La Verità Sugli Angeli

78/177

Isaia

Ai tempi del profeta Isaia, l’idolatria non destava stupore. La malvagità regnava con una tale intensità in tutte le classi sociali che i pochi fedeli erano spesso tentati di lasciarsi andare allo scoraggiamento e alla disperazione. VA 115.3

Pensieri come questi si affollavano nella mente di Isaia, mentre si trovava sotto il portico del tempio. Improvvisamente la porta e la cortina interna del tempio parvero aprirsi e gli fu permesso di guardare dentro al luogo santissimo, quel luogo dove i suoi piedi non potevano entrare. Gli si presentò una visione di Dio seduto sopra un trono elevato, mentre lo splendore della sua gloria riempiva il tempio. Ai due lati del trono vi erano due serafini con i volti velati in atto di adorazione, che servendo il loro Creatore univano le voci nel solenne canto: “Santo, santo, santo il Signore degli eserciti; tutta la terra è piena della Sua gloria”. PK 306, 307 VA 115.4

Una gloria indescrivibile emanava da questo Personaggio seduto sul trono, e i lembi del suo manto riempivano il tempio. Su entrambi i lati del trono si trovavano dei cherubini che brillavano con la gloria che li circondava e che proveniva dalla presenza di Dio. Quando i loro canti di adorazione risuonavano con profonde note, le colonne della porta tremavano come fossero state mosse da un terremoto. Questi esseri santi davano gloria a Dio e cantavano le loro lodi con labbra pure, senza peccato. Il contrasto tra la debole lode che Isaia aveva l’abitudine di dimostrare al suo Creatore e le indescrivibili lodi dei Serafini, riempì il profeta di riverente timore e di un sentimento d’indegnità. Per un momento ebbe il sublime privilegio di apprezzare l’immacolata purezza del carattere di Jehovah. VA 116.1

Mentre gli angeli cantavano: “Sanato, Santo, Santo è il Signore degli eserciti; tutta la terra è piena della Sua gloria”, l’ineguagliabile maestà, la gloria e il potere infinito del Signore passarono davanti al profeta in visione, e lasciarono un’impressione indelebile nel suo spirito. Alla luce di questa straordinaria e splendente rivelazione del carattere divino, egli vide con chiarezza la sua misera indegnità, e le sue parole sembravano essere senza alcun valore. RH 16 ottobre 1888 VA 116.2

I serafini che dimorano alla presenza di Dio, coprono i loro volti e i loro piedi con le loro ali nel contemplare il Re nella sua bellezza. Quando Isaia vide la gloria di Dio, il suo spirito fu prostrato nella polvere. Il risultato immediato della visione che ebbe il privilegio di presenziare fu un sentimento della sua indegnità. Questo sarà sempre il risultato sulla mente umana, quando i raggi del Sole di Giustizia brillano gloriosamente sul cuore…. VA 116.3

Quando la gloria di Cristo è rivelata, l’uomo non può vedere nessuna gloria in se stesso perché la deformità del suo spirito è resa manifesta e l’orgoglio e la glorificazione propria si estinguono. Muore l’IO e Cristo vive al suo posto. BE&ST 3 dicembre 1894 VA 117.1

Questa era la prospettiva che affrontava Isaia quando fu chiamato alla missione profetica, tuttavia egli non si scoraggiò, perché nelle sue orecchie echeggiava il coro trionfale degli angeli che circondavano il trono di Dio: “Tutta la terra è piena della Sua gloria”. (Isaia 6:3) La sua fede fu rafforzata dalle visioni delle conquiste gloriose che realizzerà la chiesa di Dio: “Come l’acqua riempie il mare, così la conoscenza dell’Eterno riempirà tutta la terra”. (Isaia 11:9) PK 371 VA 117.2