I tesori delle testimionianze 1

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Per il bene dell’uomo

Il piano di Dio relativo alle offerte non è un peso per nessuno. “Or quanto alla colletta per i santi, come ho ordinato alle chiese di Galazia, così fate anche voi. Ogni primo giorno della settimana ciascun di voi metta da parte a casa quel che potrà secondo la prosperità concessagli, affinché, quando verrò, non ci sian più collette da fare”. 1 Corinzi 16:1, 2. I poveri non sono esclusi dal privilegio di dare. Anch’essi possono, come i ricchi, partecipare a quest’opera. La lezione del Cristo a proposito dei due spiccioli della vedova insegna che anche le offerte esigue ma spontanee del povero, se motivate dall’amore, sono accettate, come quelle più consistenti del ricco. TT1 259.4

Sulle bilance celesti le offerte dei poveri non vengono valutate in base all’entità del dono, ma secondo l’amore che ha spinto a compiere quel gesto. Le promesse di Gesù si adempiranno per il povero che ha donato soltanto una piccola somma, ma con gioia, e anche per il ricco che ha offerto il superfluo. Il povero ha fatto un vero sacrificio mentre il ricco ha dato senza risentire della privazione. Ecco perché l’offerta del povero ha un carattere sacro che quella del ricco non ha. Dio ha predisposto un piano di offerte sistematiche per il bene dell’uomo e questo piano è sempre valido. Se i figli di Dio lo seguiranno diventeranno efficienti collaboratori nella sua opera. TT1 260.1

Coloro che sottraggono dal tesoro di Dio per accumulare denaro per i propri figli mettono in pericolo gli interessi spirituali di questi ultimi. I loro beni diventano un inciampo per loro stessi e per i figli, provocandone forse la rovina spirituale. Molti commettono gravi errori economizzando e sottraendo a sé e agli altri quei benefici che potrebbero derivare da un saggio uso dei beni affidati loro e diventano avari ed egoisti. Trascurano i loro veri interessi e non crescono spiritualmente per il solo piacere di accumulare denaro, che poi non utilizzano. Lasciano tutto ai figli e, in nove casi su dieci, questo risulta una maledizione maggiore per gli eredi che per loro stessi. I figli, contando sui beni dei genitori, spesso non hanno successo in questa vita e generalmente perdono anche quella eterna. TT1 260.2

La migliore eredità che i genitori possono lasciare ai figli è insegnare loro un lavoro utile e dare l’esempio di una vita caratterizzata dalla generosità. Con questo stile di vita essi riveleranno il vero valore del denaro, che non va apprezzato solo per il bene che può procurarci nel sopperire alle nostre necessità personali, ma a provvedere a quelle degli altri e a contribuire allo sviluppo dell’opera di Dio. TT1 260.3