I tesori delle testimionianze 1

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La decima rappresenta un peso?

Alcuni considerano questa legge come una delle più dure per gli ebrei. In realtà tutto ciò non rappresentava un peso per colui che amava Dio. Lo diventava quando l’egoismo si rafforzava; trattenendo ciò che spettava al Signore, gli uomini perdevano di vista i valori eterni e attribuivano ai beni terreni un’importanza maggiore della salvezza degli uomini. Per il popolo di Dio degli ultimi tempi si presentano necessità ancora più urgenti di quelle che incombevano sull’antico Israele, perché in un tempo brevissimo deve essere compiuta un’opera vasta e importante. Dio non ha mai voluto che il principio della decima perdesse la sua importanza per il suo popolo; anzi, egli voleva che lo spirito di sacrificio si estendesse e si approfondisse in vista dell’opera finale. TT1 258.1

La generosità sistematica non deve diventare una costrizione sistematica. Solo le offerte volontarie sono gradite a Dio. La vera generosità cristiana scaturisce da un amore riconoscente. L’amore per il Cristo non può essere disgiunto da un corrispondente amore nei confronti di coloro che è venuto a redimere. L’amore per il Cristo deve essere un principio che domina l’intero essere, un principio che controlla tutte le emozioni e le energie. L’amore che redime dovrebbe risvegliare tutto l’affetto e tutta l’abnegazione che possono esistere nel cuore dell’uomo. Quando questo si verifica, non saranno più necessari gli appelli per vincere l’egoismo, risvegliare la sensibilità e ottenere offerte generose in favore dell’opera di Dio. TT1 258.2

Gesù ci ha riscattati con un sacrificio di un valore inestimabile e quindi tutte le nostre capacità, l’influsso che possiamo esercitare gli appartengono e devono essere messi a sua completa disposizione. In questo modo manifesteremo la nostra gratitudine nei confronti di colui che ci ha riscattati dalla schiavitù del peccato con l’offerta del proprio sangue. Il Salvatore agisce sempre in nostro favore. Asceso in cielo, intercede per noi presentando al Padre le sue sofferenze sulla croce. Egli mostra le mani ferite e intercede per la sua chiesa affinché essa possa resistere alla tentazione. TT1 258.3

Se le nostre facoltà potessero essere potenziate per permetterci di comprendere tutta la portata di questa meravigliosa opera compiuta dal Salvatore per la nostra redenzione, i nostri cuori sarebbero pervasi da un amore profondo e ardente e quindi saremmo preoccupati per la nostra apatia e per la nostra indifferenza. L’amore motiverebbe la nostra consacrazione e la nostra generosità; in questo modo, anche la più piccola offerta, data con entusiasmo, avrebbe un valore infinito. Dopo aver donato spontaneamente al nostro Maestro tutto ciò che potevamo offrire, qualunque fosse il suo valore per noi, considerando il nostro debito di riconoscenza nei confronti di Dio, le nostre offerte ci sembreranno veramente insignificanti. Gli angeli, però, prenderanno in considerazione queste offerte, che a noi sembrano così misere, le presenteranno davanti al trono di Dio ed esse saranno accettate. TT1 258.4

In quanto discepoli del Cristo non ci rendiamo conto della nostra vera posizione. Non abbiamo un’esatta visione delle nostre responsabilità come collaboratori di Gesù. Egli ha scontato la nostra pena tramite la sua vita di sofferenze e ha sparso il suo sangue per unirci a lui. Tutti i favori di cui godiamo ci sono stati accordati dal nostro Salvatore. Egli ci ha scelto come suoi amministratori. Le nostre offerte più modeste, i nostri servizi più umili, se presentati con fede e amore, possono essere considerati dei doni utilizzati per guidare altri al servizio del Maestro ed esaltare la sua gloria. L’interesse e la prosperità del regno del Cristo dovrebbero essere anteposti a tutto. Quelli che fanno del proprio piacere e del proprio interesse egoistico i principali obiettivi della vita non sono amministratori fedeli. TT1 258.5

Chi rinuncia a se stesso, in favore del bene degli altri, e si consacra al servizio del Cristo con tutto ciò che possiede, proverà quella felicità che l’egoista persegue invano. Il Salvatore disse: “Così dunque ognun di voi che non rinunzi a tutto quello che ha, non può esser mio discepolo”. Luca 14:33. La carità “non ricerca il proprio interesse”. Essa è il frutto dell’amore e della generosità disinteressata che caratterizzavano la vita del Cristo. Con la legge di Dio nei nostri cuori subordineremo i nostri interessi alle realtà eterne. TT1 259.1