Il gran conflitto

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Capitolo 16: I Padri Pellegrini

I riformatori inglesi, pur rinunciando alle dottrine cattoliche, avevano conservato molte delle sue forme e nella chiesa anglicana si notavano consuetudini e cerimonie tipiche della chiesa di Roma. Si riteneva che tutto questo non avesse nulla a che fare con questioni di coscienza e che, anche se questi riti non erano stabiliti dalle Scritture, non erano neppure proibiti; non potevano quindi essere considerati pericolosi, in quanto non essenziali. La loro osservanza, del resto, contribuiva a ridurre la distanza fra le chiese riformate e quella di Roma e questo poteva agevolare, ai cattolici romani, l’accettazione della fede riformata. GC 229.1

Ai conservatori e agli opportunisti queste argomentazioni sembravano sufficienti; ma vi era un’altra categoria di persone che non la pensava così. Il fatto che queste abitudini “tendevano ad attenuare le distanze fra Roma e la Riforma”1 non era secondo loro un motivo valido per continuare a praticarle. Anzi le consideravano addirittura come la prova della schiavitù dalla quale si erano liberati e nella quale non intendevano assolutamente ricadere. Dicevano che Dio nella sua Parola ha stabilito i requisiti del culto che gli è dovuto e che gli uomini, non hanno quindi nessun diritto di aggiungere o togliere niente. L’inizio della grande apostasia si era verificato proprio a causa di questa tendenza a sostituire l’autorità della chiesa all’autorità di Dio. Roma aveva cominciato imponendo ciò che Dio non proibiva e aveva finito vietando ciò che Dio ordina espressamente. GC 229.2

Molti che desideravano ardentemente un ritorno alla purezza e alla semplicità che aveva caratterizzato la chiesa primitiva e consideravano certe consuetudini della chiesa anglicana veri e propri monumenti eretti all’idolatria, in coscienza non potevano unirsi al suo culto. La chiesa però, sostenuta dalle autorità civili, non consentiva nessuna deviazione dalle forme stabilite. La partecipazione alle sue funzioni era imposta per legge e le riunioni di carattere religioso non autorizzate erano vietate sotto pena del carcere, dell’esilio e perfino della morte. GC 229.3

All’inizio del XVII secolo, il re, asceso al trono d’Inghilterra, manifestò la decisione di indurre i puritani a “conformarsi... sotto pena di esilio o di qualcosa di peggio”.2 Braccati, perseguitati, gettati in carcere, essi non vedevano nessuna prospettiva futura e molti si convinsero che “l’Inghilterra non era più abitabile per chi intendeva servire Dio secondo la propria coscienza”.3 Alcuni decisero quindi di rifugiarsi in Olanda. Nonostante le difficoltà, le perdite economiche, i tradimenti e altre contrarietà essi perseverarono e finirono per trionfare, raggiungendo felicemente le rive ospitali del territorio olandese. GC 229.4

Fuggendo, furono costretti ad abbandonare case, beni e mezzi di sussistenza. Stranieri, in un paese sconosciuto, in mezzo a un popolo di lingua e costumi diversi, per guadagnarsi da vivere furono costretti a intraprendere attività totalmente diverse da quelle svolte fino ad allora. Uomini ormai anziani, che avevano trascorso la vita coltivando il suolo, si ritrovarono a dover imparare un nuovo mestiere, ma seppero accettare la situazione senza rimpianti o recriminazioni. Sebbene ridotti spesso alla povertà, ringraziavano Dio per i benefici di cui godevano e si rallegravano di poter manifestare liberamente la propria fede. “Sapevano di essere dei pellegrini e quindi non si preoccupavano di certe cose; alzavano gli occhi al cielo, verso la loro patria diletta e si sentivano consolati”.4 GC 230.1

L’esilio e le difficoltà non facevano che rafforzare la loro fede e il loro amore. Confidavano nelle promesse di Dio ed egli era accanto a loro nei momenti difficili. I suoi angeli stavano al loro fianco per proteggerli e incoraggiarli. Quando parve loro che il Signore indicasse sull’opposta sponda dell’oceano una terra dove avrebbero potuto trovare una sistemazione più adatta e lasciare ai propri figli la preziosa eredità della libertà, essi seguirono senza esitazione il sentiero tracciato da Dio. GC 230.2

