Messaggio ai giovani

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Capitolo 44: Rinunciare a se stessi

Gesù rinunciò a se stesso totalmente, tanto che nelle sue azioni il suo io non si manifestava. Egli sottopose tutto alla volontà del Padre. Quando la sua missione sulla terra stava per concludersi disse: “Io ho manifestato la tua gloria sulla terra, portando a termine l’opera che mi avevi affidato”. Giovanni 17:4. Ora egli ci chiede: “Accogliete le mie parole e lasciatevi istruire da me. Io non tratto nessuno con violenza e sono buono con tutti...” Matteo 11:29. “...Se qualcuno vuol venire con me, smetta di pensare a se stesso...” Matteo 16:24. L’io deve essere spodestato e non deve più tiranneggiare sullo spirito. MG 109.1

Pensando alle rinunce e all’umiltà del Cristo saremo spinti a ripetere le parole di Daniele quando scorse qualcuno che assomigliava al Figlio dell’uomo: “...La mia faccia cambiò colore, divenni pallido e mi sentii svenire”. Daniele 10:8. La natura umana ci porta a lottare per la supremazia e per il gusto della competizione, ma il discepolo del Cristo rinuncia a se stesso, al suo orgoglio e alla sua sete di potere. C’è silenzio nel suo cuore. Egli si abbandona alla volontà dello Spirito Santo e non ha più il desiderio di prevaricare. Non nutre più l’ambizione di mettersi in evidenza. La sua massima aspirazione è gettarsi ai piedi del Salvatore. Egli si rivolge a Gesù, aspettando che la sua mano lo guidi e la sua voce lo conduca. Paolo visse quest’esperienza. Affermò: “...Sono stato crocifisso con Cristo. Non son più io che vivo: è Cristo che vive in me. La vita che ora vivo in questo mondo la vivo per la fede nel Figlio di Dio che mi ha amato e volle morire per me”. Galati 2:19, 20. — Thoughts from the Mount of Blessing, 30, 31. MG 109.2