I tesori delle testimionianze 1

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“Guardatevi dall’ avarizia!”

Una delle caratteristiche degli insegnamenti del Cristo è la frequenza e l’ardore con i quali egli rimproverò il peccato dell’avidità e sottolineò il pericolo dello sfrenato amore per il denaro e le ricchezze terrene. Nella casa del ricco, nel tempio, per la strada, Gesù avvertì coloro che cercavano la salvezza:“Badate e guardatevi da ogni avarizia; perché non è dall’abbondanza de’ beni che uno possiede, ch’egli ha la sua vita”. Luca 12:15. “...Voi non potete servire a Dio ed a Mammona”. Matteo 6:24; cfr. Luca 16:13. TT1 317.3

Questa tendenza ad accumulare denaro, questo egoistico desiderio di guadagno allontanano dalla chiesa il favore di Dio e uccidono la spiritualità. Quando sia le energie mentali sia quelle fisiche sono continuamente impegnate per accumulare ricchezze, si dimenticano le esigenze di Dio e dell’umanità. Se Dio ci ha benedetti accordandoci la prosperità non è perché il nostro tempo e la nostra attenzione siano distolti da lui e concentrati su ciò che egli ci ha affidato, perché il donatore è più grande del dono. Noi non apparteniamo a noi stessi: siamo stati comprati a caro prezzo. Abbiamo forse dimenticato il costo della nostra redenzione? Nel nostro cuore è forse morta la gratitudine? La croce del Cristo non condanna una vita caratterizzata dall’egoismo? TT1 317.4

Che cosa sarebbe accaduto se il Cristo, stanco dell’ingratitudine degli uomini e delle ingiurie che gli venivano rivolte ovunque, avesse abbandonato la sua opera? Che cosa sarebbe accaduto se non fosse mai giunto a dire: “Tutto è compiuto!”? Che cosa sarebbe accaduto se, deluso e scoraggiato, egli fosse ritornato in cielo? Che cosa sarebbe accaduto se il Cristo si fosse sottratto all’agonia del Getsemani che lo fece sudare sangue? TT1 318.1

Il Cristo, nella sua opera in favore della redenzione dell’umanità, fu motivato da un amore illimitato, da una sottomissione totale alla volontà del Padre. Egli si impegnò per il bene dell’uomo fino al momento culminante della sua umiliazione e trascorse la vita nella povertà e nella rinuncia in favore del peccatore. In un mondo che gli apparteneva egli non ebbe neppure un posto dove appoggiare il capo. Noi raccogliamo i frutti di questo sacrificio infinito, eppure quando si tratta di impegnarsi, quando si tratta di offrire qualcosa in favore dell’opera del Redentore, cerchiamo di sottrarci al dovere e di trovare delle scuse. Un’ignobile pigrizia, una colpevole indifferenza, un malvagio egoismo ci rendono insensibili ai richiami di Dio. TT1 318.2

Il Cristo, Sovrano del cielo e Re di gloria, deve portare la croce, cingere la corona di spine, bere l’amaro calice mentre noi ricerchiamo i nostri vantaggi, glorifichiamo noi stessi e dimentichiamo gli uomini redenti grazie al suo sacrificio? No, mentre ne abbiamo l’opportunità, doniamo; finché abbiamo forza, impegniamoci; finché è giorno, lavoriamo. Consacriamo tempo e beni al servizio di Dio per ricevere la sua approvazione e ottenere, un giorno, la sua ricompensa. TT1 318.3