Messaggio ai giovani

453/504

Capitolo 143: La vera gentilezza

Il Signore vuole che riconosciamo i diritti di ogni individuo, sia dal punto di vista sociale sia da quello spirituale. Tutti devono essere trattati con tatto e delicatezza, come figli e figlie di Dio. MG 294.5

Il cristianesimo fa di un uomo un gentiluomo. Il Cristo era gentile, perfino con i suoi persecutori. I suoi veri seguaci manifestano lo stesso atteggiamento. Pensate a Paolo quando venne condotto davanti ai suoi governanti. Il discorso che rivolse ad Agrippa è un esempio di perfetta cortesia e di eloquenza persuasiva. Il Vangelo non incoraggia l’educazione formale, che non è difficile riscontrare nella società, ma la cortesia che scaturisce dalla bontà del cuore. Anche se abbelliamo con molta cura la nostra facciata, questo non basta a far sparire l’irritabilità, la critica severa e il linguaggio sconveniente. MG 294.6

La gentilezza autentica non si rivela fintanto che l’io rimane il centro supremo della nostra realtà. L’amore deve crescere nel cuore. Le motivazioni di un vero cristiano si fondano sull’amore profondo per il suo Maestro. Grazie ai suoi sentimenti per il Cristo nasce in lui un interesse altruistico. Questo amore dona a chi lo possiede la grazia e la bellezza del portamento. Esso ravviva l’espressione del viso e addolcisce la voce, affina ed eleva tutto l’essere. — Ministry of Healing, 489, 490. MG 295.1