La famiglia cristiana

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Capitolo 66: Allegria

Il vero cristiano deve essere allegro

Non permettete alle difficoltà e alle preoccupazioni quotidiane di turbare la vostra mente e oscurare il vostro viso. Se avete questa tendenza, ci sarà sempre qualcosa che vi irriterà e vi annoierà. La vita è il risultato delle nostre azioni, e vi troveremo quello che cercheremo. Se coltiviamo la tristezza e l’apprensione, se la nostra mente ha la tendenza a ingrandire le più piccole difficoltà, ne troveremo abbastanza sul nostro cammino per pensarci e parlarne. Ma se consideriamo gli aspetti positivi, scopriremo i motivi per essere allegri e felici. Se distribuiamo sorrisi, li riceveremo; se pronunciamo parole gentili e allegre, ne saremo ripagati. Quando i cristiani si mostrano cupi e depressi, come se non avessero nessun amico, essi offrono un’immagine alterata della religione. Alcuni pretendono che l’allegria sia incompatibile con la dignità di un carattere cristiano, ma questo è un errore. In cielo regna la gioia; se pensiamo alla felicità che ci attende e, nella misura del possibile, la esprimiamo nelle nostre parole e nel nostro comportamento, saremo più graditi al Signore che se fossimo cupi e tristi. FC 175.5

Ognuno deve coltivare l’allegria invece di vedere tutto nero pensando sempre alle proprie preoccupazioni e ai propri dolori. In questo modo molte persone non solo diventano infelici, ma sacrificano la loro salute e la loro felicità a un’immaginazione morbosa. Non apprezzano determinate situazioni e il loro atteggiamento esprime, meglio di quanto non farebbero le parole, un continuo malcontento. Questi sentimenti negativi pregiudicano gravemente il loro stato fisico: per esempio, ostacolando il processo digestivo essi minano l’assimilazione del nutrimento. La preoccupazione e l’ansia, che non contribuiscono a far guarire nessuna malattia, possono provocare gravi disturbi, mentre l’allegria e la speranza, possono illuminare la vita di altri, essendo “vita per quelli che li trovano” (cfr. Proverbi 4:22) e “salute per tutto il loro corpo”. Cfr. Proverbi 3:8.1 FC 176.1