I tesori delle testimionianze 1

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Il Salvatore umano e divino

In Cristo erano presenti la dimensione divina e umana. La sua missione consisteva nel riconciliare Dio e l’uomo, nell’unire il finito all’infinito. Questo era l’unico modo per riscattare l’uomo caduto e, grazie ai meriti del sacrificio del Cristo, renderlo partecipe della natura divina. Il Cristo, assumendo la natura umana, era in grado di comprendere le prove, le sofferenze dell’uomo e anche le tentazioni a cui è soggetto. Gli angeli, non conoscendo il peccato, non potevano simpatizzare con l’uomo nelle sue prove. Il Cristo, così, acconsentì a rivestire la natura umana e fu tentato in ogni cosa come noi per poter conoscere e sapere come soccorrere coloro che sono tentati. TT1 154.3

Nel rivestire l’umanità egli sentì il bisogno di ricevere forza dal Padre. Gesù aveva scelto alcuni luoghi particolari per pregare, perché amava incontrarsi con il Padre e trascorrere dei momenti in comunione con lui, nella solitudine della montagna. Grazie a questa abitudine, si sentiva fortificato in vista dei compiti e delle difficoltà di ogni giorno. Il Salvatore si identificò con le nostre necessità e con le nostre debolezze e prese l’abitudine di pregare di notte per attingere dal Padre nuove forze per essere rinfrancato, pronto per l’opera che doveva svolgere e per superare le difficoltà. Egli è il nostro esempio in ogni cosa, è nostro fratello nelle nostre debolezze, ma non nelle nostre passioni. Senza peccato, egli fuggiva il male. Sopportò lotte e tormenti in un mondo in cui regnava il peccato. La sua umanità reclamava la necessità e il privilegio della preghiera. Chiese il sostegno e il conforto che il Padre era pronto a concedergli perché aveva lasciato le gioie del cielo e scelto di venire ad abitare in un mondo inospitale e ingrato per salvare l’uomo. Il Cristo trovò consolazione e gioia nella comunione con il Padre. Ne riceveva sollievo per le tristezze che opprimevano il suo cuore. Gesù fu un “uomo di dolore, familiare col patire”. TT1 155.1