Profeti e re
Capitolo 14: Lo Spirito e la potenza di Elia
Nei secoli successivi, il racconto dell’esperienza di Elia ha ispirato e incoraggiato tutti coloro che sono stati chiamati a lottare contro l’apostasia. Per noi “che ci troviamo agli ultimi termini dei tempi” esso riveste un significato speciale. La storia si ripete. Il mondo oggi ha i suoi Acab e le sue Gezabele; rassomiglia stranamente a quello nel quale visse il grande profeta. Forse non sono visibili gli altari dedicati agli idoli, come pure non si notano le statue, ma migliaia di persone seguono gli dei della nostra società: le ricchezze, la fama, il piacere, le filosofie che permettono agli uomini di seguire le inclinazioni dei loro cuori non rigenerati. Molti popoli hanno un concetto sbagliato di Dio e dei suoi attributi e quindi servono falsi dei come gli adoratori di Baal. Molti di coloro che si dicono cristiani hanno subìto influssi diametralmente opposti a Dio e alle sue verità. Si allontanano da ciò che è divino per esaltare ciò che è umano. PR 100.1
Lo spirito che prevale nel nostro tempo è un miscuglio di incredulità e di apostasia. Gli uomini pretendono di essere illuminati perché conoscono la verità, ma in realtà si tratta di cieca presunzione. Si esaltano le teorie umane che si sostituiscono a Dio e alla sua legge. Satana incita gli uomini alla disubbidienza con la premessa che così facendo essi troveranno la libertà, quella libertà che li farà essere simili agli dei. Si riscontra così uno spirito di opposizione alla chiara parola di Dio, di idolatrica esaltazione dell’umana sapienza posta al di sopra della rivelazione divina. PR 100.2
Conformandosi alle abitudini e agli influssi della società, gli uomini si sono lasciati attrarre dal male e dalla confusione, tanto da non riuscire più a distinguere il bene dal male, la verità dall’errore. Si sono allontanati dalla verità tanto da considerare l’opinione di qualche filosofo più importante delle verità bibliche. Le promesse della Parola di Dio, i suoi avvertimenti nei confronti della disubbidienza e dell’idolatria sembrano inutili per sensibilizzare i cuori. Una fede simile a quella di Paolo, Pietro e Giovanni sembra arretrata, mistica, indegna dell’intelligenza dei pensatori moderni. PR 100.3
Nel principio Dio diede all’umanità la sua legge come mezzo per raggiungere la felicità e la vita eterna. L’unica possibilità di Satana di ostacolare i piani di Dio era indurre uomini e donne a disubbidire a questa legge e il suo costante sforzo è stato di travisarne gli insegnamenti e di sminuirne l’importanza. Il suo colpo magistrale si è evidenziato nel tentativo di mutare la legge stessa in modo da portare gli uomini a violarne i precetti pur professando di ubbidire ai suoi princìpi. PR 100.4
Uno scrittore ha paragonato il tentativo di cambiare la legge di Dio a un’antica usanza che consisteva nel girare in una posizione sbagliata il cartello indicatore collocato all’incrocio di due strade importanti. La perplessità e gli inconvenienti che ne derivavano si possono facilmente immaginare. PR 101.1
Dio predispose una specie di segnaletica per coloro che viaggiavano nel nostro mondo. Un cartello indicava la volontaria ubbidienza al Creatore nel cammino verso la felicità e la vita, mentre l’altro indicava la via della disubbidienza che portava alla sofferenza e alla morte. La strada della felicità era chiaramente delineata come lo era quella che conduceva alle città di rifugio sotto la dispensazione ebraica. Purtroppo il nemico ha girato il cartello e così folle intere hanno smarrito la strada. PR 101.2
