Servizio cristiano

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Testimoni

Noi siamo i testimoni di Cristo e non dobbiamo permettere che piani e interessi mondani assorbano il nostro tempo e la nostra attenzione. — Testimonies for the Church 9:53, 54 (1909). SC 16.4

“I miei testimoni siete voi, dice il Signore... Io, io sono il Signore, e fuori di me non c'è salvatore. Io ho annunziato, salvato, predetto, e non un dio straniero in mezzo a voi; voi me ne siete testimoni, dice il Signore”. Isaia 43:10-12. “Io, il Signore, ti ho chiamato secondo giustizia e ti prenderò per la mano; ti custodirò e farò di te l'alleanza del popolo, la luce delle nazioni, per aprire gli occhi dei ciechi, per far uscire dal carcere i prigionieri e dalle prigioni quelli che abitano nelle tenebre”. Isaia 42:6, 7. — The Acts of the Apostles, 10 (1911). SC 16.5

Oggi, coloro che si definiscono non credenti, in realtà si prostrano dinanzi a falsi dèi. Il nostro compito è quello di distoglierli da questa falsa adorazione, senza scagliarci contro i loro idoli, ma offrendo loro qualcosa di migliore. Facciamo in modo che essi conoscano la bontà di Dio: “Voi me ne siete testimoni, dice il Signore; io sono Dio”. Isaia 43:12. — Christ's Object Lessons, 299 (1900). SC 16.6

Tutti coloro che vogliono entrare nella città di Dio, devono rivelare Cristo nel loro comportamento, durante la loro vita terrena. Essi diverranno messaggeri e testimoni di Cristo, daranno una testimonianza chiara e decisa contro tutte le pratiche inique, facendo conoscere ai peccatori l'Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo. — Testimonies for the Church 9:23 (1909). SC 16.7

Come testimoni di Cristo, i discepoli dovevano annunciare al mondo ciò che avevano visto e udito di lui. A parte Cristo, nessun uomo era mai stato chiamato a un compito così importante: collaborare con Dio per la salvezza degli uomini. — The Acts of the Apostles, 19 (1911). SC 17.1

È come se il divino Maestro dicesse: “Solo il mio Spirito è capace di insegnare e convincere di peccato. Gli elementi esterni producono sulla mente solo un'impressione temporanea. Infonderò la verità nella coscienza degli uomini ed essi mi saranno testimoni in tutto il mondo, affermando i miei diritti sul tempo, sul denaro e sull'intelletto dell'uomo”. — Testimonies for the Church 7:159 (1902). SC 17.2

Il mezzo scelto dal cielo per rivelare Cristo al mondo è che noi confessiamo la sua fedeltà. Dio vuole che riconosciamo la sua grazia come è stata manifestata nei santi uomini del passato, ma la testimonianza più valida è quella della nostra esperienza. Noi siamo testimoni di Dio quando manifestiamo nella nostra vita la potenza trasformatrice di Dio. Ogni individuo vive una vita diversa da quella degli altri e compie un'esperienza diversa. Dio vuole che noi lo lodiamo conservando la nostra individualità. Questi preziosi riconoscimenti a lode della gloria della sua grazia, accompagnati da una vita cristiana, esercitano un potere irresistibile per la salvezza delle persone. — The Desire of Ages, 347 (1898). SC 17.3

Dio non può rivelare al mondo incredulo la conoscenza della sua volontà e le meraviglie della sua grazia, salvo disporre di testimoni sparsi in tutto il pianeta. SC 17.4

Il suo piano prevede che quanti beneficiano della salvezza per merito di Gesù Cristo siano suoi missionari, corpi di luce in tutto il mondo, segni per le persone, lettere viventi, conosciute e lette da tutti gli uomini, in modo che la loro fede testimoni il prossimo ritorno del Salvatore e dimostri che essi non hanno ricevuto invano la grazia di Dio. Gli individui devono essere avvertiti affinché siano pronti per il giudizio imminente. — Testimonies for the Church 2:631, 632 (1885). SC 17.5

La sua meravigliosa vita, scena dopo scena, passò dinanzi a loro [ai discepoli]. Riflettendo sulla purezza e santità del suo esempio, si convinsero che nessuna fatica sarebbe stata troppo difficile, nessun sacrificio troppo grande, se avessero permesso di testimoniare con la loro vita dell'amorevole carattere di Cristo. Oh, se avessimo potuto rivivere i tre anni passati — essi pensavano — quanto differentemente ci saremmo comportati! Se avessero potuto rivedere il Maestro, con quanto fervore avrebbero cercato di dimostrargli il loro amore; quanto erano dispiaciuti per averlo addolorato con una parola o con un atto di incredulità! Ma i discepoli erano confortati al pensiero di essere stati perdonati. E decisero che, per quanto fosse loro possibile, avrebbero rimediato alla loro incredulità confessando coraggiosamente dinanzi al mondo la fedeltà a Gesù. — The Acts of the Apostles, 36 (1911). SC 17.6

I due indemoniati guariti sono stati i primi missionari che Cristo ha inviato a proclamare il messaggio del Vangelo nella regione della Decapoli. Essi hanno avuto il privilegio di ascoltare gli insegnamenti di Cristo solo per pochi momenti. Non hanno mai udito un suo sermone; non hanno certo le capacità di istruire la gente come le avevano i discepoli che stavano tutti i giorni con Cristo. Ma portano sulle loro persone la prova che Gesù è il Messia. Possono raccontare ciò che sanno, ciò che hanno visto, udito, sentito, provato della potenza di Cristo. È tutto quello che può fare ogni persona che è stata toccata dalla grazia di Dio. Giovanni, il discepolo prediletto, ha scritto: “Quel che era dal principio, quel che abbiamo udito, quel che abbiamo visto con i nostri occhi, quel che abbiamo contemplato e che le nostre mani hanno toccato della parola della vita. Quello che abbiamo visto e udito, noi lo annunziamo anche a voi”. Giovanni 1:1, 3. SC 18.1

Come testimoni di Cristo dobbiamo raccontare quello che sappiamo, quello che abbiamo visto, ciò che abbiamo udito e quello che abbiamo sentito. Se abbiamo sempre seguito Gesù, possiamo testimoniare del modo in cui egli ci ha guidati. Possiamo raccontare che abbiamo sperimentato che le sue promesse sono vere. Possiamo testimoniare ciò che abbiamo conosciuto della grazia di Cristo. Questa è la testimonianza che il Signore si aspetta da noi, e senza la quale gli uomini moriranno per sempre. — The Desire of Ages, 340 (1898). SC 18.2