I tesori delle testimionianze 1

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“Pregate per me!”

Una volta mio marito e io assistevamo a una riunione e la nostra attenzione fu attratta da un fratello affetto da tisi. Era pallido ed emaciato. Chiedeva che si pregasse per lui. Diceva che tutta la sua famiglia non godeva di buona salute e che aveva perso un figlio. Parlava con tristezza del suo dolore e affermava che da molto tempo aspettava di conoscere il fratello e la sorella White, perché era certo che le loro preghiere lo avrebbero fatto guarire. Alla fine dell’incontro i fratelli ci sottoposero il suo caso, dicendo che la chiesa assisteva economicamente quella famiglia in cui la moglie era ammalata e un figlio era morto. Essi dovevano recarsi a casa loro per pregare e siccome eravamo molto stanchi perché avevamo organizzato l’incontro che si era appena concluso, chiedemmo di essere scusati. TT1 180.2

Avevo deciso di non impegnarmi a pregare per nessuno se lo Spirito di Dio non me lo avesse indicato. Mi era stato rivelato che il male era così diffuso, anche fra coloro che si definivano osservatori del sabato, che non desideravo pregare per chi non conoscevo. Esposi le mie ragioni e i fratelli mi risposero che, per quanto sapevano, si trattava di un bravo fratello. Scambiai con lui alcune parole, ma non riuscivo a sentirmi del tutto tranquilla. Egli piangeva, diceva che aveva atteso la nostra venuta e che era certo che se avessimo pregato per lui avrebbe recuperato la salute. Gli spiegammo che non lo conoscevamo e che avremmo preferito pregassero per lui gli altri fratelli. Fu così insistente che decidemmo di presentare il suo caso al Signore la sera stessa e se tutto fosse risultato chiaro avremmo aderito alla sua richiesta. TT1 180.3

Quella sera ci inginocchiammo per chiedere al Signore di farci conoscere la sua volontà in merito. Tutto ciò che desideravamo era che Dio fosse glorificato. Il Signore voleva che pregassimo per quell’uomo malato? Ci affidammo a lui e andammo a dormire. In sogno mi fu chiaramente presentato il caso di quell’uomo: mi fu rivelato come si era comportato fin dalla fanciullezza e mi fu detto che se anche avessimo pregato, il Signore non ci avrebbe esauditi perché quell’uomo nascondeva un peccato nel suo cuore. La mattina seguente quell’uomo tornò perché pregassimo in suo favore. Lo prendemmo in disparte e rivelammo che purtroppo non potevamo soddisfare la sua richiesta. Gli riferii il sogno ed egli confessò che era tutto vero: aveva praticato la masturbazione fin dall’infanzia e aveva continuato anche dopo sposato; disse però che avrebbe cercato di vincere questa brutta abitudine. TT1 180.4

Quell’uomo doveva vincere un’abitudine contratta ormai da molto tempo. Aveva circa quarant’anni e i suoi principi morali si erano talmente affievoliti che ogni volta cedeva a quell’abitudine ormai radicata. Le peggiori passioni avevano preso il sopravvento sulle sue più nobili qualità. Gli chiesi che cosa pensasse della riforma sanitaria ed egli ammise che non poteva metterla in pratica. Sua moglie avrebbe gettato fuori dalla finestra la farina integrale qualora gliela avesse procurata. Questa famiglia era stata aiutata dalla chiesa, che aveva anche pregato per quelle persone. Un bambino era morto, la moglie era ammalata e il marito voleva sottoporci il suo caso perché lo presentassimo a un Dio santo e puro affinché compisse un miracolo e gli ridesse la salute. Le percezioni morali di quell’uomo erano offuscate. TT1 180.5

Quando i giovani adottano cattive abitudini durante la giovinezza, non hanno più la forza necessaria al pieno e regolare sviluppo fisico, intellettuale e morale. Ecco l’esempio di un uomo il cui essere si degradava giorno dopo giorno, ma che aveva il coraggio di presentarsi a Dio e chiedere quella forza che lui stesso aveva sprecato e che, se gli fosse stata concessa, avrebbe continuato a usare per soddisfare le proprie passioni. Quanta pazienza ha Dio! Se egli si comportasse con l’uomo in funzione del male commesso, chi potrebbe sopravvivere? Se noi fossimo stati meno cauti e avessimo presentato quel caso a Dio, mentre l’uomo persisteva nelle sue cattive abitudini, saremmo stati ascoltati? Saremmo stati esauditi? “...non sei un Dio che prenda piacere nell’empietà: il malvagio non sarà tuo ospite. Quelli che si gloriano non sussisteranno dinanzi agli occhi tuoi; tu odii tutti gli operatori d’iniquità”. Salmi 5:4, 5. “Se nel mio cuore avessi avuto di mira l’iniquità, il Signore non mi avrebbe ascoltato”. Salmi 66:18. TT1 181.1

Questo non è un caso isolato. Neppure la relazione matrimoniale bastava a preservare quell’uomo dalle abitudini corrotte contratte in gioventù. Vorrei convincermi che casi del genere siano rari, ma purtroppo so che sono frequenti. I bambini che nascono da genitori dominati da passioni corrotte, sono deboli. Che cosa ci si può aspettare da questi fanciulli se non che essi scendano a un livello ancora più basso di quello dei loro genitori? Che cosa ci si può aspettare dalla nuova generazione? Migliaia di uomini vivono senza principi e, a loro volta, trasmettono ai loro discendenti questa natura corrotta. Che eredità! Migliaia e migliaia di persone conducono una vita sregolata, influendo su quanti sono uniti a loro e trasmettono queste passioni ai figli. Si assumono la responsabilità di imprimere in loro l’impronta del proprio carattere. TT1 181.2