Per mezzo di Mosè, Dio diede le seguenti istruzioni agli israeliti: “Dovrete rispettare il sabato: è un segno del legame che c’è tra me e voi per tutte le generazioni; così riconoscerete che sono stato io a scegliervi. Rispettate dunque il sabato perché per voi è un giorno sacro. Chi non lo rispetterà... sarà messo a morte... Gli israeliti dovranno rispettare il riposo del sabato per tutte le generazioni; si tratta infatti di un impegno per sempre. Per sempre questo giorno sarà un segno del legame che c’è tra me e gli israeliti: io ho fatto il cielo e la terra in sei giorni, ma nel settimo ho smesso il lavoro e mi sono riposato”. Esodo 31:13-17. PR 101.3
Con queste parole il Signore definì chiaramente l’ubbidienza come via che conduce alla città di Dio, ma Satana ha spostato il pannello indicatore orientandolo nella direzione sbagliata: ha istituito un falso giorno di riposo e ha fatto credere che gli uomini ubbidissero ugualmente all’ordine del Creatore. Dio ha dichiarato che il settimo giorno è il giorno di riposo dell’Eterno. Quando “furono compiuti il cielo e la terra”, egli glorificò questo giorno rendendolo il memoriale della sua opera creatrice. “Il settimo giorno, terminata la sua opera, Dio si riposò. Il settimo giorno aveva finito il suo lavoro. Dio benedisse il settimo giorno e disse: ‘È mio!’” Genesi 2:2, 3. PR 101.4
All’uscita dall’Egitto il popolo eletto ricevette chiare istruzioni in merito. Al tempo della schiavitù gli israeliti subirono il giogo degli oppressori che li obbligarono a lavorare in giorno di sabato aumentando la quantità di lavoro richiesto ogni settimana e le condizioni di lavoro divennero sempre più aspre e impegnative. Ma essi furono liberati dalla schiavitù e condotti dove potevano osservare senza molestie tutti i precetti dell’Eterno. Al Sinai fu data la legge e una copia di essa fu scritta con il dito di Dio su due tavole di pietra e fu consegnata a Mosè. Durante i quarant’anni trascorsi nel deserto agli israeliti fu costantemente ricordato il giorno di riposo istituito da Dio, sia per il fatto che ogni settimo giorno non cadeva la manna, sia per la miracolosa conservazione della doppia porzione di manna che cadeva il giorno della preparazione o sesto giorno. PR 101.5
Prima di entrare nel paese della promessa, gli israeliti furono esortati da Mosè con queste parole: “Rispetta il giorno di sabato e consacralo a me...”. Deuteronomio 5:12. Dio voleva che, tramite una fedele osservanza del sabato, Israele si ricordasse del suo Creatore e Redentore. Se avesse osservato quel giorno nel giusto spirito non si sarebbe orientato verso l’idolatria. Ma se i precetti del Decalogo fossero stati trascurati, il Creatore sarebbe stato ben presto dimenticato e gli uomini avrebbero adorato falsi dei. “Io ho istituito il giorno del sabato come segno della relazione che esiste fra me e loro, perché si ricordassero che io, il Signore, li ho consacrati al mio servizio”. Ezechiele 20:12. Ciononostante “...avevano rifiutato di osservare le mie leggi, di ubbidire ai miei ordini, di rispettare il giorno del sabato tanto erano attaccati ai loro sporchi idoli” (Ezechiele 20:16) aggiunse il Signore. Invitandoli a tornare a lui, Dio insistette di nuovo sull’importanza di santificare il sabato. “Io sono il Signore, vostro Dio. Mettete in pratica i miei ordini, rispettate le mie leggi. Consacrate il giorno del sabato come segno della relazione che vi unisce a me. Vi ricorderà che io sono il Signore, vostro Dio!” Ezechiele 20:19, 20. PR 102.1
Nel richiamare l’attenzione di Giuda sui peccati che alla fine provocarono la sua cattività in Babilonia il Signore dichiarò: “...Si profana il giorno del sabato dedicato a me... Allora sfogherò la mia collera su di loro, li distruggerò con il fuoco del mio furore; pagheranno le conseguenze del loro comportamento”. Ezechiele 22:8, 31. PR 102.2
Quando Gerusalemme fu ricostruita al tempo di Neemia, la trasgressione del sabato fu oggetto di questi severi rimproveri: “Anche i vostri padri hanno agito così, ma Dio ha fatto venire su di noi e la nostra città tutti i mali che ben ricordate. Se non rispettate il sabato, voi attirate castighi sugli israeliti”. Neemia 13:18. PR 102.3