Dio aveva permesso quelle prove perché il suo popolo potesse prepararsi meglio per l’attuazione del suo piano. La chiesa era stata umiliata, ma per essere poi esaltata e l’Eterno, ora, era pronto a manifestare la sua potenza in suo favore per dimostrare nuovamente al mondo che egli non abbandona mai chi confida in lui. Egli aveva diretto gli eventi in modo che l’ira di Satana e le macchinazioni degli uomini contribuissero all’affermazione della sua gloria e il suo popolo potesse raggiungere un luogo sicuro. Persecuzioni ed esilio prepararono la via della libertà. GC 230.3

Separatisi dalla Chiesa Anglicana, i puritani si erano uniti in un solenne patto come libero popolo di Dio, impegnandosi a “camminare in tutte le vie che l’Eterno aveva e avrebbe ancora fatto conoscere”..5 GC 230.4

Questo era il vero spirito della Riforma, il principio vitale del protestantesimo che i Padri Pellegrini portarono con sé quando lasciarono l’Olanda per stabilirsi nel Nuovo Mondo. John Robinson, il loro pastore, nell’impossibilità di accompagnarli, nel suo discorso di addio agli esuli disse loro: “Fratelli stiamo per separarci e Dio solo sa se vivrò abbastanza per vedervi ancora. Comunque, che il Signore lo permetta o meno, vi scongiuro, davanti all’Onnipotente e davanti ai suoi santi angeli, di seguirmi nella misura in cui io ho seguito e seguirò Gesù Cristo. Se Dio dovesse rivelarvi altre verità tramite strumenti di sua scelta, siate pronti ad accettarle con la stessa prontezza con la quale accettereste ogni nuova conoscenza che vi giungesse per mezzo del mio ministero, perché io sono persuaso che egli farà scaturire dalla sua Parola altri messaggi”.6 GC 230.5

“Da parte mia, non potrò mai deplorare abbastanza lo stato delle chiese riformate: esse sono statiche in materia di religione e si rifiutano di compiere un solo passo oltre a quelli fatti dalle loro guide spirituali. Infatti, non è possibile indurre i luterani a fare un passo in più rispetto a Lutero... I calvinisti, lo sapete benissimo, rimangono ancorati dove li lasciò Calvino, il grande uomo di Dio. Egli non poteva vedere e conoscere tutto. È una realtà che addolora, perché sebbene quegli uomini [i riformatori] siano stati per il loro tempo luci risplendenti, non furono, né del resto potevano esserlo, in condizione di comprendere l’intero messaggio di Dio. Se essi vivessero oggi, accetterebbero nuovi messaggi con lo stesso slancio con cui accettarono quelli del passato”.7 GC 231.1

“Ricordatevi del vostro patto con il quale avete promesso di camminare in tutte le vie che il Signore vi ha rivelato o vi rivelerà. Ricordatevi della promessa fatta a Dio, e gli uni agli altri, di accettare ogni luce e ogni verità che egli vi ha permesso di conoscere o che potrà ancora mostrarvi nella sua Parola. Fate attenzione, però, ve ne scongiuro, a ciò che accogliete come verità! Esaminate, valutate, confrontate ogni cosa con le altre Scritture prima di accettarla, perché non è possibile che il mondo cristiano, uscito recentemente dalle fitte tenebre anticristiane, sia giunto improvvisamente alla pienezza della luce”.8 GC 231.2

Fu l’amore per la libertà di coscienza a spingere i Padri Pellegrini ad affrontare i pericoli di un lungo viaggio in mare, a sopportare le privazioni e i pericoli di un paese deserto e a gettare, con l’aiuto di Dio, le basi di una potente nazione sulle sponde americane. Eppure, sebbene onesti e timorati di Dio, i Padri Pellegrini non conoscevano ancora completamente i grandi princìpi della libertà religiosa e perciò non erano molto propensi ad accordare agli altri quella libertà alla quale avevano sacrificato tutto. “Anche fra i più eminenti pensatori e moralisti del XVII secolo, erano pochi coloro che avevano un esatto concetto del principio contenuto nel Nuovo Testamento, principio secondo il quale in materia di fede solo Dio è giudice”.9 L’idea che l’Eterno ha dato alla chiesa il diritto di dominare sulle coscienze, di definire e di punire l’eresia, è l’errore papale maggiormente radicato. I riformatori, pur rigettando il credo di Roma, non seppero liberarsi completamente dal suo spirito di intolleranza. Purtroppo le fitte tenebre nelle quali il papato aveva immerso il mondo cristiano non erano ancora state dissipate completamente. Uno dei pastori più in vista della baia del Massachusetts diceva: “È stata la tolleranza a rendere il mondo anticristiano. La chiesa non ha mai dovuto rammaricarsi della sua severità verso gli eretici”.10 I colonizzatori adottarono questo principio: solo i membri di chiesa avevano diritto di voto nel governo civile. Fu stabilita una specie di chiesa di stato e tutti furono invitati a contribuire al mantenimento del clero. I magistrati, a loro volta, vennero autorizzati a reprimere l’eresia. In tal modo il potere secolare finì nelle mani della chiesa e i frutti non tardarono a manifestarsi sotto forma di persecuzione. GC 231.3

