Profeti e re
Capitolo 55: Complotti dei pagani
Sanballat e i suoi complici non osavano contrastare apertamente gli ebrei, ma con crescente astuzia continuavano di nascosto a fare il possibile per scoraggiarli, sconcertarli e danneggiarli. Le mura di Gerusalemme stavano per essere completate. Una volta terminate e poi sistemate le porte, i nemici d’Israele non avrebbero più potuto sperare di penetrare nella città; ecco perché volevano a tutti i costi fermare al più presto i lavori. Alla fine escogitarono un piano grazie al quale speravano di destituire Neemia e quando sarebbe stato nelle loro mani lo avrebbero ucciso o imprigionato. PR 332.1
Col pretesto di trovare un’intesa fra i contendenti chiesero un incontro con Neemia in un villaggio della pianura di Ono. Ma, avvertito dallo Spirito Santo delle loro vere intenzioni, egli rifiutò. “Io mandai loro questa risposta — scrive Neemia: “Sono ancora troppo impegnato e non posso muovermi. Non intendo abbandonare i lavori e farli interrompere solo per incontrarvi”. Per quattro volte mi invitarono e io diedi sempre la stessa risposta”. Neemia 6:3. PR 332.2
Visto che questo piano era fallito, essi ricorsero a uno stratagemma più audace. Sanballat mandò a Neemia un messaggero con una lettera aperta che diceva: “Tra le popolazioni non israelite gira una voce che mi ha riferito Ghesem: si dice che tu e i tuoi connazionali state preparando una rivolta e proprio per questo avete ricostruito le mura. Inoltre si dice che tu vuoi diventare re della Giudea e hai già convinto alcuni profeti: sono pronti a dare l’annuncio a Gerusalemme che tu sei il re della Giudea. La notizia arriverà certamente al re. È meglio che noi ci incontriamo per parlare di tutto questo”. Neemia 6:6, 7. PR 332.3
Se le voci menzionate dal nemico fossero state fatte effettivamente circolare, Neemia avrebbe avuto dei motivi per preoccuparsi perché ben presto sarebbero giunte al re e il minimo sospetto da parte sua avrebbe provocato le più severe misure. Ma Neemia era convinto che la lettera fosse del tutto falsa, scritta per intimidirlo e attirarlo in una trappola. Questa idea scaturiva dal fatto che la lettera era stata inviata aperta, affinché potesse essere letta al popolo che a sua volta sarebbe stato spaventato e intimidito dal suo contenuto. PR 332.4
Egli inviò subito la risposta: “Non c’è niente di vero in quello che scrivi. È tutta una tua invenzione”. Neemia 6:8. Non ignorava gli inganni di Satana; sapeva che il nemico faceva degli sforzi disperati per scoraggiare coloro che erano impegnati nei lavori e per far cessare l’opera di restaurazione. PR 333.1
Satana era stato ripetutamente sconfitto e, con maggiore malignità e astuzia, tese un’insidia ancora più pericolosa al servitore di Dio. Sanballat e i suoi accoliti pagarono degli uomini che si sarebbero spacciati per amici di Neemia affinché gli dessero dei cattivi consigli definiti messaggi del Signore. L’ideatore di questa iniziativa era Semaia, un uomo che Neemia aveva molto stimato in passato. Egli si chiuse in una stanza vicino al santuario come se temesse per la sua vita. Il tempio, allora, era protetto da mura e da porte mentre quelle della città non erano state ancora sistemate. Manifestando grande preoccupazione per la sicurezza di Neemia, Semaia gli consigliò di rifugiarsi nel tempio. Propose: “Nascondiamoci insieme nel tempio, dentro la sala centrale. Chiudiamo bene le porte: i nemici vogliono ucciderti, certamente di notte verranno”. Neemia 6:10. PR 333.2
Se Neemia avesse seguito questo falso consiglio avrebbe sacrificato la sua fede in Dio e sarebbe apparso, agli occhi del popolo, codardo e spregevole. Per adempiere l’importante opera che aveva intrapreso e per testimoniare la sua fiducia nella potenza divina, non poteva essere incoerente e nascondersi per paura. L’allarme si sarebbe propagato fra il popolo e ognuno avrebbe cercato di mettersi in salvo. La città, lasciata senza protezione, sarebbe diventata facile preda dei suoi nemici. Una simile decisione da parte di Neemia avrebbe significato la perdita di valore di tutto ciò che era stato realizzato fino a quel momento. PR 333.3
