I tesori delle testimionianze 2

221/314

Popolarità mediante il rilassamento dei principi

Alcuni possono sostenere che dando all’istruzione religiosa un posto preminente, le nostre scuole diventeranno impopolari e non saranno sostenute da chi non appartiene alla nostra fede. Benissimo! In tal caso vadano pure in altre scuole dove troveranno un sistema pedagogico confacente ai loro gusti. Satana, grazie a siffatte considerazioni, si prefigge di impedire il raggiungimento dell’obiettivo in vista del quale le nostre scuole sono state fondate. Inceppati dalle sue insidie, i direttori ragionano secondo il mondo, ne copiano i metodi e ne imitano le consuetudini. Molti hanno rivelato a tal segno la loro mancanza della saggezza che viene da alto, che si sono uniti ai nemici di Dio e della verità, provvedendo per gli studenti passatempi mondani. In questo modo essi attirano su di sé la disapprovazione divina, perché sviano la gioventù e fanno l’opera di Satana. Essi poi la ritroveranno, con tutte le sue conseguenze, davanti al tribunale di Dio. TT2 278.1

Quanti agiscono così dimostrano che non ci si può fidare di loro. Fatto il male, possono confessare il loro errore; però possono annullare l’influsso che essi esercitano? Potrà dirsi “Bene sta!” a chi è stato infedele al suo mandato? Questi operai sleali non hanno edificato sulla Rocca eterna, e il loro fondamento risulterà fatto di sabbie mobili. Quando il Signore ci chiede di essere differenti e distinti dagli altri, come possiamo aspirare alla popolarità e cercare di imitare i costumi e le abitudini del mondo? “Non sapete voi che l’amicizia del mondo è inimicizia contro Dio? Chi dunque vuole essere amico del mondo si rende nemico di Dio”. Giacomo 4:4. TT2 278.2

Diminuire le norme per assicurarsi la popolarità, l’incremento numerico e farne motivo di esultanza, rivela una grande cecità. Se il numero costituisse la prova della buona riuscita, Satana potrebbe rivendicare la preminenza: i suoi seguaci nel mondo sono la grande maggioranza. E’ il livello morale di una scuola che rivela la sua prosperità. La virtù, l’intelligenza e la pietà delle persone che compongono le nostre scuole sono motivo di gioia e di gratitudine e non il loro numero. Dovranno le nostre scuole convertirsi al mondo e seguirne gli usi e i costumi? “Io vi esorto dunque fratelli, per le compassioni di Dio... non vi conformate a questo secolo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza quale sia la volontà di Dio, la buona, accettevole e perfetta volontà”. Romani 12:1, 2. TT2 278.3

Gli uomini ricorreranno a ogni mezzo per rendere meno evidente la differenza fra gli Avventisti del 7° Giorno e gli osservatori del primo giorno della settimana. Mi fu mostrato un gruppo di persone che si dicevano Avventisti del 7° Giorno le quali suggerivano che il vessillo o emblema che fa di noi un popolo ben distinto non sia sbandierato con tanta tenacia. Asserivano che non è questo il metodo migliore per garantire il successo delle nostre istituzioni. Nondimeno non è questo il momento di ammainare la nostra bandiera e di arrossire della nostra fede. Questo vessillo rivelatore descritto: “Qui è la costanza dei santi che osservano i comandamenti di Dio e la fede di Gesù” deve essere portato in tutto il mondo sino alla fine del tempo di grazia. Mentre deve aumentare l’opera per avanzare in vari luoghi, non si deve dissimulare la propria fede nell’intento di assicurarci degli appoggi. E’ indispensabile che la verità raggiunga le anime che stanno per perire; e se essa rimane in qualche modo occultata, Dio viene disonorato e il sangue delle anime si ritroverà sulle nostre vesti. TT2 278.4

Finché coloro che sono in rapporto con le nostre istituzioni procederanno umilmente con Dio, le intelligenze celesti collaboreranno con loro; però tutti rammentino che Dio ha detto: “Io onoro quelli che mi onorano”. 1 Samuele 2:30. Neppure per un solo istante si dovrebbe dare l’impressione a chicchessia che sarebbe profittevole celare la propria fede e le proprie dottrine dinanzi alla gente incredula del mondo per tema di non essere dovutamente stimato a motivo dei suoi princìpi. Ciascuno deve occupare la propria posizione ed essere ciò che Dio ha stabilito che egli sia: uno spettacolo per il mondo, per gli angeli e per gli uomini. L’universo intero guarda con inesprimibile interesse la fase conclusiva della grande lotta fra Cristo e Satana. Ogni cristiano deve essere una luce, non già nascosta sotto il moggio o sotto il letto, ma collocata su un candeliere affinché illumini tutti coloro che sono in casa. Mai, per codardia o per seguire una politica mondana, la verità divina deve essere lasciata nell’ombra... TT2 279.1

L’educazione impartita ai giovani modella l’intera struttura sociale. Dappertutto nel mondo la società si trova in uno stato di disordine ed è urgente una trasformazione totale. Molti suppongono che migliori agevolazioni pedagogiche, maggiore capacità e metodi più aggiornati potranno migliorare la situazione. Sostengono di credere e di accettare gli oracoli viventi, nondimeno assegnano a quello che dice Dio un posto inferiore nella grande struttura pedagogica. Quello che dovrebbe occupare il primo posto viene subordinato alle invenzioni umane. TT2 279.2

È così facile adottare piani, metodi e usanze degli uomini, che si finisce per non avere più un’idea esatta dell’epoca in cui viviamo e della grande opera che deve essere portata a termine, proprio come avvenne per i contemporanei di Noè. I nostri educatori corrono costantemente il rischio di seguire l’esempio degli ebrei, conformandosi a costumi, regole e tradizioni che non procedono da Dio. TT2 279.3

Con tenacia e fermezza alcuni rimangono radicati nelle loro vecchie abitudini, attaccati a studi non essenziali, quasi che la loro salvezza dipendesse proprio da tutto ciò. Così facendo, essi si stornano dall’opera particolare di Dio e offrono agli studenti un’educazione lacunosa, erronea. Le menti sono distolte dal chiaro “Così dice l’Eterno”, che implica interessi eterni, e vengono rivolte invece a teorie e precetti umani. La verità infinita, eterna, la rivelazione di Dio, viene spiegata mediante la luce dell’interpretazione umana, mentre solo la potenza dello Spirito Santo può svelare le realtà spirituali. La sapienza umana è pazzia: le manca infatti la somma delle provvidenze divine che mirano all’eternità. TT2 279.4

I riformatori non sono dei demolitori. Essi non cercano mai di eliminare coloro che non sono d’accordo coi loro progetti, e non li prendono come termine di paragone. I riformatori devono avanzare, non indietreggiare. Devono essere decisi, saldi, risoluti, intrepidi. La fermezza, però, non deve mai degenerare in uno spirito imperioso. Il Signore vuole che tutti coloro che lo servono siano irremovibili come una roccia quando sono in gioco i princìpi, ma che siano mansueti e d’animo umile come era Cristo. Dimorando in lui essi potranno svolgere l’opera che Egli svolgerebbe se si trovasse al loro posto. Uno spirito rude, condannatore, non è utile nella riforma per questo tempo. Tutti i metodi egoistici nel servizio di Dio sono in abominio agli occhi suoi. TT2 280.1