Conflitto E Coraggio

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Il Ravvedimento, 19 maggio

Abbiamo peccato contro l’Eterno... Non cessare di gridare per noi all’Eterno. 1 Samuele 7:6,8 CeC 143.1

In questo periodo Samuele visitò le città e i villaggi del paese cercando di riavvicinare il popolo al Dio dei loro padri; i suoi sforzi non furono infruttuosi e Israele, dopo vent’anni di oppressione, “sospirava, anelando all’Eterno”. Cfr. 1 Samuele 7:2. Il consiglio di Samuele per il popolo era questo: “...Tornate all’Eterno con tutto il vostro cuore, togliete di mezzo a voi gli dèi stranieri e gli idoli di Astarte, volgete risolutamente il cuor vostro verso l’Eterno, e servite a lui solo”. 1 Samuele 7:3. CeC 143.2

Da queste parole si può constatare che al tempo di Samuele veniva insegnata quella religiosità pratica su cui il Cristo insistette quando venne sulla terra. Senza la grazia di Dio, le forme della religione sono prive di valore sia per gli antichi israeliti sia per l’Israele moderno. Oggi, come allora, bisogna che ci sia un risveglio per la vera religione. Tutti coloro che vorrebbero tornare a Dio devono prima di tutto pentirsi. Dobbiamo umiliarci personalmente davanti a Dio, eliminando i nostri idoli, perché nessuno lo può fare per un altro. E quando avremo fatto tutto ciò che è necessario, il Signore ci manifesterà la sua salvezza. CeC 143.3

Con la collaborazione dei capi delle tribù, a Mitspa venne organizzato un grande incontro e il popolo, con profonda umiliazione, digiunò e confessò i propri peccati. Inoltre, come prova della decisione di ubbidire alle istruzioni ricevute, conferì a Samuele l’autorità di giudice. CeC 143.4

Quando Samuele stava per presentare un agnello in sacrificio, e i filistei si stavano avvicinando per la battaglia... CeC 143.5

Mentre l’esercito avanzava scoppiò una terribile tempesta che disseminò i corpi dei forti guerrieri un po’ ovunque. CeC 143.6

Quando gli israeliti, che avevano atteso in un riverente silenzio, animati da timore e speranza, videro quel massacro, riconobbero che Dio aveva accettato il loro pentimento. CeC 143.7

Sia per le nazioni sia per gli individui, ubbidire a Dio significa salvezza e felicità, mentre la trasgressione conduce al disastro e alla sconfitta. PP 590,5091 CeC 143.8