Cristo Innalzato Come Figlio Di Dio

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Il Pastore guida il Suo gregge, 9 luglio

E, quando ha fatto uscire le sue pecore, va davanti a loro; e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. Giovanni 10:4 CIF 200.1

“Egli chiama le proprie pecore per nome e le mena fuori... e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce”. Giovanni 10:3, 4. Il pastore in Oriente non sospinge le pecore e non ricorre alla forza o alla paura, ma va avanti e le chiama. Esse conoscono la sua voce e ubbidiscono al suo richiamo. Il buon Pastore agisce nella stessa maniera verso le pecore. Le Scritture affermano: “Tu conducesti il tuo popolo come un gregge, per mano di Mosè e d’Aaronne”. Salmi 77:20. Gesù dichiara tramite i profeti: “Io t’amo d’un amore eterno; perciò ti prolungo la mia bontà”. Geremia 31:3. Non costringe nessuno a seguirlo, ma afferma: “Io li attiravo con corde umane, con legami d’amore”. Osea 11:4 Chi segue Gesù non lo fa per paura del castigo o per la speranza della ricompensa eterna. Egli contempla l’amore puro del Salvatore come si è manifestato nella sua vita terrena, dalla mangiatoia di Betlemme sino alla croce del Calvario, e quella visione intenerisce e conquista il cuore. Così nasce l’amore. Ha udito la sua voce e lo segue. Come il pastore precede il gregge e affronta per primo i pericoli del cammino, così Gesù si comporta con il suo popolo. “Quando ha messo fuori tutte le sue pecore, va innanzi a loro”. Giovanni 10:4. La via che conduce al cielo è stata consacrata dalle impronte del Salvatore. Il sentiero può essere ripido e difficile, ma Gesù ha già percorso quella strada; i suoi piedi hanno calpestato le spine affinché il cammino fosse più agevole per noi. Egli stesso ha già portato ogni peso che noi siamo chiamati a portare. Gesù, sebbene sia asceso al cielo alla presenza di Dio e condivida il trono dell’universo, nutre la stessa compassione che aveva in passato. Anche oggi considera tutte le sventure dell’umanità con la stessa tenerezza e simpatia. Quella mano che è stata trafitta, è aperta per riversare con abbondanza le sue benedizioni sul suo popolo disperso nel mondo. “Non periranno mai, e nessuno le rapirà dalla mia mano”. Giovanni 10:28. Gesù considera chi si affida a lui più prezioso del mondo intero. Il Salvatore sarebbe disposto, per salvare un uomo e introdurlo nel suo regno, a passare di nuovo attraverso l’agonia del Calvario. Non abbandonerà mai nessuno per il quale è morto. Finché i suoi discepoli non decidono di lasciarlo, Egli li sostiene. In tutte le prove abbiamo un Salvatore il cui aiuto non verrà mai meno. Egli non ci lascia soli nella lotta contro la tentazione, nella battaglia contro il male e non permette che siamo schiacciati dalle preoccupazioni e dai dolori. Sebbene gli occhi terreni non possano vederlo, l’orecchio della fede può udirlo, mentre ci incoraggia a non avere paura perché Egli è con noi. “Io sono... il Vivente; e fui morto, ma ecco son vivente per i secoli dei secoli”. Apocalisse 1:18. DA 480-483 CIF 200.2