Cristo Innalzato Come Figlio Di Dio

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Aiutanti pastori, 28 luglio

Pascete il gregge di Dio che è fra voi, sorvegliandolo non per forza, ma volentieri, non per avidità di guadagno ma di buona volontà. 1 Pietro 5:2 CIF 219.1

Il Grande Pastore ha i Suoi aiutanti ai quali delega la cura delle Sue pecore e agnelli. Il primo compito che Gesù affidò a Pietro, fu di nutrire gli agnelli. Questo era un lavoro in cui Pietro aveva poca esperienza. Qui si richiedeva grande cura e tenerezza, molta pazienza e perseveranza nel seguire i bambini e i giovani, nell’insegnare agli illetterati le Scritture e a educarli essere utili nel servizio di Cristo. Finora Pietro non era atto per fare questo, né capirne l’importanza. La domanda che Cristo rivolse a Pietro è stata significativa, menzionando solo qual è la condizione di discepolato nell’opera. “Mi vuoi bene” — lo chiese. Questa è qualifica essenziale. CIF 219.2

Sebbene Pietro potesse possedere ogni altra virtù, senza l’amore per Cristo non poteva essere un fedele pastore del gregge del Signore. Conoscenza, benevolenza, eloquenza, gratitudine e zelo, sono fondamentali aiuti nel buon lavoro; senza l’amore per Gesù nel cuore, il lavoro del ministro cristiano si rivelerà un fallimento. La lezione che Cristo gli ha insegnato, Pietro ha portato con sé per il resto della sua vita. Scrivendo alle chiese, disse: “Esorto gli anziani che sono fra voi, io che sono anziano con loro e testimone delle sofferenze di Cristo e che sono anche partecipe della gloria che dev'essere rivelata: pascete il gregge di Dio che è fra voi, sorvegliandolo non per forza, ma volentieri, non per avidità di guadagno ma di buona volontà, e non come signoreggiando su coloro che vi sono affidati, ma essendo i modelli del gregge. E quando apparirà il sommo pastore, riceverete la corona della gloria che non appassisce”. 1 Pietro 5:1-4 CIF 219.3

La pecora che si è allontanata dall’ovile è la più indifesa di tutte le creature. Deve essere cercata, perché da sola non è in grado di tornare. Quindi, ogni anima che si è allontanata da Dio, è indifesa come la pecora smarrita; a meno che l’amore divino non venga in suo aiuto, non potrà mai trovare la via di ritorno verso Dio. Quindi, con quale compassione e tenacia un pastore dovrebbe cercare anime perse... Certo, questo significa sopportare disagio fisico e il sacrificio. Significa avere una tenera sollecitudine, una divina compassione e tolleranza. Significa avere un buon udito per ascoltare con simpatia il richiamo di disperazione e miseria. Il vero spirito del vero pastore è in assoluto l’abnegazione e generosità. GW 182-184 CIF 219.4