I tesori delle testimionianze 1

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Capitolo 87: Essere generosi

Dio elargirà le sue benedizioni ai fedeli di... che hanno a cuore l’opera di Dio. Le offerte spontanee dei nostri fratelli e sorelle, fatte con fede e con amore per il Redentore crocifisso, assicureranno loro delle benedizioni, perché Dio nota ogni gesto e ricorda ogni atto di generosità da parte dei suoi figli. Nell’allestire un luogo di culto si deve dimostrare fede e fiducia nell’Eterno. Se nel campo degli affari chi non rischia nulla realizza ben poco, perché non aver fede in un’iniziativa compiuta nel nome di Dio e perché non fare degli investimenti in favore della sua opera? TT1 314.1

Alcuni, quando sono poveri, sono generosi; non appena arricchiscono, diventano avari. Hanno così poca fede perché non continuano a dare, con spirito di sacrificio, per l’opera del Signore nella misura della prosperità raggiunta. TT1 314.2

Nell’economia ebraica si richiedeva che la generosità si manifestasse innanzitutto nei confronti di Dio. Alla mietitura e alla vendemmia i primi frutti del campo — grano, vino e olio — dovevano essere consacrati con un’offerta al Signore, mentre la spigolatura e i bordi dei campi erano riservati ai poveri: il misericordioso Padre celeste non trascurava i bisogni del povero. La prima lana della tosatura delle pecore, i primi chicchi di grano della mietitura dovevano essere offerti all’Eterno, mentre i poveri, le vedove, gli orfani e i forestieri erano invitati alla festa. Alla fine di ogni anno, poi, tutti dovevano affermare solennemente se avevano messo in pratica l’ordine divino. TT1 314.3

Questa scelta era stata fatta dal Signore per far capire al popolo che l’Eterno doveva essere al primo posto in ogni cosa. Con questo sistema di beneficenza essi dovevano ricordarsi che il loro generoso Sovrano era il vero proprietario dei campi e delle greggi; era lui che inviava dal cielo il calore del sole e la pioggia per la semina e per la mietitura e tutto ciò che possedevano era frutto della sua creazione divina. Tutto apparteneva al Signore ed essi erano gli amministratori dei suoi beni. TT1 314.4

La disponibilità degli ebrei in occasione della costruzione del tabernacolo prima e del tempio poi manifesta una generosità che non trova riscontro fra i cristiani delle epoche successive. Liberati dalla dura schiavitù d’Egitto, gli ebrei avevano vagato nel deserto; appena liberati dall’esercito egiziano, che li inseguiva, l’Altissimo aveva ordinato a Mosè: “...Di’ ai figliuoli d’Israele che mi facciano un’offerta; accetterete l’offerta da ogni uomo che sarà disposto a farmela di cuore”. Esodo 25:1, 2. TT1 314.5

Il popolo non disponeva di molte risorse e non poteva contare su grandi prospettive, ma aveva un obiettivo: la costruzione di un tabernacolo a Dio. Il Signore aveva parlato e gli israeliti dovevano ubbidire alla sua voce: non trattennero nulla e con generosità non offrirono soltanto una piccola parte dei loro beni, ma quasi tutto ciò che possedevano. Essi consacrarono al Signore, con gioia ed entusiasmo, ciò che avevano e l’Eterno gradì questo loro gesto. Non apparteneva tutto a lui? Non era stato lui a donare loro ciò che avevano? Se egli lo richiedeva non era forse loro dovere restituire tutto al legittimo Proprietario? TT1 314.6

Non fu necessario esercitare nessuna pressione perché il popolo offrì più di quanto era stato richiesto, tanto che fu invitato a smettere perché era già stato raccolto più di ciò che era necessario. Anche nella costruzione del tempio la richiesta di denaro trovò una sollecita risposta: il popolo non offrì con riluttanza, anzi era felice all’idea che venisse costruito un edificio per il culto di Dio e donò più di quanto questo progetto prevedesse. Davide benedisse il Signore davanti a tutta la comunità e disse: “Poiché chi son io, e chi è il mio popolo, che siamo in grado di offrirti volenterosamente cotanto? Giacché tutto viene da te; e noi t’abbiam dato quello che dalla tua mano abbiam ricevuto”. 1 Cronache 29:14. Poi ringraziò il Signore con queste parole: “O Eterno, Dio nostro, tutta quest’abbondanza di cose che abbiam preparata per edificare una casa a te, al tuo santo nome, viene dalla tua mano, e tutta ti appartiene”. 1 Cronache 29:16. TT1 315.1

Davide aveva compreso molto bene da chi provenivano tutti i suoi beni. Anche oggi coloro che accettano l’amore del Salvatore devono comprendere che le loro ricchezze appartengono al Signore e che devono essere utilizzate alla sua gloria e non essere trattenute per arricchire se stessi e soddisfare i propri interessi! Dio ha un preciso diritto su tutto ciò che ha affidato ai suoi figli: tutto quello che possiedono è suo. TT1 315.2

Vi sono obiettivi elevati e santi che richiedono l’impiego di mezzi economici. Il denaro investito in questa direzione farà nascere nel donatore una gioia più grande e permanente di quella che egli proverebbe investendo per una semplice soddisfazione personale o per una sete egoistica di guadagno. Quando Dio richiede i nostri beni, qualunque sia il loro valore, la risposta spontanea trasforma il dono in un’offerta a lui consacrata e assicura al donatore un tesoro in cielo che nulla può corrompere e che nessun ladro può rubare. L’investimento è al sicuro: il denaro è conservato in “borse che non hanno buchi”, è ben protetto. TT1 315.3

I cristiani, che si vantano di possedere una conoscenza maggiore degli ebrei, possono essere meno generosi? I cristiani che vivono alla fine dei tempi possono sentirsi soddisfatti delle offerte che danno, quando esse sono la metà di quelle che davano gli israeliti? La loro generosità era in funzione dello sviluppo della loro nazione, mentre l’opera degli ultimi tempi si estende al mondo intero. Il messaggio della verità deve giungere a tutte le nazioni, lingue e popoli; le pubblicazioni, in varie lingue, devono essere diffuse come le foglie d’autunno. TT1 315.4