Profeti e re

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Capitolo 47: Giosuè e l’angelo

I rapidi progressi nella costruzione del tempio sconcertarono e allarmarono le forze del male. Satana decise allora di intensificare i suoi sforzi per indebolire e scoraggiare il popolo di Dio sottolineando i suoi difetti. Se coloro che avevano a lungo sofferto a causa delle loro trasgressioni fossero stati indotti a trasgredire nuovamente i comandamenti di Dio, sarebbero tornati a essere schiavi del peccato. PR 292.1

Gli israeliti, scelti per diffondere la conoscenza di Dio sulla terra, costituivano il bersaglio dell’odio di Satana, deciso più che mai a provocarne la distruzione. Nella misura in cui fossero rimasti fedeli il principe del male non poteva nuocere in alcun modo. Concentrò così tutte le sue forze e tutte le sue seduzioni per raggiungere i suoi obiettivi. Essendo finalmente riuscito a farli cadere il nemico trionfò. Il popolo di Dio trasgredì la legge divina e diventò una facile preda per i suoi nemici. PR 292.2

Però, sebbene deportati in Babilonia, Dio non li abbandonò e inviò i suoi profeti con messaggi di rimprovero e di avvertimento perché si rendessero conto della loro colpevolezza. Quando si umiliarono e ritornarono a lui sinceramente pentiti, Dio inviò loro dei messaggi di incoraggiamento, affermando che li avrebbe riscattati dalla schiavitù, garantito le sue benedizioni e ricondotti nella loro terra. Ora che quest’opera di restaurazione era iniziata e una parte del popolo d’Israele era ritornata in Giudea, Satana raddoppiò i suoi sforzi per sventare il piano di Dio. Per raggiungere questo obiettivo cercò di esercitare un influsso sulle nazioni pagane affinché annientassero Israele. PR 292.3

In questo momento difficile il Signore fortificò il suo popolo “con parole di conforto”. Zaccaria 1:13. Tramite una straordinaria immagine, in cui metteva a confronto l’opera di Cristo con quella di Satana, egli mostrò la potenza di cui disponeva il Mediatore divino per sconfiggere l’accusatore dei suoi figli. PR 292.4

In visione il profeta vide: “...il sommo sacerdote Giosuè... aveva vesti sporche e stava in piedi davanti all’angelo” (Zaccaria 3:1, 3) mentre implorava la misericordia di Dio in favore del suo popolo afflitto. Invocando l’adempimento delle promesse di Dio, Satana si alzò con arroganza per accusarlo, sottolineò le trasgressioni d’Israele per impedirgli di ricevere il favore dell’Eterno. Lo reclamò addirittura come sua preda e chiese che gli fosse consegnato. PR 292.5

Il sommo sacerdote non poteva né difendersi né difendere Israele dalle accuse di Satana. Non poteva affermare che fosse esente da colpe. In abiti sporchi, simbolo dei peccati del popolo, che portava in quanto suo rappresentante, stava davanti all’Angelo confessando la colpa del popolo, ma affermandone nello stesso tempo il pentimento e l’umiliazione e confidando nella misericordia di un Salvatore che perdona. Con fede reclamava le promesse di Dio. PR 293.1

Allora l’Angelo, che rappresenta il Cristo, il Salvatore dei peccatori, ridusse al silenzio l’accusatore del suo popolo dicendo: “Il Signore ti riduca al silenzio, Satana, ti riduca al silenzio lui che ha scelto Gerusalemme. Giosuè è come un tizzone strappato dal fuoco”. Zaccaria 3:2. Israele aveva provato una profonda afflizione per i suoi peccati. Era stato sul punto di essere annientato dalla fiamma accesa da Satana e dai suoi accoliti per eliminarlo, ma Dio stava per ristabilirlo. PR 293.2

Essendo stata accettata l’intercessione di Giosuè, fu dato l’ordine “...a quelli che lo accompagnavano di togliere a Giosuè quelle vesti sporche. Poi disse a Giosuè: “Ho tolto il tuo peccato e ti darò da indossare abiti da festa”. Egli ordinò anche di mettergli sulla testa un turbante pulito. E gli misero un turbante e abiti puliti alla presenza dell’angelo”. Zaccaria 3:4, 5. I suoi peccati e quelli del popolo erano stati perdonati. Israele fu rivestito di nuove vesti grazie alla giustizia di Cristo. Il turbante posto sulla testa di Giosuè somigliava alla tiara che portavano i sacerdoti e recava l’iscrizione: “Sacro al Signore” per significare che, nonostante le sue precedenti trasgressioni, ora era qualificato per adempiere le sue funzioni di sacerdote davanti a Dio nel suo santuario. PR 293.3

