La Storia Della Redenzione
Nella terra dei Filistei
Il Signore non abbandonò completamente gli israeliti. Essi non sarebbero stati offesi a lungo dall’esultanza dei pagani. Colui che si era servito dei filistei per punire Israele, ora impiegava l’arca per punire loro. Quel Dio che nel passato aveva rivelato la sua presenza attraverso l’arca, dando forza e gloria al suo popolo ubbidiente, ora avrebbe seminato il terrore e la distruzione fra i trasgressori della sua santa legge. SDR 131.1
I filistei, trionfanti, trasportarono l’arca ad Asdod, una delle cinque città principali, e la posero nella casa del loro dio Dagon immaginando che il potere che precedentemente aveva accompagnato l’arca fosse a loro disposizione, e che unito a quello di Dagon, li avrebbe resi invincibili. Il giorno dopo, entrando nel tempio, videro uno spettacolo che li gettò nella costernazione. Dagon era caduto con la faccia a terra davanti all’arca dell’Eterno. I sacerdoti allora sollevarono con timore l’idolo e lo rimisero al suo posto. Ma l’indomani lo trovarono stranamente mutilato e disteso a terra davanti all’arca con la faccia a terra, e la testa di Dagon e le sue due mani furono tagliate. SDR 131.2
Gli angeli di Dio, che avevano sempre accompagnato l'arca, mutilarono il dio Dagon, al fine di mostrare che Dio, il Dio vivente, era al di sopra di tutti gli dei, e che prima di Lui ogni Dio pagano era come nulla. I pagani avevano una grande riverenza per il loro dio, Dagon; e quando lo trovarono rovinosamente mutilato e disteso sulla sua faccia davanti all'arca di Dio, furono tristi e lo considerarono un pessimo presagio per i Filistei. Fu interpretato da loro che i Filistei e tutti i loro dei sarebbero stati ancora sottomessi e distrutti dagli Ebrei, e il Dio degli Ebrei sarebbe stato più grande e più potente di tutti gli dei. I sacerdoti e il popolo, spaventati, interpretarono questo evento misterioso come un presagio della fine di loro stessi e dei loro idoli per opera del Dio degli ebrei. Allontanarono quindi l’arca dal loro tempio, mettendola in un edificio isolato. SDR 131.3
Durante i sette mesi in cui l’arca rimase tra i filistei, e in mezzo alla loro gioia per il loro successo si udì un lamento in tutto il paese. Invece di rappresentare una forza in loro favore, l’arca si era dimostrata una grave maledizione. Essa, quindi fu spostata da un luogo all'altro con terrore, e la distruzione da parte di Dio seguì il suo corso; ma gli angeli che l’accompagnavano, la proteggevano da ogni male. I Filistei non osarono aprire la cassa, perché avendo visto qual era stato il destino di Dagon, avevano paura di toccarla e perfino di trattenerla vicino a loro. SDR 131.4
Non sapendo come comportarsi, il popolo convocò i prìncipi della nazione, i sacerdoti e i maghi per domandare loro con impazienza: “...Che faremo dell’arca dell’Eterno? Insegnateci il modo di rimandarla al suo luogo”. 1 Samuele 4:2. Secondo i sacerdoti bisognava restituirla insieme a una preziosa offerta di riparazione. Essi infatti dissero: “...Allora guarirete, e così saprete perché la sua mano non abbia cessato d’aggravarsi su voi”. 1 Samuele 4:3 Dovevano anche capire che la mano di Dio era su di loro perché avevano preso la sua arca, che apparteneva solo a Israele. SDR 132.1