La Storia Della Redenzione

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L’impazienza di Mosè

“Così Mosè ed Aaronne convocarono l'assemblea davanti alla roccia e Mosè disse loro: «Ora ascoltate, o ribelli; dobbiamo far uscire acqua per voi da questa roccia? Poi Mosè alzò la mano, percosse la roccia col suo bastone due volte, e ne uscì acqua in abbondanza; e l'assemblea e il suo bestiame bevvero. Allora l'Eterno disse a Mosè e ad Aaronne: Poiché non avete creduto in me per dare gloria a me agli occhi dei figli d'Israele, voi non introdurrete questa assemblea nel paese che io ho dato loro”. (vv.10-12) SDR 115.1

E qui che Mosè peccò. Essendosi stancato dalla continua ribellione del popolo contro di lui, e per ordine del Signore prese la verga e invece di parlare alla roccia, come Egli aveva comandato, la percosse due volte con la verga, dicendo: “Dobbiamo far uscire acqua per voi da questa roccia? Questa colta, Mosè, avendo perso la pazienza, parlò sconsideratamente. Egli non disse ‘Dio ora vi darà un’altra prova del Suo potere e vi farà uscire l’acqua da questa roccia’. Non attribuì il potere e la gloria a Dio per aver fatto fluire di nuovo l'acqua dalla roccia di selce, e quindi non Lo magnificò davanti al popolo. Per questo suo fallimento, Dio non gli permise di condurre il popolo alla Terra Promessa. SDR 115.2

Questa manifestazione del potere di Dio aveva reso l'occasione di grande solennità, e Mosè e Aronne avrebbero dovuto accoglierla favorevolmente davanti a tutta l’assemblea. Ma Mosè, con impazienza e rabbia a causa dei loro mormorii, disse: “Ora ascoltate, o ribelli; dobbiamo far uscire acqua per voi da questa roccia”? Parlando in questo modo, era come volesse ammettere che il popolo aveva ragione nell’accusarlo di condurli fuori dall’Egitto. Dio aveva perdonato al popolo trasgressioni maggiori, ma non poteva tollerare un peccato di un capo del Suo popolo, o qualsiasi altra guida. Non poteva giustificare il peccato di Mosè e permettergli di entrare nella Terra Promessa. SDR 115.3

Qui, il Signore volle dare al Suo popolo una prova inconfondibile che Colui che aveva operato una liberazione così meravigliosa portandoli dalla schiavitù egiziana, era il potente Angelo e non Mosè. Era l’Angelo a guidare il popolo in tutti i loro viaggi, e di cui parlò in seguente modo: “Ecco, io mando un Angelo davanti a te per vegliare su di te lungo la via, e per farti entrare nel luogo che ho preparato”. Esodo 23:20, 21 SDR 115.4

Il Signore aveva affidato a Mosè l’onere di guidare il Suo popolo, mentre era il potente Angelo che andava davanti in tutti i loro viaggi. Giacché erano sempre pronti a dimenticare che Dio li stava guidando mediante il Suo Angelo, attribuì all’uomo solo i compiti che potevano eseguire, benintesi sempre con il Suo aiuto, Egli gli ha messo in prova per vedere se gli avrebbero obbedito. Eppure, ad ogni prova fallirono. SDR 116.1

Invece di credere e riconoscere la Sua potenza, il Suo amore e le Sue cure, diffidavano di Lui e attribuivano la colpa a Mosè di averlifatti uscire dall’Egitto, accusandolo di essere la causa di tutti i loro disastri. Nonostante tutte le loro lamentele, nonostante la loro ostinazione e quel che è peggio le minacce di lapidarlo, per lungo tempo Mosè sopportò un tale atteggiamento. SDR 116.2