Undici anni dopo la fondazione della prima colonia, Roger Williams giunse nel Nuovo Mondo. Come i primi Padri Pellegrini, egli veniva per godere della libertà religiosa; ma egli la concepiva diversamente, cioè come un diritto inalienabile per tutti, indipendentemente dalle convinzioni religiose. Egli era un sincero ricercatore della verità e come Robinson riteneva impossibile che tutta la luce della Parola di Dio fosse stata rivelata. “Williams fu il primo, nella cristianità moderna, a stabilire il governo civile sul principio della libertà di coscienza e dell’uguaglianza delle opinioni davanti alla legge”.11 Egli affermò che era diritto dei magistrati reprimere il crimine, senza però opprimere la coscienza. “Il pubblico e i magistrati possono decidere” egli diceva “quello che l’uomo deve ai propri simili; ma quando essi cercano di precisare i doveri dell’uomo nei confronti di Dio, vanno al di là dei loro diritti ed eliminano ogni certezza. Se tale potere viene conferito ai magistrati, essi possono stabilire oggi un credo, domani un altro, come del resto è accaduto sotto vari re e regine d’Inghilterra e come hanno fatto diversi papi e concili della chiesa romana; tutto ciò crea confusione”.12 GC 232.1

La frequenza alle funzioni religiose della chiesa ufficiale era obbligatoria, sotto pena di multa e di carcere. “Williams disapprovò questa legge poiché il peggiore articolo del codice legislativo britannico era proprio quello che imponeva di frequentare la chiesa parrocchiale. Costringere gli uomini a unirsi, nella celebrazione del culto, con persone che non condividevano le loro credenze, era da considerarsi un’aperta violazione dei loro diritti naturali. D’altra parte, imporre ai non credenti e a quanti non intendevano assistervi, di partecipare al culto, significava incoraggiare l’ipocrisia... “Nessuno dovrebbe essere costretto, contro la propria volontà, a partecipare al culto o a contribuire al suo mantenimento” diceva Williams. “Che cosa?!” replicavano i suoi oppositori, sorpresi dalle sue dichiarazioni “forse l’operaio non è degno del suo salario?” “Sì” ribatteva Williams “ma da parte di coloro che lo impiegano”.13 GC 232.2

Roger Williams era rispettato e amato come fedele ministro del Vangelo. Le sue qualità, la sua integrità e la sua spontanea benevolenza gli avevano assicurato il rispetto della colonia. Però la sua opposizione al diritto dei magistrati di esercitare l’autorità sulla chiesa e la sua difesa della libertà religiosa non potevano essere tollerate. Si diceva che l’applicazione di questa nuova dottrina avrebbe “minato le basi del governo del paese”.14 Condannato all’esilio, fu costretto a lasciare le colonie, fuggire in pieno inverno per sottrarsi all’arresto e rifugiarsi nella foresta vergine. GC 233.1

“Per quattordici settimane” egli racconta “andai errando, affrontando i disagi dell’inverno, senza pane e senza tetto”. Ma “i corvi mi nutrirono nel deserto” e un albero cavo gli servì spesso da riparo.15 Questa fu la sua odissea in mezzo alla neve, in piena foresta, fino a che non trovò ospitalità presso una tribù di indiani dei quali egli seppe conquistare la fiducia e l’affetto sforzandosi di insegnare loro le verità del Vangelo. GC 233.2

Proseguendo il suo cammino, dopo mesi e mesi di peripezie, raggiunse la baia di Narraganset, dove gettò le basi del primo stato dei tempi moderni che riconobbe, nell’accezione completa del termine, il diritto alla libertà di coscienza. Il principio fondamentale della colonia di Roger Williams era che “ogni uomo deve essere libero di adorare Dio secondo la propria coscienza”.16 Il piccolo stato di Rhode Island era destinato a diventare il rifugio degli oppressi; si sviluppò progressivamente e prosperò tanto che i suoi princìpi fondamentali, libertà civile e religiosa, diventarono le basi della repubblica americana. GC 233.3

