Messaggio ai giovani

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Capitolo 137: Socievolezza cristiana e cortesia

Il popolo di Dio è poco socievole. Nelle nostre scuole questo è un aspetto dell’educazione cristiana che non deve essere trascurato. Agli studenti è necessario far capire che essi non sono atomi indipendenti, ma che ciascuno è come un filo che deve intrecciarsi con altri fili per comporre un insieme omogeneo. Non esiste una scuola migliore della famiglia per trasmettere questi insegnamenti. Nel suo ambito, gli studenti hanno ogni giorno delle opportunità che, se ben sfruttate, contribuiranno enormemente a renderli più socievoli e a sviluppare il carattere. Sta a loro perciò utilizzare al meglio il tempo e le possibilità allo scopo di formare un carattere che li renderà felici e utili nella società. Chi si chiude in se stesso, rifiutando di unirsi agli altri e rappresentare per loro una benedizione, perde tantissimi benefici perché i rapporti umani affinano lo spirito. Le relazioni sociali offrono l’occasione di fare nuove conoscenze e stringere amicizie: esse creano un’atmosfera di unità e di amore che sarà gradita a Dio e agli abitanti del cielo. MG 284.2

Soprattutto coloro che hanno sperimentato l’amore del Cristo devono sviluppare dei rapporti umani, perché così potranno condurre altre persone al Salvatore. Il Cristo non deve restare nascosto nei cuori come se fosse un tesoro segreto, ambito e sacro, custodito gelosamente solo per se stessi. L’amore del Cristo non deve essere trasmesso soltanto a chi vogliamo. Gli studenti devono imparare a essere socievoli e premurosi, come il Cristo, nei confronti di coloro che hanno bisogno d’aiuto, anche se essi non sono i loro amici preferiti. In ogni momento, e ovunque si trovasse, Gesù esprimeva sempre un interesse affettuoso per il prossimo, manifestando serena compassione. I nostri studenti devono prendere esempio da lui ripercorrendo i suoi passi, dimostrando il suo stesso interesse altruistico, la simpatia e l’amore per i loro amici, impegnandosi a condurli a Gesù. Il Cristo deve abitare nel loro cuore come una fonte d’acqua viva che sgorga fino alla vita eterna, ravvivando tutti coloro con cui vengono in contatto. MG 284.3

Questa missione affettuosa e spontanea nei confronti degli altri, in un’epoca in cui c’è n’è davvero bisogno, risulta preziosa agli occhi di Dio. Gli studenti, perciò, anche quando sono a scuola possono, se sono coerenti con i loro principi, diventare missionari attivi per il Signore. Tutto ciò richiederà del tempo, ma questi momenti saranno preziosi perché così gli allievi impareranno come presentare il messaggio del cristianesimo agli altri. MG 285.1

Il Cristo non si rifiutava di mescolarsi alla gente e stabilire dei contatti con loro. Quando veniva invitato alle feste dei farisei e dei pubblicani, accettava di parteciparvi. In quelle occasioni le sue parole erano un profumo di vita per i suoi interlocutori perché sfruttava quei momenti per trasmettere loro preziosi insegnamenti che rispondevano ai loro bisogni. E così insegnava anche ai suoi discepoli come si dovevano comportare quando si trovavano in compagnia sia di credenti sia di atei. — Testimonies for the Church 6:172, 173. MG 285.2