I tesori delle testimionianze 1

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Le testimonianze

Composizione

Come abbiamo già detto, le Testimonianze sono composte da una serie di articoli e lettere scritti in periodi e circostanze diversi, senza collegamento fra loro. Raccolgono riflessioni, osservazioni, consigli, esortazioni di Ellen G. White alla Chiesa Avventista nascente, intesa nel suo insieme e come individui. La prima collezione, sotto forma di opuscolo, fu pubblicata nel 1855. In seguito altre edizioni delle Testimonianze furono messe a disposizione dei membri della Chiesa Avventista, in tutto 37 libri od opuscoli pubblicati nell’arco di 55 anni. Questo materiale è stato riunito in nove volumi, per un totale di 4.737 pagine. TT1 5.4

I tesori delle Testimonianze, lo abbiamo già detto, sono una riduzione a 1.500 pagine circa dell’insieme di questa mole imponente di testo. In un certo senso l’operazione è stata autorizzata dall’autrice stessa che, in occasione della riedizione di una parte della prima raccolta, fece questa osservazione: TT1 5.5

“Negli ultimi nove anni, dal 1855 al 1864, ho scritto 10 opuscoli intitolati Testimonies for the Church. Essi sono stati pubblicati e hanno circolato fra gli Avventisti del 7° Giorno. La prima edizione è esaurita. Siccome ci sono pervenute numerose richieste abbiamo pensato di ristamparli, omettendo gli accenni alla questioni locali e personali e riproponendo solo quelle parti che hanno un interesse pratico e generale”.1 TT1 5.6

Le Testimonianze sono un po’ la storia vissuta, non raccontata, della Chiesa Avventista. Il lettore si confronta con il modo di risolvere i numerosi problemi pratici che sorgevano nella vita dei singoli o della comunità. Il tono generale interpella e invita a una presa di posizione. Sullo sfondo vi è sempre il sentimento dell’urgenza e dell’imminenza dell’irruzione di Dio nella storia dell’umanità. Questa preoccupazione spinge l’autrice a invitare pressantemente i suoi lettori a fare di tutto per essere pronti al grande evento del ritorno del Cristo. TT1 6.1

Nel leggere le Testimonianze occorre tenere presente che spesso sono debitrici delle circostanze del tutto particolari che le hanno ispirate. Prima di trarre delle conclusioni affrettate dalla loro lettura è auspicabile cercare di conoscere meglio il contesto storico specifico a cui si riferiscono. TT1 6.2

Nel paragrafo Ellen G. White e il concetto di santificazione forniremo alcune indicazioni sull’esperienza personale di Ellen G. White che aiutano a capire meglio l’obiettivo di fondo del suo ministero e il pensiero che è all’origine delle Testimonianze. TT1 6.3

Le testimonianze e la Bibbia

Nella sua concezione Ellen G. White ha sempre sostenuto la centralità della Bibbia come riferimento unico per la fede. TT1 6.4

“La Bibbia e la Bibbia soltanto deve essere il nostro credo, il vincolo della nostra unità; tutti coloro che riconosceranno l’autorità della Parola sacra si troveranno in un rapporto di armonia fra loro. Le nostre idee personali e i nostri punti di vista non devono assumere il controllo delle nostre azioni. L’uomo è fallibile ma la Parola di Dio [in Gesù Cristo] è infallibile. Gli esseri umani esaltino il Signore invece di discutere gli uni con gli altri. Come il Maestro, risolviamo ogni contrasto con un “Sta scritto”. Sulla nostra bandiera deve esserci scritto il motto: La Bibbia è la nostra regola di fede e di condotta”.2 TT1 6.5

La collocazione della Sacra Scrittura alla base dell’esperienza religiosa è senz’altro in sintonia con il Sola Scriptura della tradizione protestante. TT1 6.6

Le affermazioni di Ellen G. White sul valore da attribuire alle Testimonianze confermano questa posizione della Bibbia. TT1 6.7

“Nelle Sacre Scritture troviamo gli insegnamenti di Dio per la gestione della vita e il comportamento di tutti. Ma, nonostante essa contenga molti particolari relativi al nostro carattere, alla nostra conversazione e condotta, le sue indicazioni sono in larga misura ignorate e sottovalutate. Allora il Signore ha voluto che alle istruzioni fornite nella sua Parola fosse affiancata una testimonianza speciale rivolta al suo popolo. Non una nuova rivelazione, ma una presentazione chiara degli insegnamenti della sua Parola per correggere gli errori, per indirizzare sulla giusta via, affinché nessuno possa accampare delle scuse”.3 TT1 6.8

In un’altra occasione assume un tono categorico, quasi di sfida: “Se le Testimonianze non sono in accordo con la parola di Dio, rigettatele. Non ci può essere nessuna unione fra Cristo e Belial”.4 TT1 7.1

E ancora: “Si attribuisce scarsa attenzione alla Bibbia. Il Signore ha quindi dato una luce più piccola che guidi uomini e donne verso la luce più grande”.5 TT1 7.2

“Nella predicazione non presentate e non usate ciò che la sorella White ha scritto per sostenere le vostre posizioni. Farlo non aumenterebbe la fiducia nelle Testimonianze. I vostri argomenti siano attinti dalla Parola di Dio. Un “Così dice l’Eterno” è la testimonianza più forte che potete presentare alla gente. Nessuno si abitui a fare riferimento alla sorella White, ma rivolga lo sguardo verso il Dio potente che dà le sue istruzioni alla sorella White”.6 TT1 7.3

Quest’ultima affermazione è particolarmente importante per la Chiesa Avventista. Avendo riconosciuto il dono profetico di Ellen G. White, spesso corre il rischio di suscitare o coltivare un malinteso circa il suo ruolo nell’esperienza di fede individuale e collettiva. TT1 7.4