Messaggio ai giovani

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La via larga

Nella via larga tutti sono indaffarati a curare la propria persona, il proprio abbigliamento e a ricercare i piaceri della vita. Si abbandonano a un’allegria frivola, senza pensare alla fine del loro viaggio e alla distruzione certa che li attende in fondo al sentiero. Ogni giorno che passa non fanno che avvicinarsi sempre più alla loro rovina. Eppure corrono e si affannano senza fermarsi. Che scena terribile! MG 86.2

Vidi che molti percorrevano quella strada larga ed esibivano delle scritte: “Sono morto per il mondo. La fine è vicina. Anche voi siate pronti”. Ostentavano tutti un’aria di persone orgogliose e vanitose, tranne il velo di tristezza che scorsi sui loro volti. MG 86.3

Le loro conversazioni apparivano superficiali e prive di senso, proprio come quelle di chi li circondava. Ogni tanto indicavano con grande orgoglio le parole scritte sui loro abiti, invitando gli altri a trascriverle sui propri. Si trovavano nella via larga, ma dicevano di far parte di quel gruppo di persone che camminavano nella via stretta. Quelli che stavano accanto a loro dicevano: “Non c’è nessuna differenza fra noi e loro. Sono uguali a noi. Si vestono, parlano e si comportano come noi”... MG 86.4

Vidi che coloro che dicevano di osservare il sabato, in realtà si conformavano al mondo. Questo è un grosso pericolo per la loro professione di fede e per l’opera di Dio. In questo modo smentiscono la loro fede. Credono di non essere come gli altri, ma in realtà assomigliano talmente a loro nell’abbigliamento, nei discorsi e nel comportamento, che non esiste nessuna differenza. Notai che indossavano ornamenti e gioielli, senza pensare che Dio poteva chiamarli da un momento all’altro ed essi potevano ritrovarsi in punto di morte. Quando poi si avvicinerà per loro il momento di lasciare il mondo, dal loro volto trasparirà un’angoscia profonda di fronte all’interrogativo: “Sono pronto per morire? Sono pronto per apparire in giudizio davanti a Dio, per superare la grande prova?” MG 86.5

Provate a chiedere cosa pensano dei loro ornamenti. Domandate se sanno cosa significa prepararsi per presentarsi davanti a Dio. Vi diranno che se potessero tornare indietro per vivere una seconda vita, essi cambierebbero il loro comportamento. Eviterebbero le pazzie di questo mondo, le sue vanità e le sue superbie. Ricorrerebbero a un abbigliamento modesto ed essenziale. Sarebbero un esempio per gli altri e vivrebbero alla gloria di Dio. Perché è così difficile condurre una vita semplice e umile? Perché chi si definisce cristiano è ancora vulnerabile e sensibile alle tentazioni della società in cui vive. Pensa di averle superate mentre in realtà ne è vittima. Molti sono come gli israeliti che nel deserto avevano nostalgia di ciò che mangiavano in Egitto. Cfr. Numeri 11:5. Vogliono apparire e comportarsi il più possibile come gli altri e allo stesso tempo ottenere la vita eterna. Altri provano vie diverse, ma alla fine non riescono a percorrere la strada stretta... MG 87.1

Le persone oneste non potranno accampare scuse. Molti si vestono come impone la moda per sentirsi qualcuno nella vita, ma commettono un grosso errore. Se essi vogliono veramente esercitare un influsso positivo sugli altri, vivano la loro fede e la manifestino attraverso un comportamento corretto, sottolineando la linea di demarcazione fra il cristianesimo e lo stile di vita della società. Penso che le nostre parole, i nostri abiti e le nostre azioni debbano parlare di Dio. In questo modo tutti potrebbero beneficiare dell’influsso divino e saprebbero riconoscere che siamo “stati con Gesù”. Coloro che non credono noteranno che la verità che professiamo ha effetti positivi; vedranno, inoltre, che la fede nel ritorno del Cristo trasforma il carattere di uomini e donne. Se qualcuno di loro desidera esercitare un influsso positivo, parlando della verità, lo faccia imitando il Modello di umiltà. MG 87.2