La Storia Della Redenzione
La visita a Cornelio
Quando Pietro entrò nella casa del Gentile, Cornelio non lo salutò come si saluta un ordinario visitatore, ma come un santo del cielo, mandato a lui da Dio. è un’usanza orientale inchinarsi dinanzi a un principe o a un alto dignitario, e per i bambini inchinarsi dinanzi ai loro genitori; ma Cornelio esuberante per colui che gli era stato inviato da Dio, cadde ai piedi dell’apostolo, e l’adorò. Pietro si inorridì, e rialzato il centurione, gli disse: “Alzati, sono anch’io un uomo”. Atti 10:26 SDR 204.3
Cominciò quindi a conversare con lui in modo familiare, al fine di rimuovere il senso di soggezione e di riverenza estrema con cui il centurione lo considerava. SDR 204.4
Se Pietro fosse stato investito dell'autorità e della posizione accordatagli dalla Chiesa cattolica romana, avrebbe incoraggiato, anziché frenato la venerazione di Cornelio. I cosiddetti successori di Pietro richiedono che re e imperatori si inchinino ai loro piedi, ma lo stesso Pietro affermò di essere solo un uomo errante e fallibile. SDR 204.5
Ai presenti, Pietro parlò prima delle usanze dei giudei, spiegando che per loro non era lecito avere rapporti sociali con i Gentili, perché questo causava una contaminazione rituale. Ed egli disse loro: «Voi sapete come non è lecito a un Giudeo associarsi a uno straniero, o entrare in casa sua; ma Dio mi ha mostrato di non chiamare nessun uomo impuro o contaminato. Perciò, appena sono stato invitato a venire, sono venuto senza obiettare. Ora vi domando: per quale motivo mi avete mandato a chiamare?” Atti 10:28, 29 SDR 204.6
Allora Cornelio riferì la sua esperienza e le parole dell’angelo, concludendo: “Perciò, in quell’istante io mandai da te, e tu hai fatto bene a venire; ora dunque siamo tutti qui presenti davanti a Dio, per udir tutte le cose che ti sono state comandate dal Signore”. Atti 10:33 SDR 205.1
Sebbene Dio avesse favorito gli ebrei al di sopra di tutte le altre nazioni, tuttavia se rifiutavano la luce e non erano all'altezza della loro professione di fede, Dio non poteva più avere la stima nei loro confronti rispetto alle altre nazioni. Quelli tra i Gentili che, come Cornelio, temevano Dio e operavano la giustizia, vivendo secondo la luce che hanno ricevuto, erano ben considerati da Dio e il loro servizio sincero fu accettato. SDR 205.2
Ma la fede e la giustizia di Cornelio non potevano essere perfette senza una conoscenza di Cristo; perciò Dio gli mandò la luce e la conoscenza per l'ulteriore sviluppo del suo carattere. Molti rifiutano di ricevere la luce che la provvidenza di Dio manda loro e, come scusa per farlo, citano le parole di Pietro a Cornelio e ai suoi amici: “Ma in qualunque nazione chi lo teme e opera giustamente, gli è gradito”. (v.35) SDR 205.3
Affermano pure, che non ha importanza ciò in cui gli uomini credono, purché le loro opere siano buone. Essi hanno torto, perché la fede deve essere unita alle loro opere. Dovrebbero avanzare nella luce che gli viene data. Se Dio li mette in relazione con i Suoi servi che ne hanno ricevuto la verità proveniente dalla Parola di Dio, dovrebbero accettarla con gioia e crescere in essa. D'altra parte, coloro che affermano che solo la loro fede li salverà si affidano a una corda fatta di sabbia, perché la fede è una perfetta forza solo quando è unita alle opere. SDR 205.4