I tesori delle testimionianze 1

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Un avvertimento ai ricchi

Se coloro che si definiscono cristiani spendessero meno denaro per adornarsi, abbellire le loro case, guarnire le loro tavole o acquistare alimenti che mettono a repentaglio la salute, potrebbero essere più generosi nelle offerte per il tesoro di Dio. In questo modo imiterebbero il loro Redentore che ha lasciato il cielo, le sue ricchezze, la sua gloria ed è diventato povero in vista della nostra salvezza affinché potessimo ottenere le ricchezze eterne. TT1 261.3

Se siamo troppo poveri per restituire fedelmente a Dio le decime e le offerte che egli richiede, siamo anche troppo poveri per spendere il nostro denaro in abiti e cibi, perché in questo modo sprechiamo il denaro del Signore per i nostri piaceri. Dovremmo chiederci: “Quale tesoro ci siamo assicurati nel regno di Dio? Siamo ricchi per il Signore?” TT1 261.4

Gesù diede ai suoi discepoli una lezione sull’avidità: “...La campagna d’un certo uomo ricco fruttò copiosamente; ed egli ragionava così fra se medesimo: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti? E disse: Questo farò: demolirò i miei granai e ne fabbricherò dei più vasti, e vi raccoglierò tutto il mio grano e i miei beni, e dirò all’anima mia: Anima, tu hai molti beni riposti per molti anni; riposati, mangia, bevi, godi. Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa l’anima tua ti sarà ridomandata; e quel che hai preparato, di chi sarà? Così è di chi tesoreggia per sé, e non è ricco in vista di Dio”. Luca 12:16-21. TT1 261.5

La durata e la felicità della vita non dipendono dai beni terreni. Quest’uomo ricco, ma sciocco, per il suo egoismo esasperato aveva accumulato delle ricchezze che non poteva sfruttare. Egli era vissuto unicamente in funzione di se stesso; aveva sfruttato metodi disonesti per concludere abili affari, senza preoccuparsi di esercitare né la misericordia né l’amore di Dio. Egli aveva derubato l’orfano e la vedova e frodato il prossimo per accrescere sempre più i propri capitali. Avrebbe potuto benissimo accumulare i suoi tesori in cielo dove nulla perde il suo valore, ma, a causa della sua avidità, perse tutto. Quanti, invece, utilizzano umilmente alla gloria di Dio i beni che egli ha affidato loro, un giorno riceveranno il premio da Dio stesso, insieme alla benedizione: “...Va bene, buono e fedel servitore... entra nella gioia del tuo Signore”. Matteo 25:23. TT1 262.1

Quando ci soffermiamo a considerare l’immenso sacrificio fatto per la salvezza degli uomini, ci sentiamo sopraffatti dallo stupore. Quando nel cuore umano regna l’egoismo e l’uomo è tentato di utilizzare a proprio vantaggio ciò che invece dovrebbe servire per aiutare il prossimo, il pensiero di colui che ha rinunciato alle proprie ricchezze per scendere sulla terra e diventare povero dovrebbe rafforzare la sua convinzione di impegnarsi in favore del bene. Questo sacrificio è stato compiuto perché potessimo ottenere le ricchezze eterne. TT1 262.2

Il Cristo ha percorso la via della rinuncia e del sacrificio ed è questa stessa via che tutti i suoi discepoli devono seguire se vogliono, alla fine, partecipare alla gloria del Maestro. Gesù ha voluto condividere le nostre sofferenze. Spesso la mente degli uomini si sclerotizza ed essi vedono soltanto le realtà terrene che eclissano la gloria e il valore di quelle celesti. Gli uomini percorrono terra e mare per guadagnare denaro e sopportano privazioni e sofferenze per raggiungere i loro obiettivi, ma trascurano gli interessi spirituali e non si occupano affatto delle ricchezze eterne. Altri uomini, invece, relativamente poveri, spesso sostengono maggiormente l’opera di Dio. Nelle loro ristrettezze essi sono comunque disponibili, esercitando questa loro spontaneità con continue manifestazioni di generosità. Quando le spese praticamente equivalgono alle entrate c’è ben poco margine per attaccarsi alle ricchezze terrene. TT1 262.3

Molti, quando cominciano ad arricchirsi, fanno dei calcoli per sapere in quanto tempo riusciranno a raccogliere una determinata somma di denaro. Nella loro ansia di accumulare dei beni, essi trascurano di crescere spiritualmente. Le loro offerte non aumentano in proporzione alle loro entrate. Nella misura in cui si sviluppa la loro passione per le ricchezze, tutti i loro interessi si concentrano sui beni terreni. Se i loro capitali aumentano cresce il desiderio di investire costantemente e alcuni giungono a considerare la decima come un’imposizione ingiusta e severa da parte di Dio. La Parola ispirata insegna: “...se le ricchezze abbondano, non vi mettete il cuore”. Salmi 62:10. Molti dicono: “Se fossi ricco come il tale, moltiplicherei i miei doni per l’opera di Dio. Se avessi delle ricchezze non farei altro che utilizzarle per la proclamazione del suo messaggio”. Dio ha messo alla prova alcuni affidando loro dei capitali, ma con le ricchezze sono aumentate le tentazioni e la loro generosità è diminuita rispetto a quella che manifestavano quando erano poveri. Il desiderio sfrenato di ottenere sempre maggiori ricchezze ha assorbito la loro mente e il loro cuore al punto da giungere a una forma di idolatria. TT1 262.4