L’angelo disse a Giosuè: “...Se ti comporti come io desidero e se osservi le mie leggi, allora tu sarai responsabile del mio tempio e dei suoi cortili. Ti renderò degno di stare tra quelli che ora sono davanti a me”. Zaccaria 3:7. Se Giosuè fosse stato fedele sarebbe stato onorato come giudice o capo del tempio e di tutti i suoi servizi. Egli avrebbe potuto contare sulla presenza degli angeli (anche quaggiù) e, alla fine, si sarebbe unito alla folla dei riscattati intorno al trono di Dio. PR 293.4

“Ascolta dunque, Giosuè, sommo sacerdote, e ascoltate anche voi, sacerdoti, suoi compagni, voi tutti che siete un segno della futura salvezza: io sto per mandare il mio servitore chiamato “Germoglio””. Zaccaria 3:8. In questi termini Zaccaria parla del liberatore che sarebbe venuto e in cui sperava Israele. Grazie alla fede nel Salvatore promesso Giosuè e il suo popolo avevano ricevuto il perdono e avevano ristabilito il loro rapporto con Dio. In virtù dei suoi meriti, se avessero osservato fedelmente i suoi comandamenti, sarebbero stati “dei segni” onorati e scelti dal cielo fra le nazioni della terra. Come Satana accusò Giosuè e il suo popolo, così in tutti i tempi accusa coloro che cercano la misericordia e godono dell’amore di Dio. Egli è: “...l’accusatore dei nostri fratelli, colui che li incolpava giorno e notte dinanzi a Dio”. Apocalisse 12:10. PR 293.5

Il conflitto si ripete nei confronti di ogni persona strappata dal potere del male, e il cui nome è registrato nel libro della vita dell’Agnello. Nessuno è mai accolto nella famiglia di Dio senza provocare la decisa resistenza del nemico. Ma colui che era la speranza d’Israele, il suo difensore, la sua giustizia, il suo redentore, anche oggi è la speranza della chiesa. PR 294.1

Le accuse di Satana rivolte a coloro che cercano il Signore non sono dettate dall’odio per i loro peccati. Al contrario egli esulta per i loro difetti di carattere in quanto sa che solo mediante la trasgressione della legge di Dio potrà affermare il suo potere su di loro. Le sue accuse sono ispirate unicamente dal suo odio per il Salvatore. Ma tramite il piano della salvezza Gesù elimina l’influsso di Satana sulla famiglia umana e la libera dalla sua potenza. Allora tutto l’odio e tutta la malizia del principe del male si inaspriscono in presenza della supremazia del Cristo. Egli mette in atto tutta la sua potenza e la sua astuzia per strappare al Signore gli uomini che hanno accettato la salvezza. Egli li spinge allo scetticismo inducendoli a perdere la fiducia in Dio e a separarsi dal suo amore. Egli li invita a infrangere la legge e poi li reclama come suoi prigionieri contestando il diritto di Cristo di sottrarli a lui. PR 294.2

Satana sa che tutti coloro che chiedono a Dio il perdono e la grazia saranno esauditi, ecco perché presenta loro i peccati commessi affinché si scoraggino. Egli crea continuamente occasioni in cui coloro che si impegnano a ubbidire al Signore sono portati a lamentarsi. Cerca anche di mettere sotto una cattiva luce le loro azioni migliori. Tramite numerosi espedienti, di una crudeltà e astuzia incredibili, cerca di provocare la loro condanna. PR 294.3

Con le sue forze l’uomo non può far fronte alle accuse del nemico. In piedi davanti a Dio, con gli abiti macchiati dal peccato, confessa le sue colpe. Ma Gesù, nostro Avvocato, presenta delle forti argomentazioni in favore di tutti coloro che pentiti e con fede si sono affidati a lui. Egli difende la loro causa e con le potenti argomentazioni del Calvario vince il loro accusatore. La sua perfetta ubbidienza alla legge di Dio gli ha dato ogni potere in cielo e sulla terra e quindi può chiedere al Padre suo misericordia e riconciliazione per l’uomo colpevole. All’accusatore del suo popolo egli dichiara: “Il Signore ti riduca al silenzio, Satana...”. Questo popolo è stato riscattato dal mio sangue, è un tizzone strappato dal fuoco! A chi confida in lui, egli dà questa certezza: “...Ho tolto il tuo peccato e ti darò da indossare abiti da festa”. Zaccaria 3:2, 4. PR 294.4