Nel corso del suo ministero terreno Gesù insistette sull’importanza del sabato. In tutti i suoi insegnamenti dimostrò rispetto per l’istituzione che egli stesso aveva concepito. In quell’epoca il sabato era così poco rispettato che la sua osservanza rifletteva il carattere egoista e dispotico dell’uomo piuttosto che quello di Dio. PR 102.4
Cristo rifiutò la falsa dottrina insegnata da coloro che pretendevano di conoscere Dio mentre in realtà ne avevano travisato gli insegnamenti. Sebbene oggetto della spietata ostilità dei rabbini, egli continuò a osservare il sabato secondo la legge divina, senza ascoltare minimamente le loro direttive. PR 103.1
Con un linguaggio inconfondibile, dichiarò, parlando della legge di Dio: “Non dovete pensare che io sia venuto ad abolire la legge di Mosè e l’insegnamento dei profeti. Io non sono venuto per abolirla ma per compierla in modo perfetto. Perché vi assicuro che fino a quando ci sarà il cielo e la terra, nemmeno la più piccola parola, anzi nemmeno una virgola, sarà cancellata dalla legge di Dio, e così fino a quando tutto non sarà compiuto. Perciò, chi disubbidisce al più piccolo dei comandamenti e insegna agli altri a fare come lui, sarà il più piccolo nel regno di Dio. Chi invece mette in pratica tutti i comandamenti e li insegna agli altri, sarà grande nel regno di Dio”. Matteo 5:17-20. PR 103.2
Durante la dispensazione cristiana il grande nemico della felicità dell’uomo si è scagliato in modo particolare contro il quarto comandamento. Satana dice: “Mi opporrò ai propositi di Dio. Incoraggerò i miei seguaci a non tener conto del memoriale del Signore, il settimo giorno della settimana. Dimostrerò agli uomini che il giorno benedetto e santificato dall’Eterno è stato cambiato. Quel giorno non rimarrà nelle menti degli uomini perché ne cancellerò perfino il ricordo. Lo sostituirò con un giorno che non ha l’impronta divina, un giorno che non sia un segno fra Dio e il suo popolo. Indurrò coloro che accettano questo mio giorno ad attribuirgli la santità conferita da Dio al settimo giorno. Tramite il mio giorno sostitutivo esalterò me stesso. Si osserverà il primo giorno della settimana e il mondo protestante accetterà questo giorno di riposo apocrifo come autentico. Con la trasgressione del sabato, istituito da Dio, getterò il discredito sulla legge divina. Farò in modo che le parole “un segno fra me e voi per tutte le vostre generazioni” siano applicate al mio giorno di riposo. In questo modo il mondo sarà mio; io sarò il dominatore della terra, il principe di questo mondo. Controllerò le menti degli uomini tanto che il sabato di Dio sarà oggetto di particolare disprezzo. Un segno? Farò dell’osservanza di questo giorno un segno di infedeltà nei confronti delle autorità della terra. Le leggi degli uomini saranno così drastiche che nessuno oserà più osservare il sabato per timore di mancare di cibo e di vestiario. I credenti si uniranno con il mondo nella trasgressione della legge divina. La terra sarà così interamente sotto il mio dominio”. PR 103.3
Stabilendo un falso giorno di riposo il nemico ha pensato di cambiare i tempi e le leggi. Ma è davvero riuscito a cambiare la legge di Dio? La risposta ci viene dal capitolo 31 dell’Esodo. Colui che è lo stesso ieri, oggi e in eterno ha detto a proposito del settimo giorno: “...Dovrete rispettare il sabato... Per sempre questo giorno sarà un segno del legame che c’è tra me e gli Israeliti...”. Esodo 31:13, 17. Il pannello indica la via sbagliata, ma Dio non è mutato. Egli è sempre l’Onnipotente Dio d’Israele. “Per lui, i popoli sono come una goccia in un secchio, come la polvere su una bilancia; per lui le popolazioni lontane pesano meno di un granello di sabbia. Per un sacrificio degno di Dio non bastano tutti gli animali del Libano... Di fronte a Dio tutti i popoli sono come un nulla, per lui non valgono niente, non sono che ombre!” Isaia 40:15-17. PR 103.4
