I tesori delle testimionianze 1

275/336

Dio non accetta un’ubbidienza parziale

La sua osservanza parziale del sabato non è accettata da Dio perché essa esercita sulla mente dei peccatori un effetto peggiore di quello che produrrebbe se lei affermasse di non essere affatto osservatore del sabato. Essi si rendono conto che la sua vita contraddice le sue convinzioni e perdono ogni fiducia nel cristianesimo. Il Signore sa ciò che dice e l’uomo non può trascurare i suoi comandamenti. L’esempio di Adamo ed Eva, in Eden, dovrebbe renderci sensibili e metterci in guardia contro qualsiasi trasgressione della legge divina. Il peccato dei nostri progenitori, nel prestare ascolto alle affermazioni pretestuose del nemico, fece penetrare nel mondo il male e il dolore e indusse il Figlio di Dio a lasciare il cielo per venire su questa terra a occupare un’umile posizione. Egli si sottomise alle offese, agli scherni e alla crocifissione per coloro che era venuto a salvare. La disubbidienza in Eden è costata un prezzo infinito! La Maestà del cielo si è sacrificata per salvare l’uomo! TT1 334.5

Dio non può tollerare la trasgressione della sua legge, come del resto non la tollerò il giorno in cui pronunciò la sentenza su Adamo. Il Salvatore del mondo protesta contro chi considera con superficialità il comandamento di Dio: “poiché io vi dico in verità che finché non siano passati il cielo e la terra, neppure un iota o un apice della legge passerà, che tutto non sia adempiuto”. Matteo 5:18. La testimonianza della nostra vita è in favore o contro la verità. Se le sue opere sembrano giustificare il trasgressore nel suo peccato, se il suo influsso rende più agevole la violazione dei comandamenti di Dio, lei non è solo colpevole, ma è anche, in un certo senso, responsabile degli errori degli altri. TT1 335.1

Il quarto comandamento inizia con la parola “ricordati”, perché l’uomo, preso dalle sue preoccupazioni e dai suoi dubbi, sarebbe stato tentato di scusarsi per non avere del tutto soddisfatto le esigenze della legge, oppure ne avrebbe dimenticato l’importanza. “Lavora sei giorni e fa’ in essi ogni opera tua” (Esodo 20:9), cioè svolgi in essi le comuni attività della vita. Queste parole sono molto esplicite: non ci si può sbagliare. TT1 335.2

Fratello K., come può infrangere un comandamento così solenne e importante? Pensa forse che il Signore abbia fatto un’eccezione per lei e abbia promesso di scusare la sua disubbidienza il giorno in cui le nazioni si presenteranno davanti a lui per il giudizio? Il Signore ha forse dispensato proprio lei dall’osservare una legge che ha dato al mondo intero? Crede che le sue trasgressioni non vengano registrate nel libro dei ricordi? Fratello, non pensi neppure per un momento che il suo peccato non riceverà un giorno la meritata punizione! Le sue trasgressioni saranno punite perché lei ha ricevuto un messaggio chiaro, ma ha preferito fare il contrario. “Or quel servitore che ha conosciuto la volontà del suo padrone e non ha preparato né fatto nulla per compiere la volontà di lui, sarà battuto di molti colpi”. Luca 12:47. TT1 335.3

Dio ha dato all’uomo sei giorni; in essi può compiere il suo lavoro e occuparsi dei propri interessi, ma il settimo è stato messo a parte, santificato: appartiene a Dio. Egli vuole che l’uomo, il sabato, si riposi dal lavoro, celebri il culto e migliori la propria condizione spirituale. Appropriarsi del giorno santificato dall’Eterno, usandolo per scopi prettamente egoistici, è un vero oltraggio. TT1 335.4

Cercare un compromesso con l’Onnipotente per occuparsi dei propri interessi, meschini e temporali, è la più grave forma di presunzione di cui possa macchiarsi un essere mortale. La violazione occasionale della legge, compiuta utilizzando il sabato per scopi secolari, è grave quanto rigettarla perché significa piegare i comandamenti di Dio alla propria convenienza. Dall’alto del Sinai la voce annunciò: “Io, l’Eterno, il tuo Dio, sono un Dio geloso”. Un’ubbidienza parziale, uno scarso interesse non sono graditi a colui che dichiara che gli errori dei padri saranno puniti sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che lo odiano, mentre userà misericordia per mille generazioni nei confronti di coloro che lo amano e osservano i suoi comandamenti. Derubare un vicino non è un fatto di scarsa importanza e chi lo fa ne porta le conseguenze; eppure c’è chi, pur condannando il furto, non si vergogna di derubare il Padre celeste del tempo che ha benedetto e santificato per scopi sacri. TT1 335.5

Mio caro fratello, le sue opere sono in disaccordo con la fede che lei professa e l’unica sua scusa è un meschino pretesto per interessi personali. I figli di Dio in passato sono stati chiamati a donare la loro vita in difesa della loro fede. Il suo comportamento, fratello, è in netto contrasto con quello dei martiri cristiani che patirono fame, sete, tortura e morte piuttosto che rinunciare alla loro religione o ai principi della verità. TT1 336.1