Tutti coloro che hanno indossato l’abito della giustizia di Cristo saranno considerati come i suoi eletti, i suoi fedeli e i suoi giusti. Satana non avrà nessun potere per strapparli dalle mani del Salvatore. Nessun uomo che reclama la sua protezione con fede soccomberà sotto la potenza del nemico. La parola di Dio ce ne dà la certezza. Cfr. Isaia 27:5. La promessa fatta a Giosuè è valida anche per noi: “...Se ti comporti come io desidero e se osservi le mie leggi... ti renderò degno di stare tra quelli che ora sono davanti a me”. Zaccaria 3:7. Gli angeli di Dio saranno accanto a noi. PR 295.1

La visione di Giosuè e dell’angelo rivelata a Zaccaria si applica con un’intensità particolare all’esperienza del popolo di Dio e alle scene finali del gran giorno dell’espiazione. La chiesa degli ultimi tempi dovrà affrontare prove terribili e momenti di profonda angoscia. Coloro che osservano i comandamenti di Dio e hanno la fede di Gesù subiranno l’ira del dragone e delle sue schiere. Satana ritiene che il mondo sia nella sua sfera d’azione ed è riuscito ad avere il controllo perfino di molti di coloro che si dicono cristiani. C’è comunque un piccolo gruppo che resiste alla sua supremazia. Se riuscisse ad annientarlo il suo trionfo sarebbe completo. Così come ha incitato le nazioni pagane a distruggere Israele, in un prossimo futuro cercherà di mobilitare le forze del male per distruggere il popolo di Dio. Gli uomini saranno costretti a ubbidire ai decreti umani e a violare la legge divina. PR 295.2

Coloro che resteranno fedeli a Dio saranno minacciati, denunciati, esiliati. “...perfino i genitori, i fratelli, i parenti e gli amici vi tradiranno...”. Luca 21:16. La misericordia divina sarà la loro unica speranza e la preghiera la loro unica difesa. Come Giosuè davanti all’angelo, la chiesa del rimanente, con cuore rotto e fede incrollabile, invocherà il perdono e la liberazione tramite Gesù, il suo avvocato. Pienamente consapevoli delle proprie colpe i figli di Dio si renderanno conto della loro debolezza e della loro indegnità e si scoraggeranno. Il tentatore sarà pronto ad accusarli come fece con Giosuè. Egli additerà i loro abiti sporchi: le loro imperfezioni di carattere. Indicherà le loro debolezze, le loro follie, la loro ingratitudine, la loro diversità dal Cristo, tutti peccati che hanno disonorato il loro Redentore. Egli cercherà di spaventarli facendo balenare nella loro mente l’idea che il loro sia un caso disperato e che i loro errori non potranno mai essere cancellati. In questo modo cercherà di distruggere la loro fede, di farli cadere nella tentazione spezzando il loro patto con Dio. PR 295.3

Satana conosce bene i peccati commessi dal popolo di Dio in seguito alle sue tentazioni. Egli opprime i peccatori con le sue accuse convincendoli che hanno perso la protezione divina e che quindi ha il diritto di annientarli. Egli afferma che come lui non godono del favore di Dio e dice: “Sono queste le persone che in cielo occuperanno il mio posto e quello dei miei angeli? Professano di ubbidire alla legge di Dio ma hanno veramente adempiuto ai suoi precetti? Non hanno forse amato se stessi più di Dio? Non hanno forse messo i loro interessi al di sopra di quelli divini? Non sono forse attaccati alle cose di questo mondo? Notate i peccati che caratterizzano la loro vita. Notate il loro egoismo, la loro malizia, il loro odio reciproco. Dopo aver bandito me e i miei angeli dalla sua presenza, Dio vorrà forse premiare coloro che si sono macchiati degli stessi peccati? Signore, nella tua giustizia non puoi fare una cosa simile! La giustizia esige che una sentenza sia pronunciata contro di loro”. PR 295.4

Nonostante i discepoli di Cristo abbiano peccato, non sono abbandonati in balia delle forze del male. Si sono pentiti dei loro peccati e hanno ricercato il Signore con umiltà e contrizione e quindi l’Avvocato divino può perorare la loro causa. Colui che ha conosciuto le peggiori espressioni dell’ingratitudine degli uomini, ma che ha conosciuto anche i loro peccati e il loro sincero pentimento, dichiara: “Il Signore ti riduca al silenzio, Satana. Ho dato la mia vita per loro. Essi sono scolpiti nelle palme delle mie mani! Il loro carattere può essere imperfetto, possono aver fallito impegnandosi a raggiungere la santità, ma si sono pentiti e io li ho perdonati e accettati”. PR 296.1

