Volgi lo sguardo a Gesù

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Febbraio 10—Sii uomo

“Vegliate, state fermi nella fede, portatevi virilmente, fortificatevi”. 1 Corinzi 16:13 VG 49.1

Lei potrebbe fare un’opera molto più grande e molto più efficiente se coltiverebbe una tranquilla fiducia in Dio, e non sia così ansioso, preoccupato e turbato, come se Gesù stesse nel sepolcro e lei non avrebbe Salvatore. Lui risuscitò… ascese al cielo e davanti al trono di Dio, intercede come suo avvocato. I discepoli di Cristo non devono meravigliarsi se sono chiamati a condividere le sofferenze di Cristo…Come potrebbe avere un occhio di riguardo per coloro a cui fece tanto e pagò un prezzo così infinito, e ciononostante non hanno mai apprezzato il suo grande dono? L’opera dei rappresentanti di Cristo deve essere simile a quella del loro Redentore. Non devono contemplare sé stessi, né confidare nel proprio IO. Non devono fare una valutazione troppo alta dei loro sforzi, ma quando vedono che gli altri non considerano il loro lavoro come essi vorrebbero, arrivano a pensare che non vale la pena di continuare a lavorare. Ma questa è l’opera del nemico. Non viviamo per gli uomini ma per Dio. Lui considera la nostra opera nel giusto valore. Apprezza la nobiltà di carattere, e sia che gli uomini la apprezzino o no, la nostra opera continuerà a vivere anche dopo che l’uomo è scomparso. Quando l’uomo non ha più nulla a che fare con cosa alcuna sotto il sole, solamente l’esempio che lasciò e le parole d’oro che pronunciò, continueranno a vivere per tutta l’eternità. Questa influenza che corrisponde al modello divino, non morirà mai. La sua vita è stata unita a Dio. Tutti esercitiamo un’influenza personale, e le nostre parole e azioni lasciano un’impressione indelebile. È nostro dovere vivere, non per l’io, ma per il bene di altri; non per essere utilizzati dai propri sentimenti, ma per tener conto che la nostra influenza è un potere per il bene o per il male. Dio desidera che i suoi operai siano quello che Davide comandò a Salomone che fosse: “Sii uomo”. Dio non si compiace che qualcuno dei suoi rappresentanti si preoccupi, si stanchi e si esaurisca al punto di non essere in grado di diffondere la dolce fragranza del cielo nella sua vita. Non abbiamo solo una vita da vivere. Gesù venne nel nostro mondo per insegnarci a vivere la vita, e poter rappresentare il carattere del Cielo. Mai dovremmo essere pavidi, perché questo è pregiudizievole nei nostri confronti e per coloro che sono alla portata della nostra influenza. Dio richiede che ci comportiamo con dignità nelle prove e nelle tentazioni. L’uomo di dolori, esperto nel patire, è davanti a noi come nostro esempio. “Colui che vince, lo farò sedere con me nel mio trono, così come io ho vinto e mi sono seduto con mio Padre sul suo trono”. (Apocalisse 3:21). VG 49.2

(Lettera 7, del 10 Febbraio 1885 diretta a Daniel T. Bourdeau uno dei nostri primi missionari in Europa) VG 49.3