Nei Luoghi Celesti

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Un tempio per Dio, 3 luglio

Non sapete voi che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi? 1 Corinzi 3:16 LC 197.1

Il piano eterno di Dio era che ogni creatura, dal serafino risplendente e santo fino all’uomo, fosse un tempio dove potesse dimorare il Creatore. Ma a causa del peccato l’umanità non è stata più il tempio di Dio; offuscato e contaminato dal male, il cuore dell’uomo non rivela più la Sua gloria. Ma il piano di Dio si adempie con l’incarnazione del Suo Figlio. Dio abita in mezzo agli uomini tramite la Sua grazia salvifica, e il cuore dell’uomo diventa nuovamente il Suo tempio. Dio voleva che il santuario di Gerusalemme fosse una testimonianza perenne del grande destino di ogni uomo. Ma gli ebrei non avevano compreso il significato dell’edificio che era per loro fonte di grande orgoglio... I cortili del santuario, disonorati dallo scandalo di un traffico vergognoso, erano solo l’immagine fedele del loro cuore contaminato dalla presenza di passioni sensuali e pensieri profani. Scacciando dal tempio compratori e venditori, Gesù proclamava la Sua intenzione di purificare il cuore dal peccato, dai desideri terreni, dall’avidità e dalle cattive abitudini. Cristo solo può purificare il tempio dello spirito... La Sua presenza purificherà e santificherà l’anima, e farà di essa un sacro tempio per il Signore, una “dimora a Dio per mezzo dello Spirito “. (Efesini 2:22) Con questo, la Parola di Dio vuole mostrare il rispetto che il Signore pone sul nostro organismo fisico. La responsabilità, quindi riposa su di noi per preservarlo nelle migliori condizioni. Il nostro corpo è stato riscattato da Cristo e non siamo liberi di farne ciò che vogliamo. Eppure molti lo fanno. Trattano il loro corpo come se le leggi di Dio non avessero alcuna importanza. Attraverso l’appetito perverso, organi e poteri di queste persone sono indeboliti e malati. Uomini e donne veramente convertiti, osserveranno coscienziosamente le leggi della vita che Dio ha stabilito in loro, cercando così di evitare debolezze fisiche, mentali e morali. L’ubbidienza a queste leggi deve rappresentare un dovere personale. Siamo noi, che dobbiamo individualmente soffrire a causa della trasgressione della legge. Dobbiamo rispondere a Dio delle nostre azioni e del nostro comportamento. Dunque, la questione per noi non è: “Che cosa ne dirà il mondo”, ma “essendo cristiano, come mi occuperò della dimora che Dio mi ha affidato? RH Dec. 31, 1908 LC 197.2