Nella dichiarazione di indipendenza, magna carta della libertà, i fondatori della grande repubblica affermano: “Noi stimiamo che queste verità siano evidenti: tutti gli uomini sono stati creati uguali e tutti sono stati dotati dal loro Creatore di determinati diritti inalienabili fra cui la vita, la libertà e la ricerca della felicità”. La costituzione americana garantisce, esplicitamente, l’inviolabilità della coscienza. “Nessuna formalità o credenza di carattere religioso potrà essere richiesta come qualifica per un qualsiasi ufficio di pubblica responsabilità negli Stati Uniti”. “Il congresso non voterà nessuna legge relativa alla creazione di una religione o al divieto del suo libero esercizio”. GC 233.4

“I compilatori della costituzione riconobbero l’eterno principio secondo cui i rapporti dell’uomo con Dio superano ogni legislazione umana e i diritti della coscienza sono inalienabili. Non era necessario discutere per stabilire tale verità, di cui ciascuno è cosciente nel proprio intimo. Questa certezza, sfidando le leggi umane, ha sostenuto tanti martiri nella tortura e in mezzo alle fiamme. Essi sentivano che i loro doveri nei confronti di Dio erano superiori alle imposizioni umane e che nessuno aveva il diritto di vincolare la loro coscienza. Questo è un principio insito nell’uomo, perciò insopprimibile”.17 GC 233.5

Non appena in Europa si venne a sapere che esisteva una terra dove l’uomo poteva godere in pace il frutto del proprio lavoro, pur ubbidendo alle convinzioni della propria coscienza, migliaia di persone varcarono l’Atlantico e raggiunsero il Nuovo Mondo. Le colonie si moltiplicarono rapidamente. “Il Massachusetts, con una legge speciale, offriva libera accoglienza e contributi a quei cristiani, di qualsiasi nazionalità, che avevano varcato l’oceano per “sottrarsi alla guerra, alla fame e all’oppressione dei persecutori”. In tal modo i fuggiaschi e gli oppressi, grazie a questo statuto, vennero accolti come graditi ospiti dello stato”.18 GC 234.1

Nel corso dei vent’anni successivi al primo sbarco dei Padri Pellegrini a Plymouth, migliaia e migliaia di altri pellegrini si stabilirono nella Nuova Inghilterra. GC 234.2

Per raggiungere l’obiettivo che si erano prefissi “essi si accontentarono di guadagnare il necessario con un’esistenza laboriosa e frugale. Dal suolo non pretendevano nulla di diverso dal ragionevole frutto del lavoro compiuto. Nessuna visione ingannatrice veniva a offuscare il loro cammino... Si accontentavano del lento ma sicuro progresso del loro ordinamento sociale e sopportavano con pazienza le privazioni della vita in quella regione poco popolata, innaffiando con le lacrime e con il sudore l’albero della libertà, affinché esso mettesse radici profonde. GC 234.3

La Bibbia era considerata il fondamento della fede, la fonte della saggezza, la magna carta della libertà. I suoi princìpi erano insegnati a scuola, a casa, in chiesa e i frutti potevano essere individuati nella laboriosità, nell’intelligenza, nella purezza e nella temperanza. Si potevano passare anni nelle zone occupate dai puritani “senza vedere un ubriaco, senza udire un’imprecazione, senza incontrare un mendicante”.19 Questo indicava che i princìpi biblici erano la migliore garanzia della civiltà. Le colonie, un tempo deboli e isolate, si svilupparono a poco a poco e formarono una confederazione di stati potenti. Il mondo, stupito, ammirò la pace e la prosperità di “una chiesa senza papa e di uno stato senza re”. GC 234.4

Proseguivano, intanto, sulle coste americane, gli sbarchi di nuove moltitudini che raggiungevano il Nuovo Mondo, animate da motivi ben diversi da quelli dei primi Padri Pellegrini. Sebbene la fede e la purezza primitive continuassero a esercitare il loro benefico influsso, la loro azione si andava gradatamente affievolendo a mano a mano che aumentava il numero di coloro che perseguivano solo vantaggi materiali. GC 234.5

