tenuti a mantenere la promessa; voi siete sciolti dai voti fatti”? Se lo facessero, diventerebbero partecipi del peccato di cui si macchia chi si sottrae a un dovere sacro. TT1 372.3

Una chiesa è responsabile degli impegni presi dai suoi membri. Se ci si rende conto che un fratello trascura di adempiere un voto, si deve agire nei suoi confronti con accortezza e franchezza. Qualora egli non sia in grado di soddisfare l’impegno preso, ma è un membro di chiesa fedele, la chiesa può aiutarlo. Il problema sarà risolto e tutti ne riceveranno una benedizione. TT1 372.4

Dio vuole che i membri della sua chiesa considerino i propri obblighi nei suoi confronti come obblighi tassativi, dello stesso valore di quelli che sono stati contratti con un qualsiasi creditore. Ognuno esamini la propria vita: cerchi di individuare quegli impegni che sono stati trascurati e decida di assolverli perché tutti dobbiamo affrontare la sentenza finale del tribunale di Dio in cui soltanto l’onestà e la verità ci permetteranno di sussistere. TT1 372.5