I tesori delle testimionianze 1

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Una benedizione non apprezzata

Successivamente la mia attenzione fu richiamata sugli avvenimenti degli anni 1843 e 1844. Lo spirito di consacrazione che aveva caratterizzato quel periodo oggi non esisteva più. Che cosa era successo a coloro che affermavano di essere il popolo di Dio? Notai la tendenza a conformarsi alla società e il rifiuto a sacrificarsi per amore della verità. Vidi anche una grande mancanza di sottomissione alla volontà di Dio. In seguito mi fu presentato il periodo successivo all’uscita del popolo d’Israele dall’Egitto. Dio, nella sua misericordia, li liberò dalla schiavitù degli egiziani perché potessero adorarlo senza difficoltà e restrizioni. Operò miracoli in loro favore e li mise alla prova conducendoli per vie non facili. Dopo le opere meravigliose compiute da Dio, dopo tante liberazioni, essi continuavano a mormorare ogni volta che sopraggiungeva qualche nuova prova. Ecco come si esprimevano: “...Oh, fossimo pur morti per mano dell’Eterno nel paese d’Egitto...” Esodo 16:3. Essi rimpiangevano i porri e le cipolle. TT1 34.1

Molti di coloro che dicono di credere nel messaggio per gli ultimi tempi non comprendono perché i figli d’Israele abbiano mormorato durante il viaggio e, nonostante le opere miracolose compiute da Dio, siano stati così ingrati da dimenticare tutto ciò che aveva fatto per loro. L’angelo disse: “Voi avete fatto peggio di loro”. Io vidi che Dio ha dato ai suoi fedeli un messaggio chiaro e preciso a cui è impossibile resistere. Ovunque andranno riporteranno numerosi successi. I nostri nemici non possono opporsi a una verità così convincente. Il messaggio è così chiaro che i collaboratori di Dio possono andare ovunque e lasciare che la verità trionfi. Questa grande benedizione non è stata apprezzata e neppure capita. Quando sorge qualche difficoltà alcuni, considerando il passato, lo rimpiangono e si lamentano dei tempi difficili. Altri, che si definiscono collaboratori di Dio, ignorano gli effetti positivi della sofferenza. Talvolta si impongono delle prove o immaginano che non esistano ostacoli e si lasciano facilmente prendere dallo scoraggiamento. Diventano così sensibili e suscettibili da danneggiare se stessi, gli altri e perfino l’opera di Dio. Satana agisce in queste persone e, ai loro occhi, rende le difficoltà insormontabili; insinua nella loro mente dei pensieri che, se accettati, finiranno per distruggere l’influsso e l’utilità di questi credenti. TT1 34.2

Alcuni sono stati tentati di ritirarsi dall’opera di Dio per lavorare per conto proprio. Vidi che se Dio rifiutasse la sua protezione, e fossero quindi lasciati in balia della malattia e della morte, si renderebbero conto cosa significhi effettivamente dover affrontare delle vere difficoltà. Mormorare contro Dio è terribile. Essi non ricordano più che la via che stanno percorrendo è difficile, esige la rinuncia e la morte dell’io; essi non possono quindi aspettarsi che tutto proceda senza difficoltà come se stessero camminando sulla via larga. TT1 34.3

Alcuni collaboratori di Dio, addirittura dei pastori, sono facilmente preda dello scoraggiamento; il loro amor proprio è ferito ed essi si sentono disprezzati e bistrattati, anche se tutto questo non corrisponde a realtà. Essi trovano la loro vita insopportabile. Non si rendono conto dell’angoscia che potrebbero provare se Dio non li sostenesse. La loro vita sarebbe stata dieci volte più dura di quando erano al servizio di Dio, sottoposti a prove e privazioni, godendo comunque dell’approvazione del Signore. Alcuni di coloro che lavorano nell’opera di Dio non sanno distinguere fra la tranquillità e le difficoltà. Hanno sopportato così poche privazioni, sperimentato raramente un lavoro sfibrante o provato un’angoscia profonda che quando la vita non presenta difficoltà e sono favoriti da Dio, quasi non se ne rendono conto e pensano invece che le loro prove siano insormontabili. Vidi che Dio sarà costretto a rinunciare alla collaborazione di queste persone se esse non manifesteranno spirito di sacrificio e non saranno pronte a lavorare con impegno e con gioia. Egli li sostituirà con dei collaboratori laboriosi e zelanti che sapranno apprezzare gli aspetti positivi della loro esperienza. I messaggeri di Dio devono sentire la responsabilità della salvezza degli uomini e piangere fra il portico e l’altare, gridando: “...Risparmia, o Eterno, il tuo popolo...” Gioele 2:17. TT1 34.4

Alcuni collaboratori di Dio si sono impegnati nella sua opera al punto tale da compromettere la loro salute e si sono esauriti a causa dell’eccessivo lavoro mentale, le continue preoccupazioni, le fatiche e le privazioni. Altri non hanno voluto, né vorrebbero prendere su di sé, questo peso. Questi ultimi pensano di dover affrontare enormi difficoltà mentre non hanno conosciuto vere privazioni. Essi non hanno mai provato la vera sofferenza né la proveranno mai se continueranno a manifestare una debolezza simile e una scarsa fermezza, cercando solo le proprie comodità. Dio mi ha mostrato che è necessario vagliare i pastori, affinché i pigri, i temporeggiatori, gli egoisti possano essere eliminati e rimanga un gruppo di collaboratori integri, fedeli, pronti alla rinuncia, che non perseguono i propri interessi, ma diffondono fedelmente la Parola e la dottrina, disposti a soffrire e a sopportare ogni cosa per amore del Cristo e a salvare coloro per i quali egli è morto. Per questi collaboratori, la sofferenza che provano nel non predicare il messaggio del Vangelo è uno stimolo sufficiente; purtroppo, non tutti provano lo stesso sentimento. TT1 35.1