I tesori delle testimionianze 1

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Capitolo 70: Non disprezzare i rimproveri

L’apostolo Paolo afferma chiaramente che le esperienze degli israeliti, durante le loro peregrinazioni, sono state ricordate perché ne potessero beneficiare anche coloro che vivono negli ultimi tempi. Non dobbiamo pensare che i pericoli che corriamo siano maggiori di quelli affrontati dagli ebrei. Come accadde nella storia d’Israele, saremo tentati di essere gelosi e di mormorare nei confronti dei nostri fratelli e si verificheranno aperte ribellioni. Ci sarà sempre la tendenza a schierarsi contro coloro che denunciano al popolo di Dio i suoi peccati e i suoi torti. Essi dovranno forse tacere? Se così fosse, non saremmo in una situazione migliore di quella in cui si trovano le varie denominazioni che sembrano aver paura di affrontare il peccato che prevale tra i fedeli. TT1 236.1

Coloro che sono stati scelti da Dio per proclamare la giustizia hanno la solenne responsabilità di rivelare il peccato. Paolo ordinò a Tito: “Insegna queste cose, ed esorta e riprendi con ogni autorità. Niuno ti sprezzi”. Tito 2:15. Vi sarà sempre chi cercherà di disprezzare colui che ha il coraggio di rimproverare il peccato, ma ci sono delle circostanze in cui va denunciato. Paolo invita Tito a riprendere con la dovuta severità una certa categoria di fedeli, affinché la loro fede si rafforzi. Gli uomini e le donne che, con il loro temperamento, entrano a far parte della chiesa, hanno evidentemente dei tratti di carattere particolari e dei difetti. Inevitabilmente il rimprovero risulterà necessario nella misura in cui si evidenzieranno gli errori. Se coloro che occupano posizioni importanti non vengono mai rimproverati, si può creare una situazione negativa, al punto tale da disonorare Dio. Ma in che modo rivolgere questi rimproveri? Ecco la risposta dell’apostolo: “...con grande pazienza e sempre istruendo”. 2 Timoteo 4:2. Occorre ricordare i principi a coloro che li trasgrediscono e non considerare mai con superficialità gli errori del popolo di Dio. TT1 236.2

Ci saranno uomini e donne che disprezzeranno i rimproveri e si ribelleranno perché non amano sentir parlare dei loro torti. Nei casi in cui è necessaria la riprensione, vi sarà sempre qualcuno che non si preoccuperà del fatto che lo Spirito di Dio sia stato rattristato e la sua opera disprezzata. Queste persone manifesteranno la loro compassione nei confronti di coloro che sono stati rimproverati solo perché sono stati urtati i propri sentimenti. Si tratta di una simpatia non santificata che rende chi la dimostra partecipe della colpa di colui che ha subìto il rimprovero. In nove casi su dieci, se chi è stato rimproverato fosse stato reso consapevole dei torti commessi, sarebbe stato aiutato a riconoscerli e a porvi rimedio. Quanti hanno simpatizzato con lui hanno attribuito motivazioni errate alle riprensioni e a chi le ha espresse. Ne è risultato che la persona in difetto si è creduta veramente vittima di un torto; questa sensazione si è trasformata in ribellione nei confronti di chi si è limitato a compiere il proprio dovere. Quanti compiono fedelmente questo incarico così spiacevole sono motivati da un senso di responsabilità nei confronti di Dio e beneficeranno delle sue benedizioni. Dio chiede ai suoi figli di essere sempre zelanti nell’adempimento della sua volontà. Paolo esorta Timoteo: “Predica la Parola, insisti a tempo e fuor di tempo, riprendi, sgrida, esorta con grande pazienza e sempre istruendo”. 2 Timoteo 4:2. TT1 236.3

Gli ebrei non erano affatto disposti a sottomettersi alle direttive e a rispettare i divieti del Signore: essi volevano seguire la propria via, esprimere la propria volontà e lasciarsi guidare dal proprio giudizio. Se avessero potuto agire a modo loro non si sarebbero mai lamentati di Mosè, in realtà erano insofferenti a ogni restrizione. TT1 237.1