Cristo Innalzato Come Figlio Di Dio

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Salvatore risorto ed elevato, 27 marzo

Ma ora Cristo è stato risuscitato dai morti, ed è la primizia di coloro che dormono. 1 Corinzi 15:20. CIF 96.1

Era giunto per Gesù il momento di salire al Padre. Come un conquistatore divino, stava per tornare nelle corti del cielo con i trofei della vittoria. Prima di morire aveva detto al Padre: “Io ti ho glorificato sulla terra, avendo compiuto l’opera che tu m’hai data a fare”. Giovanni 17:4. Dopo la risurrezione rimase ancora un po’ sulla terra affinché i discepoli si familiarizzassero con il loro Salvatore risuscitato e glorificato. Ora era pronto per la partenza. Aveva dimostrato di essere un Salvatore vivente. I discepoli non dovevano più collegarlo al pensiero della tomba, ma vederlo glorificato di fronte all’universo. Per l’ascensione Gesù scelse un luogo che aveva spesso santificato con la sua presenza. Non scelse il monte di Sion dove sorgeva la città di Davide, non il monte Moriah dove sorgeva il tempio. In quei luoghi il Cristo era stato beffeggiato e respinto, e tutte le manifestazioni della sua misericordia avevano urtato contro cuori duri come la roccia. Di là Gesù, stanco e addolorato, si era recato sul monte degli Ulivi per trovarvi riposo. Come la santa Shekinah, allontanandosi dal primo tempio si era fermata sul monte a oriente, quasi esitasse ad abbandonare la città eletta, così il Cristo si era fermato sul monte degli Ulivi, e con animo addolorato aveva guardato Gerusalemme. I boschi e le valli della montagna erano stati consacrati dalle sue preghiere e dalle sue lacrime, e avevano riecheggiato dei canti di trionfo della moltitudine che lo proclamava re. Sui suoi pendii, a Betania, vi era la casa di Lazzaro. Ai suoi piedi, nel giardino del Getsemani, Gesù aveva pregato e lottato da solo. Da quel monte Egli doveva ascendere al cielo. Su quello stesso monte i suoi piedi si poseranno quando tornerà. Egli apparirà allora non come uomo di dolore, ma come re glorioso e trionfante, si ergerà sul monte degli Ulivi, mentre gli alleluia degli ebrei e gli osanna dei Gentili formeranno un concerto di lodi, e le voci della folla dei redenti esclameranno: “Incoronatelo Signore di tutti!” Giunto sul monte degli Ulivi, Gesù condusse i suoi discepoli oltre la cima, vicino a Betania. Là si fermò, e i discepoli gli si strinsero attorno. Sembrava che dei raggi di luce si sprigionassero dalla sua persona mentre Egli li guardava con affetto. Le ultime parole che uscirono dalle sue labbra non furono di rimprovero per le loro colpe e i loro difetti, ma espressero il suo amore più tenero. Con le mani tese, come per benedirli e assicurarli della sua cura e della sua protezione, lentamente si staccò da loro, assunto in cielo da una potenza più forte dell’attrazione terrestre. Mentre spariva ai loro sguardi, i discepoli intimoriti videro per l’ultima volta, con occhi pieni di stupore, il loro Signore che ascendeva al cielo. Una nuvola lo nascondeva al loro sguardo e mentre una schiera di angeli lo accoglieva, giungevano alle loro orecchie le sue parole: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età presente”. Nello stesso istante udirono la melodia dolce e gioiosa del coro degli angeli. DA 829, 831 CIF 96.2