I tesori delle testimionianze 1

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Capitolo 55: La sacralità del sabato

Quando inizia il sabato dobbiamo fare la massima attenzione per non sottrarre a Dio, con i nostri atti e con le nostre parole, il tempo che gli appartiene. Non dobbiamo permetterci, né permettere ai nostri figli, di fare un lavoro che serva per guadagnarsi da vivere, o qualsiasi altro lavoro che avremmo potuto fare negli altri sei giorni della settimana. TT1 200.1

Il venerdì è il giorno della preparazione. Una parte del tempo può essere consacrata ai necessari preparativi per il sabato, a pensare a quel giorno e a parlarne. Nulla di tutto ciò che agli occhi di Dio può essere considerato una violazione del settimo giorno dovrebbe essere lasciato in sospeso per poi farlo o dirlo il sabato. Dio chiede che il sabato non soltanto ci asteniamo dall’attività fisica, ma che anche la mente sia impegnata a meditare su argomenti di carattere sacro. Il quarto comandamento viene trasgredito anche quando si parla di cose profane o ci si impegna in conversazioni frivole e leggere. Ogni deviazione conduce alla schiavitù e alla condanna. TT1 200.2

Fratello P., lei dovrebbe esercitarsi a comprendere il carattere sacro del sabato. Lei dovrebbe, inoltre, impegnarsi a sottolineare l’importanza del sabato in famiglia e ovunque lo abbia sminuito con il suo esempio. Dovrebbe arginare l’influsso negativo che lei stesso ha esercitato, cambiando il suo comportamento. Spesso ha trascurato di ricordarsi “del giorno del riposo per santificarlo” e ha pronunciato, nel giorno sacro a Dio, parole profane. Senza darvi importanza, di sabato si è unito a persone non convertite per parlare di guadagni, perdite, raccolti e così via. Dovrà riconoscere il suo errore e cambiare. TT1 200.3

Coloro che non sono completamente convertiti, spesso lasciano che la loro mente si occupi dei loro affari e, nonostante si astengano materialmente dal lavoro, il sabato la loro lingua esprime ciò che hanno in mente (bestiame, raccolti, perdite, guadagni). Tutto ciò significa trasgredire il sabato. Se la mente ricorre a concetti profani la lingua lo rivela, perché dell’abbondanza del cuore la bocca parla”. TT1 200.4