Nei Luoghi Celesti

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Espressioni dell’amore di Dio, 18 aprile

Perché siete in ansietà intorno al vestire? Considerate come crescono i gigli della campagna: essi non faticano e non filano; eppure io vi dico, che Salomone stesso, con tutta la sua gloria, non fu vestito come uno di loro. Matteo 6:28, 29 LC 118.1

Gli indumenti del più grande re che sia stato seduto su un trono terreno con il loro splendore artificiale, non potevano essere paragonate con la bellezza immacolata dei gigli modellati dalla mano divina. È un esempio della stima tra le cose artificiali in confronto a quelle naturali create da Dio. Dio ci ha dato queste cose belle come espressione del suo amore, affinché potessimo ottenere una visione corretta del Suo carattere. Non dobbiamo adorare le cose della natura, ma in esse dobbiamo leggere l’amore di Dio. La natura è il libro aperto, da cui possiamo ottenere una conoscenza del Creatore ed essere attratti a Lui mediante le cose belle da lui fornite... LC 118.2

..Ora se Dio riveste in questa maniera l’erba dei campi, che oggi è e domani è gettata nel forno, quanto più vestirà voi, o uomini di poca fede? Non siate dunque in ansietà, dicendo: “Che mangeremo, o che berremo, o di che ci vestiremo?” vv. 30, 31 LC 118.3

Molta ansia e preoccupazioni si avvertono nei confronti del nostro futuro, riguardo a ciò che mangeremo e berremo o vestiremo. Tutte queste preoccupazioni creano infelicità e accorciano la nostra vita. Il nostro Salvatore non solo ci insegna a discernere l’amore di Dio attraverso gli stupendi fiori, ma vorrebbe anche che imparassimo da loro le lezioni di semplicità e di perfetta fede e fiducia nel nostro Padre celeste. LC 118.4

Se Dio si preoccupa di rendere queste cose così belle, di cui la loro vita è alquanto breve, quanto più è attento di coprire i bisogni dei Suoi figli obbedienti, le cui vite possono durare anche per l’eternità. Con quanta premura Egli darà loro l’ornamento della sua grazia, la forza, la saggezza o lo spirito mansueto. L’amore di Dio per l’uomo è incomprensibile, grande come il mondo, alto come il cielo e duraturo come l’eternità. Ibıd., 16,17 LC 118.5