Neemia non tardò a rendersi conto del vero carattere e dello scopo del suo consigliere: “Ripensandoci, capii che questo consiglio non veniva da Dio: Sanballat e Tobia l’avevano pagato per questo. Volevano che io, per paura, compissi quel gesto proibito. Così mi avrebbero disonorato e rovinato”. Neemia 6:12. PR 333.4
Il cattivo consiglio dato da Semaia era appoggiato da alcuni uomini molto influenti che, pur dichiarandosi amici di Neemia, si erano accordati segretamente con i suoi nemici. Però fu inutile tendere questo laccio all’uomo di Dio. La coraggiosa risposta di Neemia fu: “Un uomo come me non corre a nascondersi. Potrei forse entrare nel santuario e aver salva la vita? Non lo farò mai!” Neemia 6:11. PR 333.5
Nonostante i complotti del nemico, tramati in, segreto o apertamente, il lavoro di costruzione proseguì speditamente e, dopo circa due mesi dall’arrivo di Neemia a Gerusalemme, la città fu nuovamente circondata dalle sue mura di difesa e i costruttori poterono camminare su di esse e guardare dall’alto i loro nemici sconfitti e attoniti. Cfr. Neemia 6:16. PR 333.6
Nonostante la chiara manifestazione del fatto che Dio fosse all’opera non si riuscì a reprimere il malcontento, la ribellione e il tradimento fra gli israeliti. “Ma anche in quei giorni ci fu un fitto scambio di lettere fra Tobia e i nostri capi. Molti di loro erano imparentati con lui e stavano dalla sua parte. Tobia era il genero di Secania...”. Neemia 6:17, 18. Ecco le disastrose conseguenze dei matrimoni misti. Una famiglia di Giuda si era imparentata coi nemici del popolo di Dio e da lì era nato il complotto contro Neemia. Vi furono diversi altri casi analoghi. Questa gente, come tutti coloro che avevano contratto matrimoni simili e che erano usciti dall’Egitto con Israele, fu fonte di costanti difficoltà. Essi non servirono il Signore con tutto il loro cuore e quando la sua opera esigeva un sacrificio erano pronti a violare il patto che avevano solennemente accettato. PR 334.1
Alcuni di coloro che erano stati fra i primi a tramare il male nei confronti degli ebrei ora manifestavano il desiderio di diventare loro amici. I nobili di Giuda che erano anch’essi coinvolti nei matrimoni misti e che avevano avuto una corrispondenza sleale con Tobia, fino a giurare di servirlo, ora lo indicavano come un uomo capace e lungimirante per cui un’alleanza con lui sarebbe stata molto vantaggiosa per gli ebrei. Nello stesso tempo lo tenevano al corrente dei piani e dei movimenti di Neemia. In questo modo l’opera di Dio era esposta agli attacchi dei nemici ed era così possibile fraintendere le parole e le azioni di Neemia per ostacolarne l’opera. PR 334.2
Quando i poveri e gli oppressi si erano rivolti a Neemia perché facesse loro giustizia egli aveva preso coraggiosamente le loro difese ed era riuscito a cancellare il disonore che li opprimeva. Ma l’autorità di cui si era servito per aiutare i suoi concittadini non l’aveva utilizzata in suo favore. I suoi nobili gesti erano stati ripagati con l’ingratitudine e il tradimento, ma egli non esercitò il suo potere per punire gli altri. Con calma e disinteresse continuò a lavorare per il suo popolo senza mai trascurare il suo impegno. PR 334.3