Dio è geloso della sua legge oggi come lo era ai tempi di Elia e di Acab. PR 104.1
Ma in che modo questa legge è ignorata? Guardate il mondo di oggi in aperta ribellione contro Dio. La nostra generazione è composta da persone scontente, ingrate, caratterizzate dal formalismo, dalla falsità, dall’orgoglio e dall’apostasia. Gli uomini trascurano la Bibbia e odiano la verità. Gesù vede la sua legge rigettata, il suo amore disprezzato, i suoi messaggeri trattati con indifferenza. Ha parlato tramite le sue benedizioni, ma non sono state riconosciute, ha parlato tramite i suoi avvertimenti, ma nessuno ne ha tenuto conto. I cortili del tempio dell’animo umano sono stati trasformati in un luogo di traffico profano: egoismo, invidia, orgoglio, malizia sono sistematicamente alimentati. PR 104.2
Molti non esitano a disprezzare la Parola di Dio. Coloro che credono ancora a questa parola vengono messi in ridicolo; la legge e l’ordine vengono sempre più disprezzati perché vengono trasgrediti i comandamenti divini. La violenza e il crimine ne rappresentano i risultati visibili. Come è triste constatare la povertà e la miseria dei popoli che si inchinano davanti agli idoli, cercando invano la felicità e la pace! Il disprezzo del comandamento relativo al sabato è quasi universale. Si vede con quale cinismo alcuni uomini promulgano decreti per salvaguardare la pretesa santità del primo giorno della settimana, e nello stesso tempo ne emettono altri che permettono la vendita di alcolici! La loro saggezza non si fonda sulle Scritture, essi cercano di costringere le coscienze mentre favoriscono un vizio che degrada e avvilisce gli esseri creati a immagine di Dio. È Satana stesso che ispira simili leggi. Sa benissimo che la collera divina raggiungerà coloro che considerano i decreti umani superiori alle leggi di Dio e fa l’impossibile per sviare gli uomini indicando loro la via che conduce alla morte. PR 104.3
Gli uomini si sono talmente interessati alle opinioni e alle istituzioni umane che quasi tutto il mondo adora degli idoli. Colui che si è sforzato di mutare la legge di Dio impiega tutti i mezzi possibili per indurre uomini e donne a schierarsi contro il Signore e annientare quel segno che distingue i giusti. Dio però non permetterà che la sua legge sia costantemente trasgredita e impunemente disprezzata. Verrà il tempo in cui “...l’orgoglio umano cesserà e l’arroganza umana sarà distrutta. Allora si vedrà che solo il Signore è grande!” Isaia 2:11. PR 104.4
Lo scetticismo può considerare le giuste esigenze della legge di Dio con scherno, disprezzo e superiorità; la mondanità può contaminare la maggior parte degli uomini e dominarne la minoranza; la proclamazione del messaggio di Dio può richiedere grandi sforzi e sacrifici continui; ma alla fine la verità trionferà gloriosamente. PR 105.1
Quando il Signore concluderà la sua opera sulla terra, la legge divina sarà di nuovo esaltata. La falsa religione può avere il sopravvento, l’iniquità può abbondare, l’amore di molti può raffreddarsi, la croce di Cristo può essere ignorata e le tenebre spirituali invadere il mondo, l’opinione pubblica può volgersi contro la verità, complotti su complotti possono essere orditi per abbattere il popolo di Dio, ma nell’ora del supremo pericolo il Dio di Elia invierà degli uomini la cui voce non potrà essere ridotta al silenzio. Nei grandi agglomerati urbani, nei luoghi dove gli uomini avranno bestemmiato contro l’Onnipotente, si innalzerà una voce di severo rimprovero. Uomini scelti da Dio denunceranno coraggiosamente l’unione fra la chiesa e il mondo e con slancio inviteranno uomini e donne a passare dall’osservanza di una istituzione umana all’osservanza del vero giorno di riposo. Essi proclameranno a ogni nazione e lingua: “...Date a Dio il rispetto e l’ubbidienza, lodatelo, perché è venuto il momento in cui egli giudicherà il mondo. Inginocchiatevi davanti a colui che ha fatto il cielo, la terra, il mare e le sorgenti... Chiunque adora il mostro e la sua statua, e riceve il suo marchio sulla fronte o sulla mano, berrà il vino dell’ira di Dio, versato puro nel calice del suo terribile giudizio...”. Apocalisse 14:7, 9. PR 105.2