Le tentazioni del nemico sono forti, gli inganni sottili, ma il Signore è accanto ai suoi figli. Le loro sofferenze sono tante, sono sul punto di essere sopraffatti, ma Gesù li purificherà come l’oro è purificato dal fuoco. Li libererà dall’attaccamento alle realtà terrene affinché l’immagine del Salvatore risalti perfettamente. PR 296.2

A volte sembra che il Signore dimentichi i pericoli a cui è esposta la sua chiesa e gli attacchi dei suoi nemici. Ma Dio invece non dimentica. In questo mondo nulla gli è più caro della sua chiesa e quindi non permette che nessuno la disonori. Non lascia che il suo popolo sia sopraffatto dalle tentazioni di Satana. Non considererà innocente colui che è indegno, ma dimostrerà misericordia nei confronti di coloro che si pentono sinceramente. Egli aiuterà tutti coloro che si rivolgeranno a lui per ricevere la forza di sviluppare un carattere cristiano. PR 296.3

Alla fine dei tempi i figli di Dio sospireranno e piangeranno per la malvagità che esiste nel mondo. Imploreranno gli uomini di non disconoscere più la legge di Dio e pervasi da una profonda tristezza si umilieranno davanti al Signore in atto di pentimento. Ma gli empi rideranno del loro dolore e della solennità dei loro appelli. L’angoscia e l’umiliazione dei figli di Dio sono però la prova inconfondibile del fatto che stanno recuperando la forza e la nobiltà di carattere perdute in seguito al peccato. Avvicinandosi maggiormente a Cristo, considerando la sua perfetta purezza comprenderanno con chiarezza l’orrore del peccato. La dolcezza e l’umiltà sono le condizioni indispensabili per ottenere la vittoria. Una corona di gloria è stata preparata per coloro che si inginocchiano ai piedi della croce. PR 296.4

I cristiani fedeli che pregano costantemente sono protetti da Dio, pur ignorandone il modo. Sollecitati da Satana i responsabili di questo mondo cercano di annientarli; ma se essi potessero aprire gli occhi, come accadde al servitore del profeta Eliseo a Dotan, vedrebbero gli angeli accampati intorno a loro che controllano le forze del male. PR 297.1

Mentre il popolo di Dio si lamenta e lo implora per ottenere un cuore puro, ecco l’ordine che viene dal cielo: “...Levategli di dosso i vestiti sudici!...”. Poi seguono parole confortanti: “...Guarda, io ti ho tolto di dosso la tua iniquità, e t’ho vestito di abiti magnifici”. Zaccaria 3:4 (Luzzi). Coloro che fanno parte di questo “rimanente” disprezzato sono rivestiti di abiti gloriosi che non saranno mai più macchiati dalla sporcizia di questo mondo. I loro nomi saranno scritti nel libro della vita dell’Agnello accanto a quelli dei fedeli di tutti i tempi. Vittoriosi sulle tentazioni di Satana sono rimasti fedeli nonostante gli attacchi del dragone. Ora sono stati liberati per sempre dalla tentazione; i loro peccati sono stati trasferiti sull’autore del male. Una “tiara pura” è stata posta sul loro capo. PR 297.2

Mentre Satana moltiplicava le sue accuse, gli angeli, invisibili, andavano e venivano apponendo sui fedeli il sigillo del Dio vivente. Essi sono quelli che staranno sul monte di Sion con l’Agnello e che porteranno sulla loro fronte il nome di Dio. Essi canteranno un canto nuovo davanti al trono, un canto che nessuno può imparare se non i 144.000 che sono stati riscattati dalla terra. “...Essi seguono l’Agnello dovunque vada. Sono stati riscattati fra gli uomini, per essere primizia offerta a Dio e all’Agnello, e nel loro parlare non c’è mai stata menzogna: sono senza macchia”. Apocalisse 14:4, 5. PR 297.3

Allora si adempiranno finalmente le parole dell’angelo: “Ascolta dunque Giosuè, Sommo sacerdote, e ascoltate anche voi, sacerdoti, suoi compagni, voi tutti che siete un segno della futura salvezza: io sto per mandare il mio servitore chiamato “Germoglio””. Zaccaria 3:8. Cristo si rivela come Redentore e Liberatore del suo popolo. Questi uomini appartenenti al “rimanente” saranno “un segno”. Le lacrime e le umiliazioni che hanno caratterizzato il loro pellegrinaggio sono sostituite dalla gioia e dall’onore di essere in presenza di Dio e dell’Agnello. “Un giorno quel che il Signore farà germogliare sarà motivo di orgoglio e di fierezza per i superstiti d’Israele; quel che la terra produrrà darà loro prestigio e gloria. Chi sarà scelto da Dio in Gerusalemme avrà salva la vita e sarà chiamato santo”. Isaia 4:2, 3. PR 297.4