Gli attacchi di Satana sono stati sempre diretti contro coloro che cercano di far progredire l’opera di Dio e il suo regno. Sebbene spesso frustrato, il nostro nemico non ha smesso di rinnovare i suoi attacchi con sempre nuovo vigore, usando mezzi fino ad allora sconosciuti. Ciò che bisogna temere maggiormente è il lavoro che compie segretamente tramite coloro che si dichiarano sostenitori dell’opera di Dio. L’aperta opposizione, anche se è aspra e crudele, è meno pericolosa per l’opera del Maestro dell’odio dissimulato di chi dichiara di servirlo, e che è in realtà un seguace di Satana. Essi favoriscono l’opera di coloro che utilizzano le loro conoscenze per ostacolare l’opera di Dio. PR 334.4
Il principe del male può escogitare tutti gli stratagemmi possibili per spingere i collaboratori di Dio ad allearsi con i suoi agenti. Tramite sollecitazioni continue cercherà di distoglierli dal loro dovere, ma come Neemia essi dovrebbero rispondere con decisione: “Sono ancora troppo impegnato e non posso muovermi”. PR 335.1
I collaboratori del Signore devono continuare a svolgere il loro compito senza preoccuparsi d’altro, impegnandosi a confutare le menzogne del nemico che tenta di ostacolarli. Come i riparatori delle mura di Gerusalemme, non devono lasciarsi distrarre nella loro opera da minacce, inganni o falsi rapporti e neanche lasciarsi andare un solo istante perché i nemici sono in agguato. Preghino il Signore e mettano “...contro di loro delle sentinelle giorno e notte” per difendersi dai loro attacchi. Neemia 4:9 (Luzzi). PR 335.2
Nella misura in cui si avvicina il tempo della fine le tentazioni di Satana saranno dirette soprattutto contro i collaboratori di Dio. Egli ricorrerà ad agenti umani per schernire e insultare coloro che “riparano le brecce”. Ma se i costruttori scendessero per affrontare gli attacchi del nemico, il lavoro subirebbe un ritardo. Essi quindi devono sforzarsi di smascherare i complotti degli avversari senza per questo lasciarsi distrarre dal loro lavoro. La verità è più forte dell’errore e la giustizia trionferà sulla malvagità. PR 335.3
I collaboratori di Dio non permetteranno che i loro nemici conquistino la loro amicizia e la loro simpatia tanto da essere distolti dal loro dovere. Colui che, tramite qualche imprudenza, espone l’opera di Dio al biasimo o indebolisce l’efficacia dei suoi collaboratori, si macchia di un errore non facilmente riparabile e mette in discussione la possibilità di essere utile alla sua opera in futuro. PR 335.4
“Chi trascura la Legge loda il malvagio; chi osserva la legge lo combatte”. Proverbi 28:4. Come fece Neemia bisogna diffidare ed evitare quegli uomini che perseguono le stesse finalità della società corrotta pur invocando una grande purezza d’intenti nell’unirsi a coloro che hanno sempre combattuto la verità. Tutto ciò è ispirato dal nemico del bene. Oggi come un tempo dobbiamo insorgere contro le tesi degli opportunisti. Tutti coloro che mirano a scuotere la fede del popolo di Dio siano energicamente ostacolati. PR 335.5
Neemia non cadde preda del nemico grazie alla sua costante dedizione per l’opera di Dio e alla sua salda fiducia in lui. La persona indolente è facile preda della tentazione, ma colui che persegue un nobile scopo, un grande ideale, non si lascerà sconfiggere dal male. La fede di colui che progredisce costantemente non si indebolisce perché ovunque distingue l’amore infinito che fa convergere tutte le cose verso la realizzazione del piano divino. I veri collaboratori di Dio agiscono con una convinzione che non conosce tentennamenti perché i loro sguardi sono sempre rivolti al trono della grazia. PR 335.6
Dio promette la sua assistenza ogni volta che le risorse umane si indeboliscono. Egli offre il suo Santo Spirito per aiutarci in ogni difficoltà, per rafforzare la nostra speranza e la nostra sicurezza, per illuminare le nostre menti e purificare i nostri cuori. Egli suscita nuove opportunità e nuovi sbocchi ai suoi servitori per il compimento del loro dovere. Se il suo popolo seguisse le sue indicazioni e fosse pronto a collaborare con lui otterrebbe grandi risultati. PR 336.1