La Storia Della Redenzione

119/232

La sepoltura

Giovanni non sapeva quali misure prendere in merito al corpo del suo amato Maestro. Rabbrividì al pensiero che il corpo di Gesù dovesse essere toccato dalle mani di quei rozzi e insensibili soldati. Egli sapeva di non poter ottenere favori dalle autorità ebraiche, e nulla poteva sperare da Pilato. Mentre i discepoli erano in grande imbarazzo per questa situazione vennero loro in aiuto Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo. Entrambi erano membri del sinedrio, avevano buone relazioni con Pilato, erano ricchi e influenti ed erano decisi a dare un’onorevole sepoltura al corpo di Gesù. SDR 162.3

Giuseppe andò deciso dal governatore romano per chiedergli il corpo di Gesù. La richiesta di Giuseppe fu accolta. Mentre Giovanni era preoccupato per il seppellimento del suo Signore, Giuseppe tornò con l’ordine di Pilato. Venne anche Nicodemo con una preziosa mistura di mirra e aloe del peso di circa trenta chili: aveva pensato all’imbalsamazione del Salvatore. La persona più onorata di tutta Gerusalemme non avrebbe potuto ricevere maggiori onori alla sua morte. I discepoli si meravigliarono vedendo questi uomini ricchi e potenti interessarsi così tanto del seppellimento del loro Signore. SDR 162.4

Delicatamente e rispettosamente deposero con le loro stesse mani il corpo di Gesù dalla croce. Lacrime di commozione scendevano dai loro occhi mentre guardavano il suo corpo ferito e straziato. Giuseppe possedeva una tomba nuova, scavata nella roccia, vicino al Calvario. L’aveva fatta preparare per sé, ma la mise a disposizione di Gesù. Il corpo del Redentore fu amorevolmente avvolto in un lenzuolo di lino, insieme con gli aromi portati da Nicodemo, e adagiato nella tomba. I tre discepoli composero le membra straziate di Gesù e congiunsero le sue mani sul petto inerte. Le donne galilee vennero per assicurarsi che fosse stato fatto tutto ciò che era possibile per le spoglie mortali del loro amato Maestro. Videro anche che una pesante pietra era stata posta all’ingresso del sepolcro, e il Salvatore fu lasciato al suo riposo. Le donne furono le ultime a restare presso la croce, e come le ultime rimasero anche vicino alla tomba di Cristo. SDR 162.5

Sebbene i governanti ebrei avessero portato a termine il loro piano diabolico mettendo a morte il Figlio di Dio, le loro apprensioni ne la loro gelosia furono placate. Nonostante la gioia della vendetta, la loro paura era sempre presente che questo corpo di Gesù che giaceva nella tomba di Giuseppe potesse tornare in vita. SDR 163.1

Allora, “I capi sacerdoti ed i Farisei si radunarono presso Pilato, dicendo: Signore, ci siamo ricordati che quel seduttore, mentre viveva ancora, disse: Dopo tre giorni, risusciterò. Ordina dunque che il sepolcro sia sicuramente custodito fino al terzo giorno; che talora i suoi discepoli non vengano a rubarlo e dicano al popolo: è resuscitato dai morti; così l’ultimo inganno sarebbe peggiore del primo. Pilato disse loro: Avete una guardia: andate, assicuratevi come credete”. Essi dunque andarono e assicurarono il sepolcro e, oltre a mettere la guardia, sigillarono la pietra. I sacerdoti dettero disposizioni perché il sepolcro fosse sorvegliato. Matteo 27:62-66. SDR 163.2

Gli ebrei si resero conto del vantaggio di avere una tale guardia intorno alla tomba di Gesù. Fecero tutto quello che potevano perché il corpo di Cristo rimanesse dove era posto. Presero ogni precauzione contro i discepoli affinché non praticassero qualsiasi inganno riguardo al corpo di Gesù. Ma la loro azione doveva dare maggiore gloria a Dio. I numerosi tentativi compiuti per impedire la risurrezione di Gesù, avrebbero costituito una grande prova in suo favore. Tutti i loro piani e precauzioni servivano solo a rendere la risurrezione più completa, e per stabilire più pienamente la Sua verità. SDR 163.3