I tesori delle testimionianze 1

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In tutto il mondo

Incontreremo un’opposizione determinata da motivi egoistici, da bigottismo e da pregiudizi, ma con grande coraggio e fede profonda dobbiamo seminare ovunque. Gli agenti di Satana sono forti, ma dobbiamo affrontarli e combatterli. La nostra attività non deve limitarsi al nostro paese, perché il campo è il mondo ed è giunto il tempo del raccolto. L’ordine dato dal Cristo ai discepoli, poco prima di salire al cielo, è stato: “...Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”. Marco 16:15. TT1 264.3

Siamo molto rattristati nel vedere alcuni dei nostri pastori che viaggiano da una chiesa all’altra, apparentemente facendo notevoli sforzi, ma non avendo praticamente nulla da presentare come risultato del loro lavoro. Il campo è il mondo. È necessario che si rivolgano ai non credenti e si impegnino per trasmettere il messaggio della verità agli uomini. Noi ricordiamo ai nostri fratelli e sorelle l’esempio di Abramo che salì sul monte Moria per offrire suo figlio, secondo l’ordine di Dio. Questa è l’ubbidienza! Questo è il sacrificio! Mosè viveva alla corte d’Egitto e poteva sperare di diventare un giorno faraone. Ma rinunciò a quella prospettiva allettante e “...rifiutò d’esser chiamato figliuolo della figliuola di Faraone, scegliendo piuttosto d’esser maltrattato col popolo di Dio, che di godere per breve tempo i piaceri del peccato; stimando egli il vituperio di Cristo ricchezza maggiore de’ tesori d’Egitto, perché riguardava alla rimunerazione”. Ebrei 11:24-26. TT1 264.4

Gli apostoli non erano attaccati alla loro vita e si rallegravano di essere considerati degni di soffrire in nome del Cristo. Paolo e Sila persero tutto. Dopo essere stati percossi vennero brutalmente gettati sul freddo suolo di una cella sotterranea, con i piedi legati ai ceppi. Il carceriere non udì nessun lamento; anzi, da quel cunicolo interno del carcere delle voci ruppero il silenzio della notte: erano dei canti di gioia e di lode che salivano a Dio. Quei discepoli, sostenuti da un profondo e sincero amore per il Redentore, erano lieti di soffrire in favore della sua opera. TT1 265.1

Se la verità divina riempie i nostri cuori, assorbe i nostri affetti e guida la nostra vita, le sofferenze saranno affrontate con gioia. Né le mura di un carcere né il ceppo del martirio potranno frenarci od ostacolarci in questa grande opera. TT1 265.2

Contempliamo la scena del Calvario, consideriamo l’umile vita del Figlio di Dio: “...uomo di dolore, familiare col patire...” Isaia 53:3. Meditiamo sulle infamie subite, sulla sua agonia nel Getsemani e impariamo che cos’è la rinuncia! Forse siamo in difficoltà? Anche il Cristo lo è stato, proprio lui, il Sovrano del cielo. Egli si è fatto povero per amor nostro. Forse siamo ricchi? Anch’egli lo era. Eppure ha accettato, per amor nostro, di diventare povero affinché, grazie alla sua povertà, potessimo diventare ricchi. In Cristo abbiamo l’esempio della rinuncia. Il suo sacrificio non consisteva semplicemente nel lasciare il cielo, nell’essere trattato da uomini malvagi come un criminale, essere condannato e giustiziato come un malfattore e portare su di sé il peso dei peccati del mondo. La vita del Cristo condanna la nostra indifferenza e la nostra freddezza. Noi siamo giunti alla fine dei tempi, all’epoca in cui Satana manifesta la sua ira sapendo che ha poco tempo. Egli fa tutto il possibile per condurre gli uomini alla perdizione. Dio ci ha affidato il compito di lottare con tutta la nostra forza. Non facciamo neppure la minima parte di quel che potremmo se fossimo veramente consapevoli della missione da compiere; lo sviluppo dell’opera è ritardato dall’amore per le comodità e dalla mancanza di quello spirito di sacrificio che ha dimostrato il nostro Salvatore. TT1 265.3

Occorrono dei collaboratori del Cristo, degli uomini che si rendano conto della necessità di impegnarsi maggiormente. L’attività delle nostre case editrici non deve essere rallentata, ma raddoppiata. Si devono organizzare delle scuole in vari luoghi affinché i nostri giovani possano prepararsi in vista della proclamazione del messaggio del Vangelo. TT1 265.4

È già stato perso molto tempo e gli angeli hanno registrato la nostra trascuratezza. La nostra apatia e la nostra mancanza di consacrazione ci hanno fatto perdere di vista le preziose occasioni che Dio ci ha offerto tramite coloro che erano in grado di aiutarci. Quanto avremmo bisogno di una Hannah More che collabori nel nostro programma di evangelizzazione di altre nazioni! La sua grande conoscenza dei territori missionari ci permetterebbe di entrare in paesi di cui non conosciamo la lingua. Dio aveva permesso che collaborasse con noi per colmare le nostre insufficienze, ma noi non abbiamo saputo apprezzarla ed egli, allora, ce l’ha tolta. Ella riposa, ma le sue opere sono una testimonianza in suo favore. È deplorevole il fatto che la nostra opera missionaria sia ritardata perché non sappiamo come raggiungere le varie nazioni e località della terra.2 TT1 265.5

Sono profondamente dispiaciuta al pensiero di quei doni che abbiamo perso, mentre avremmo potuto utilizzarli se fossimo stati più sensibili. Alcuni operai sono stati richiamati dai campi dove era giunto il tempo della mietitura. Il popolo di Dio deve umiliarsi davanti all’Altissimo e pregare il Signore perché egli perdoni la nostra apatia, la nostra indulgenza egoistica e cancelli il ricordo doloroso dei doveri trascurati e dei privilegi non sfruttati. Contemplando la croce del Calvario il vero cristiano rinuncerà all’idea di limitare le sue offerte al superfluo e percepirà il chiaro invito di andare a lavorare nella “vigna del Signore”. Quando Gesù stava per salire al cielo, disse ai discepoli: “...Andate per tutto il mondo e predicate l’evangelo ad ogni creatura”. Marco 16:15. “...Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. Matteo 10:8. Vogliamo rinunciare a noi stessi affinché “il grano possa essere raccolto”? TT1 266.1

Dio ha bisogno del nostro influsso e dei nostri beni. Rifiuteremo di ubbidire? Il nostro Padre celeste ci benedice materialmente e chiede una parte dei beni che ci ha affidato per metterci alla prova e vedere se noi siamo degni o meno di ricevere il dono della vita eterna. TT1 266.2

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Dio gradisce le offerte dei bambini. Il loro valore sarà proporzionato allo spirito che le determina. Il povero, nel seguire la regola indicata dall’apostolo, che consiste nel mettere da parte ogni settimana una piccola somma, contribuisce ad accrescere il tesoro di Dio. I suoi doni sono apprezzati dal Signore perché egli compie dei sacrifici maggiori di quelli fatti dai fratelli più facoltosi. Il piano della generosità sistematica preserverà ogni famiglia dalla tentazione di spendere il suo denaro per cose inutili e rappresenterà una particolare benedizione per il ricco perché gli permetterà di non lasciarsi andare a stravaganze. — Testimonies for the Church 3:412 (1875). TT1 266.3