Dio non violerà il suo patto, non modificherà le parole che sono uscite dalla sua bocca; esse sono eterne, immutabili come il suo trono. Nel giorno del giudizio i comandamenti verranno presentati così come sono stati scritti dal dito di Dio. Gli uomini passeranno davanti al tribunale della giustizia suprema per ascoltare la loro sentenza. PR 105.3
Oggi come ai giorni di Elia, la linea di demarcazione fra gli osservatori dei comandamenti di Dio e gli adoratori di falsi dei è chiaramente tracciata. “...Fino a quando ondeggerete senza decidervi? Se il Signore è Dio servitelo; ma se il Dio è Baal servite lui!” 1 Re 18:21. Ed ecco il messaggio per la nostra epoca: “... È caduta! La grande Babilonia è caduta! (...) Uscite da Babilonia, popolo mio, per non diventare complici dei suoi peccati; fuggite, per non subire insieme con lei il castigo che la colpisce”. Apocalisse 18:2, 4, 5. PR 105.4
Sta per scoccare l’ora in cui ognuno di noi sarà messo alla prova. Sarà imposta l’osservanza del falso sabato e si scatenerà la lotta fra i comandamenti di Dio e quelli degli uomini. Coloro che si sono adeguati a poco a poco alle esigenze della società e si sono conformati alle abitudini mondane cederanno alle sollecitazioni umane piuttosto che esporsi al ridicolo, alla derisione, alla minaccia di carcerazione e di morte. Allora l’oro sarà separato dalle scorie. La vera religione sarà nettamente distinta dalla semplice apparenza. Molte stelle da noi ammirate per il loro splendore svaniranno nelle tenebre. Coloro che hanno indossato i paramenti sacerdotali ma non hanno rivestito la giustizia di Cristo appariranno in tutta la vergogna della loro nudità. PR 106.1
Fra gli abitanti della terra, sparsi in ogni parte del mondo, ve ne sono alcuni che non hanno piegato il ginocchio davanti a Baal. Simili alle stelle che appaiono solo di notte, questi fedeli risplenderanno quando le tenebre copriranno la terra e una fitta oscurità avvolgerà i popoli. Nell’Africa pagana, nei paesi cattolici in Europa, in America del sud, in Cina, in India, nelle isole lontane e in ogni angolo sperduto della terra il Signore ha un gran numero di fedeli che brilleranno in mezzo alle tenebre rivelando chiaramente all’umanità apostata la potenza trasformatrice dell’ubbidienza alla sua legge. PR 106.2
Già oggi li vediamo emergere in ogni nazione, popolo, tribù e lingua. Nel giorno della grande apostasia, quando Satana tenterà di fare il possibile perché “tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi” ricevano, per scampare alla pena di morte, il suggello dell’ubbidienza al falso giorno di riposo, questi fedeli “autentici figli di Dio” che vivono “senza colpa e con semplicità” risplenderanno “come stelle nel cielo”. Filippesi 2:15. Più la notte sarà scura più viva sarà la loro luce. PR 106.3
Che strana idea quella di Elia di voler contare i fedeli in Israele quando i giudizi di Dio si stavano abbattendo sul popolo apostata! Era riuscito a trovare soltanto un uomo fedele al Signore. Ma quando disse: “Sono rimasto solo io, ma cercano di togliermi la vita!”, la parola del Signore lo sorprese: “Risparmierò settemila israeliti, tutti quelli che non hanno piegato le ginocchia davanti al dio Baal...”. 1 Re 19:14, 18. PR 106.4
Perciò che nessuno cerchi, oggi, di contare Israele, ma piuttosto che ognuno abbia un cuore traboccante d’amore, come quello di Cristo, per salvare gli uomini di un mondo perduto. PR 106.5