I tesori delle testimionianze 1

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La sacra responsabilità delle sentinelle

“Ora, o figliuol d’uomo, io ho stabilito te come sentinella per la casa d’Israele; quando dunque udrai qualche parola dalla mia bocca, avvertili da parte mia”. Ezechiele 33:7. Le sentinelle hanno bisogno di vivere in stretto contatto con Dio, di udire la sua parola e di essere animate dal suo Spirito, affinché la gente non conti inutilmente su di loro. “Quando avrò detto all’empio: Empio, per certo tu morrai! e tu non avrai parlato per avvertir l’empio che si ritragga dalla sua via, quell’empio morrà per la sua iniquità, ma io domanderò conto del suo sangue alla tua mano. Ma, se tu avverti l’empio che si ritragga dalla sua via, e quegli non se ne ritrae, esso morrà per la sua iniquità, ma tu avrai scampato l’anima tua”. Ezechiele 33:8, 9. Gli ambasciatori del Cristo devono fare attenzione ed evitare che, in seguito alla loro infedeltà, non perdano le loro anime e quelle di quanti li ascoltano. TT1 360.1

Mi furono mostrate le chiese di varie zone: pur affermando di osservare i comandamenti di Dio e di attendere il ritorno del Cristo, sono caratterizzate da un notevole livello di indifferenza, orgoglio, amore per il mondo e freddo formalismo. Ben presto assomiglieranno all’antico Israele per la loro mancanza di vera religiosità. Molti parlano di devozione ma non sanno controllarsi: si lasciano coinvolgere dagli appetiti e dalle passioni e così prevale l’egoismo. Molti sono dispotici, dittatoriali, superbi, spavaldi, orgogliosi, non consacrati. Eppure alcune di queste persone sono pastori, incaricati di annunciare le verità più sacre. Se non si pentiranno, il loro candelabro sarà rimosso dal suo luogo. Cfr. Apocalisse 2:5. La maledizione che il Salvatore pronunciò sul fico sterile è un messaggio per tutti i formalisti, per tutti gli ipocriti che ostentano agli occhi del mondo un fogliame che nasconde l’assenza di frutti. Questo è un rimprovero per coloro che hanno solo l’apparenza della religiosità, mentre la loro vita ne nega la potenza! Colui che trattava con tenerezza anche il più grande dei peccatori, colui che non respinse mai la vera umiltà e il pentimento, per grave che fosse l’errore commesso, non esitò a pronunciare una sentenza di condanna su coloro che parlavano di religiosità e con le opere rinnegavano la propria fede. TT1 360.2