La Storia Della Redenzione
Capitolo 3—Conseguenze Della Ribellione
In mezzo al giardino, vicino all’albero della vita, c’era l’albero della conoscenza del bene e del male, appositamente designato da Dio per essere un segno dell'obbedienza, della fede e dell'amore di Adamo ed Eva verso di Lui. Riferendosi a questo albero, il Signore ordinò ai nostri primi genitori di non mangiarne e di non toccarlo, perché se lo avessero fatto, sarebbero morti. Disse loro che potevano mangiare liberamente di tutti gli alberi del giardino tranne questo, perché se ne avessero mangiato sarebbero sicuramente morti. Quando Adamo ed Eva furono collocati nel bellissimo giardino, avevano tutto ciò che potevano desiderare per la loro felicità. Ma Dio, per realizzare i suoi disegni onnipotenti, avrebbe messo alla prova la loro lealtà prima di poterli considerare eternamente fuori pericolo. Essi avrebbero goduto del Suo favore, ed Egli avrebbe conversato con loro, ed essi con Lui. Tuttavia, non mise il male fuori dalla loro portata. Permise a Satana di tentarli. Se avessero superato la prova, avrebbero goduto del favore perpetuo di Dio e degli angeli del cielo. SDR 13.1
* SDR 13.2
Satana era stupito della sua nuova condizione. La sua felicità era finita. Vide gli angeli che, come lui, erano stati così felici, ma che erano stati cacciati dal cielo con lui. Prima della sua caduta non un'ombra di malcontento aveva guastato la loro perfetta felicità. Ora tutto sembrava cambiato. I volti che avevano riflesso l'immagine del loro Creatore ora mostravano malinconia e disperazione. Tra loro c'erano continue discordie e aspre recriminazioni. Prima della loro ribellione queste cose erano sconosciute in cielo. Satana considerò allora le terribili conseguenze della sua ribellione. Rabbrividiva, e aveva paura di affrontare il futuro e immaginare la fine di tutte queste cose. SDR 13.3
Era arrivata l’ora di intonare canti di gioia e di lode a Dio e al Suo amato Figlio. Una volta Satana aveva diretto il coro celeste. Aveva dato la prima nota; poi tutti gli angeli si erano uniti a lui, e tutto il cielo aveva risuonato accordi gloriosi in onore del Padre e del Suo amato Figlio. Ora, invece di questi dolcissimi accordi, parole d’ira e discordia risuonavano nelle orecchie del grande ribelle. Dov'è Lui ora? Non è forse tutto questo un sogno orribile? È stato cacciato dal cielo? Le sue porte non saranno mai più aperte per lasciarlo entrare? L'ora dell'adorazione è vicina, quando gli angeli santi e splendenti si prostrano davanti al Padre. Mai più il ribelle si unirà al canto celeste. Mai più si inchinerà in riverente e santo timore davanti alla presenza dell’Eterno. SDR 13.4
Se avrebbe potuto tornare indietro come quando era puro, fedele e leale, avrebbe abbandonato volentieri le sue pretese di autorità. Ma era perso, al di là di ogni redenzione, a causa della sua presuntuosa ribellione! E non era tutto; aveva condotto altri alla ribellione e li aveva trascinati nella sua stessa condizione - angeli che non avevano mai pensato di mettere in dubbio la volontà del cielo o di smettere di obbedire alla legge di Dio fino a quando lui non introdusse tali idee nelle loro menti presentando loro la possibilità di godere di beni più grandi e di una libertà più alta e gloriosa. Con questo sofisma li aveva ingannati. Su di lui gravava una responsabilità da cui avrebbe voluto liberarsi. SDR 14.1
Poiché le loro speranze erano state distrutte, questi spiriti divennero turbolenti. Invece di godere di un bene maggiore, stavano sperimentando i tristi risultati della disobbedienza e del mancato rispetto della legge. Questi esseri infelici non sarebbero mai più stati influenzati dalla tenera guida di Gesù Cristo. Mai più sarebbero stati toccati dall'amore profondo e sincero, dalla pace e dalla gioia che la Sua presenza ispirava loro; non si sarebbero mai più uniti a Lui con gioiosa obbedienza e riverente onore. SDR 14.2