La Storia Della Redenzione

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La confessione di Giuda

Giuda provava rimorso e vergogna per il suo perfido atto di tradi mento. Assistendo alle esplosioni di violenza cui il Salvatore era sottoposto, ne fu sopraffatto. Aveva amato Gesù, ma ancora di più aveva amato il denaro. Non voleva credere che Gesù si sarebbe fatto prendere da quella banda che lui stesso aveva accompagnato. Si aspettava che facesse un miracolo e si liberasse. Ma quando vide la folla infuriata e assetata di sangue nel tribunale, si rese conto della sua colpa, e mentre molti accusavano Gesù con veemenza, corse in mezzo alla folla confessando di aver peccato tradendo un innocente. Propose ai sacerdoti di restituire il denaro che aveva ricevuto e li implorò di liberare Gesù, dichiarando che era innocente. SDR 153.1

Per un attimo i sacerdoti, confusi e afflitti, rimasero in silenzio. Non volevano che le persone sapessero che avevano pagato uno dei discepoli di Gesù per tradirlo e consegnarlo nelle loro mani. Volevano nascondere il fatto di avergli dato la caccia come un ladro e di averlo arrestato in segreto. Ma la confessione di Giuda, la sua apparente colpevolezza e la sua aria smarrita dimostravano alla folla che i sacerdoti avevano messo le mani su Gesù perché erano mossi dall’odio. Giuda, gridando, difendeva l’innocenza di Gesù e i sacerdoti, per tutta risposta, gli dissero: “Che c’importa? Pensaci tu”. Matteo 27:4. SDR 153.2

Avevano Cristo in loro potere ed erano decisi a mantenerlo. Giuda, sopraffatto dall’angoscia, lanciò il denaro, che ora detestava, ai piedi di coloro che lo avevano assoldato, terrorizzato e angosciato, se ne andò e si impiccò. SDR 153.3

Gesù aveva molti simpatizzanti nella folla che lo circondava e il fatto che non rispondesse ad alcuna domanda, sorprese la gente. Nonostante tutte le manifestazioni di derisione e violenza da parte del popolo, il suo volto non espresse nessun turbamento. SDR 153.4

Tutta la sua persona esprimeva dignità e tranquillità. La gente lo guardava con meraviglia. Confrontando il suo atteggiamento equilibrato e il suo comportamento risoluto e decoroso con quello di coloro che lo giudicavano, si rendeva conto che assomigliava più lui a un re di qualsiasi altro dei governanti. Non aveva nessuna delle caratteristiche del criminale. Il suo sguardo era dolce, puro e coraggioso, la sua fronte ampia e alta. Tutti i suoi tratti rivelavano benevolenza e nobili principi. La sua pazienza e la sua sopportazione erano così poco simili a quelle degli uomini, che molti tremavano. Anche Erode e Pilato erano molto turbati davanti al suo comportamento nobile e divino. SDR 154.1