I tesori delle testimionianze 1

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Capitolo 8: Ai giovani osservatori del sabato

Il 22 agosto 1857, trovandomi nella chiesa di Monterey, Michigan, mi fu mostrato che molti dei nostri giovani non hanno ancora udito la voce di Gesù e il messaggio della salvezza non è ancora penetrato in loro e non ha cambiato la loro vita. Molti giovani non possiedono lo stesso spirito di Gesù. L’amore di Dio non pervade i loro cuori e quindi si lasciano trascinare dalle loro tendenze naturali, senza permettere che lo Spirito di Dio prevalga in vista della salvezza. TT1 43.1

Coloro che posseggono realmente lo Spirito del Cristo non si vergogneranno e non avranno paura di portare la croce davanti a coloro che hanno maggiore esperienza. Se vogliono veramente andare nella giusta direzione, chiederanno l’aiuto necessario ai credenti più anziani e si lasceranno guidare con gioia. Coloro che amano Dio profondamente non si lasceranno scoraggiare da semplici banalità. Essi riveleranno l’opera che lo Spirito di Dio sta compiendo in loro, lo loderanno e lo pregheranno. I giovani diventano riluttanti quando la loro vita spirituale e la loro vocazione è quasi inesistente. La loro stessa vita li condanna. Essi sanno di non vivere come i cristiani dovrebbero e così non hanno fiducia né in Dio né nella chiesa. TT1 43.2

Perché i giovani si sentono più liberi quando gli anziani sono assenti? Per il fatto che si sentono tutti sullo stesso piano: ognuno crede di essere buono quanto l’altro. Sono lontani dal raggiungere l’obiettivo proposto, si paragonano gli uni con gli altri, trascurando l’unico perfetto e vero modello: Gesù. La sua vita e il suo sacrificio sono il nostro esempio. TT1 43.3

Mi resi conto che non ci si preoccupava e non si esaltava il suo esempio di vita perché i giovani erano poco inclini a soffrire o a rinunciare a qualcosa per la propria fede. I giovani non pensano in termini di sacrificio e da questo punto di vista non imitano affatto il modello per eccellenza. Vidi che erano preoccupati soprattutto di soddisfare se stessi e di appagare la loro vanità. Essi dimenticano l’uomo di dolore, familiare col patire”. Isaia 53:3. Le sofferenze di Gesù nel Getsemani, il suo sudare sangue, la corona di spine che ferì la sua fronte non li commuovono. Sono diventati insensibili al punto tale che non comprendono più il significato del grande sacrificio compiuto per loro. Essi possono ascoltare la storia della croce, sentir parlare dei chiodi che attraversarono le mani e i piedi del Figlio di Dio senza essere scossi nel loro intimo. TT1 43.4

L’angelo disse: “Se entrassero nella città di Dio e fosse offerta loro tutta la bellezza e la gloria del cielo per goderne in eterno, essi non si renderebbero affatto conto a quale caro prezzo fu acquistata tale eredità. Essi non potrebbero mai capire la profondità incomparabile dell’amore del Salvatore perché non hanno bevuto dal suo calice, non sono stati battezzati del suo battesimo. Il cielo sarebbe corrotto dalla presenza di queste persone. Soltanto coloro che avranno partecipato alle sofferenze del Figlio di Dio, conosciuto la grande tribolazione, lavato le loro vesti nel sangue dell’Agnello, potranno godere dell’indescrivibile gloria e dell’incomparabile bellezza del cielo”. TT1 43.5

La maggior parte dei giovani che si professano cristiani non sarà pronta al suo ritorno perché non si sarà impegnata veramente per conseguire quel riposo che spetta al popolo di Dio. Essi non confesseranno fedelmente i propri peccati per ottenere il perdono e ben presto se ne manifesteranno gli effetti in tutta la loro gravità. Dio vigila. Egli conosce ogni peccato, anche quelli nascosti. I colpevoli, però, sanno quali peccati confessare per essere puri davanti a Dio. Gesù offre loro l’opportunità di pentirsi umilmente e di purificare la propria vita con l’ubbidienza alla verità. È giunto il momento di confessare i propri peccati e di abbandonarli affinché non creino una barriera fra Dio e il peccatore nel giorno del giudizio. TT1 44.1