La regola, adottata dai primi coloni, di permettere solo ai membri di chiesa di esercitare il diritto di voto e di poter accedere alle cariche pubbliche, ebbe conseguenze negative. Tale misura era stata adottata per la salvaguardia dello stato; purtroppo, invece, essa determinò la corruzione in seno alla chiesa. In che modo? Poiché una semplice professione di fede era sufficiente per aspirare a un incarico civile, molti, motivati unicamente da interessi personali, si unirono alla chiesa senza una vera conversione e, a poco a poco, le comunità finirono per contare un forte numero di inconvertiti. E, come se ciò non bastasse, accadde che perfino nel ministero pastorale ci fossero uomini che non solo sostenevano errori dottrinali, ma addirittura ignoravano il significato della potenza rigeneratrice dello Spirito Santo. Si constatarono nuovamente gli effetti negativi, tanto spesso deprecati nel corso della storia della chiesa da Costantino in poi, derivanti dai tentativi fatti per stabilire la chiesa con l’ausilio dello stato e dall’azione del braccio secolare per sostenere il Vangelo di colui che disse: “...Il mio regno non è di questo mondo!...” Giovanni 18:36. L’unione della chiesa con lo stato, in qualunque forma, anche se sembra attrarre gli uomini verso la chiesa, in realtà determina il risultato opposto: la chiesa finisce inesorabilmente per essere attratta dal mondo. GC 235.1

Il grande principio, sostenuto con convinzione da Robinson e da Roger Williams, che la verità è progressiva e i cristiani devono essere disposti ad accettare tutto il messaggio che scaturisce dalla Parola di Dio, fu perso di vista dai loro discendenti. Le chiese protestanti d’America — e anche quelle d’Europa — così favorite dal benefico influsso della Riforma, non seppero proseguire lungo la via tracciata dai riformatori. È vero che di tanto in tanto alcuni uomini proclamavano nuove verità e denunciavano vecchi errori ma le masse, imitando in questo l’esempio degli ebrei al tempo di Gesù e dei sostenitori del papa al tempo di Lutero, non volevano accettare un messaggio diverso da quello in cui avevano creduto i loro padri e rifiutavano di vivere diversamente da come erano sempre vissuti. La religione degenerò nel formalismo e nella chiesa si insinuarono errori e superstizioni che sarebbero stati eliminati se essa si fosse attenuta al messaggio della Parola di Dio. Lo spirito della Riforma si affievolì sempre più e nelle comunità protestanti cominciò a farsi sentire l’esigenza di una nuova riforma, urgente come quella sentita nella chiesa di Roma ai tempi di Lutero. Si notavano, purtroppo, la stessa mondanità, lo stesso torpore spirituale, il rispetto delle opinioni umane e la sostituzione della Parola di Dio. GC 235.2

La vasta diffusione della Bibbia all’inizio del XIX secolo e la grande luce che in tal modo si era diffusa nel mondo, non furono accompagnate da un adeguato progresso nella conoscenza della verità rivelata e nella vita religiosa. Satana non poteva più, come in passato, nascondere al mondo la Sacra Scrittura in quanto essa era ormai alla portata di tutti. Tuttavia, per realizzare i suoi fini, egli cercò di indurre gli uomini a considerarla con leggerezza. Vi riuscì, perché la gente trascurava di investigare le Scritture e continuava ad accettare false interpretazioni e ad amare le dottrine prive di un fondamento biblico. GC 236.1

Resosi conto che mediante le persecuzioni non era riuscito a soffocare la verità, Satana ricorse al compromesso che, in precedenza, aveva provocato la grande apostasia e aveva dato origine alla chiesa romana. Egli non spinse i cristiani a unirsi a semplici pagani, ma a coloro che avevano dimostrato, con il loro attaccamento al mondo, di essere idolatri come gli adoratori delle immagini. I risultati di questa unione non furono meno dannosi di quelli del passato. Dietro le apparenze della religione si manifestarono e si affermarono l’orgoglio e la dissipazione. Le chiese ne furono contagiate, Satana poté continuare ad alterare gli insegnamenti biblici e si affermarono quelle tradizioni che provocarono la rovina di milioni di persone. La chiesa le accettò e le difese, anziché combatterle tramite quella “fede che è stata una volta per sempre tramandata ai santi”. I princìpi, per cui i primi riformatori avevano lottato e sofferto così tanto, persero il loro valore. GC 236.2