I tesori delle testimionianze 1

270/336

Ubbidienza senza riserve

Dio richiede un’ubbidienza senza riserve alla sua legge, ma gli uomini sono addormentati e paralizzati dalle seduzioni di Satana che suggerisce delle scuse, dei sotterfugi e vince i loro scrupoli dicendo ciò che disse a Eva in Eden: “...No, non morrete affatto”. Genesi 3:4. La disubbidienza non solo indurisce il cuore e la coscienza del colpevole, ma tende anche a corrompere la fede degli altri. Ciò che in un primo tempo sembra un grave errore, a poco a poco perde questa connotazione iniziale perché ci si abitua, avendolo continuamente sotto gli occhi, tanto che alla fine ci si chiede se si tratti davvero di peccato e, inconsapevolmente, si ricade nello stesso errore. TT1 328.2

Dio, tramite Samuele, ordinò a Saul di distruggere gli amalechiti e tutto ciò che possedevano. Saul ubbidì solo in parte: distrusse il bestiame meno bello e trattenne quello migliore, inoltre risparmiò la vita al re. Il giorno dopo, andando incontro a Samuele, gli disse: “...Benedetto sii tu dall’Eterno! Io ho eseguito l’ordine dell’Eterno”. Il profeta, però, rispose subito: “...Che è dunque questo belar di pecore che mi giunge agli orecchi, e questo muggir di buoi che sento?” 1 Samuele 15:13, 14. TT1 328.3

Saul, confuso, cercò di sottrarsi alle sue responsabilità dicendo: “Son bestie menate dal paese degli Amalekiti; perché il popolo ha risparmiato il meglio delle pecore e de’ buoi per farne de’ sacrifizi all’Eterno, al tuo Dio; il resto, però, l’abbiam votato allo sterminio”. 1 Samuele 15:15. Samuele, allora, rimproverò il re, ricordandogli l’ordine esplicito di Dio di distruggere tutto quello che apparteneva ad Amalek; sottolineò la trasgressione e dichiarò che aveva disubbidito al Signore. Il re, però, rifiutò di riconoscere il proprio errore e nuovamente si scusò dicendo che aveva riservato il bestiame migliore per offrire un sacrificio all’Eterno. TT1 328.4

Samuele, rattristato da questa insistenza del re che voleva a ogni costo rifiutare di riconoscere e confessare il proprio peccato, rispose: “...L’Eterno ha egli a grado gli olocausti e i sacrifizi come che si ubbidisca alla sua voce? Ecco, l’ubbidienza val meglio che il sacrifizio, e dare ascolto val meglio che il grasso dei montoni; poiché la ribellione è come il peccato della divinazione, e l’ostinatezza è come l’adorazione degli idoli e degli dèi domestici. Giacché tu hai rigettata la parola dell’Eterno, anch’egli ti rigetta come re”. 1 Samuele 15:22, 23. TT1 328.5