I tesori delle testimionianze 1

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Risvegliare il senso del dovere

Su questo punto è necessario un risveglio nel nostro popolo. Sono pochi coloro che sentono la voce della loro coscienza se trascurano il proprio dovere nel campo della beneficenza. Sono pochi coloro che provano il rimorso di avere derubato Dio quotidianamente. Se un cristiano, deliberatamente o incidentalmente, non paga in modo adeguato il suo vicino, oppure rifiuta di estinguere un debito, la sua coscienza, se non è cauterizzata, lo tormenterà: egli non trova pace sebbene nessuno, all’infuori di lui, sia forse al corrente del fatto. Sono molti i voti trascurati e gli impegni non soddisfatti, eppure pochi sembrano preoccuparsene. Sono pochi coloro che si rendono conto dell’effetto di questa violazione del proprio dovere! Dobbiamo avere convinzioni certe e più radicate in materia. La coscienza deve risvegliarsi e il problema, appena accennato, deve ricevere una maggiore attenzione. Nel giorno del giudizio dovremo rendere conto a Dio, perciò i suoi diritti devono essere tutelati e rispettati. TT1 368.4

Le responsabilità di un uomo d’affari cristiano, indipendentemente dall’importo del capitale di cui dispone, saranno in proporzione diretta con i doni ricevuti da Dio. L’inganno delle ricchezze ha rovinato migliaia e diecine di migliaia di persone. Gli uomini ricchi dimenticano che sono degli amministratori e che si avvicina il giorno in cui sarà detto loro: “Rendi conto della tua amministrazione”. Luca 16:2. Come lo dimostra la parabola dei talenti, ogni uomo è responsabile del saggio uso dei doni a lui concessi. Il povero della parabola, siccome aveva ricevuto solo un talento, ritenne del tutto giustificato astenersi dall’utilizzarlo e fu condannato. TT1 369.1

Il Cristo disse: “...Quanto malagevolmente coloro che hanno delle ricchezze entreranno nel regno di Dio!” Marco 10:23. I discepoli rimasero stupiti da questa affermazione. Quando un pastore che ha lavorato con successo guidando degli uomini a Gesù abbandona la sua opera sacra per un profitto terreno, è chiamato apostata e sarà ritenuto responsabile davanti a Dio di quei talenti che egli ha utilizzato in modo sbagliato. Quando uomini d’affari, agricoltori, meccanici, commercianti, legali diventano membri di chiesa, diventano anche collaboratori del Cristo. Se i loro talenti possono variare, la loro responsabilità di sviluppare l’opera di Dio con il proprio impegno e i propri beni non è affatto inferiore a quella del pastore. Il rimprovero meritato dal pastore, se non trasmette il messaggio del Vangelo, andrà anche, e sicuramente, all’uomo d’affari se, con tutti i talenti di cui dispone, non diventerà un collaboratore del Cristo. Sentendo queste cose alcuni forse commentano: “Questo parlare è duro”; ma tutto ciò è vero anche se è costantemente contraddetto dal comportamento di uomini che si dichiarano discepoli del Cristo. TT1 369.2