Contemplare La Vita Di Cristo

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Pur soffrendo, Paolo e Sila cantano, 24 novembre

Verso la mezzanotte Paolo e Sila pregavano e cantavano inni a Dio; e i prigionieri li udivano. Improvvisamente si fece un gran terremoto, tanto che le fondamenta della prigione furono scosse: e in quell’istante tutte le porte si aprirono e le catene di tutti si sciolsero. CC 338.1

Atti 16:25,26 CC 338.2

Mentre i messaggeri della croce erano impegnati nel lavoro d’insegnamento, una donna posseduta da uno spirito indovino, li seguiva, gridando: Questi uomini sono servitori dell’Iddio altissimo, e vi annunziano la via della salvezza. Così fece per molti giorni. (Atti 16:17) La dichiarazione di questa donna danneggiava la causa della Verità, perché distraeva le menti del popolo dagli insegnamenti degli apostoli e portava discredito al Vangelo...La gente era convinta che quelle parole erano dovute alla potenza e allo Spirito di Dio...Allora, sotto l’ispirazione dello Spirito Santo, gli apostoli comandarono allo spirito malvagio di lasciare la donna, ed ella tacque immediatamente... La liberazione da quello spirito malvagio aveva ridato alla donna il pieno controllo delle sue facoltà. Ella aveva scelto di diventare una seguace di Cristo. I suoi padroni si allarmarono perché la sua conversione minacciava i loro affari. Essi videro svanite la speranza di ricavare del denaro dalla sua arte, e si resero conto che se fosse stato permesso agli apostoli di evangelizzare, la loro fonte di guadagno si sarebbe estinta CC 338.3

Allora gli apostoli furono condotti dinanzi ai magistrati. Questi uomini, che sono Giudei, perturbano la nostra città, e predicano dei riti che non è lecito a noi che siamo Romani né di ricevere, né di osservare. (Atti 16:20,219 Lo spirito rissoso della plebaglia prevalse e le autorità dopo aver strappato i vestiti agli apostoli, ordinarono che fossero frustrati. E, dopo averli battuti con molti colpi, li gettarono in prigione, comandando al carceriere di tenerli al sicuro. Questi, ricevuto un tale ordine, lì gettò nella parte più interna della prigione e fissò i loro piedi ai ceppi. (Atti 16:23,24) CC 338.4

La loro cella era buia e tetra, eppure non mancavano d’incoraggiarsi pregando e cantando inni di lode a Dio perché erano stati reputati degni di soffrire tali pene per amor suo. I lor cuori erano confortati da un profondo e ardente amore per la causa del loro Redentore...Gli altri prigionieri si stupirono nell’udire i canti e le preghiere. Mai prima avevano udito parole di preghiera e di lode scendere da quell’oscura cella... Il carceriere frastornato cadde in un sonno da cui fu svegliato al terremoto. Si alzò pieno di terrore, e vide che le porte della prigione erano aperte e che i carcerati fossero fuggiti... Era certo che avrebbe pagato cara la sua apparente infedeltà...Tratta fuori la spada, il carceriere stava per ucciderci, quando udì la voce di Paolo pronunciare le confortanti parole: Non ti far male alcuno perché tutti siamo qui! (Atti 16:28) Il carceriere lascio cadere la spada...Poi, uscendo fuori nel cortile, chiese: Signori, cosa devo fare per essere salvato? CC 338.5

The Acts of the Apostles, pp.212-216 CC 338.6