La Storia Della Redenzione
Le piaghe
La verga SDR 78.3
Il miracolo della verga che diventa un serpente e il fiume si trasforma in sangue non piegò il duro cuore del Faraone, anzi, il suo odio crebbe ancor di più per gli israeliti. SDR 78.4
Le rane SDR 78.5
Il Signore avrebbe potuto trasformare le rane in polvere in un momento, ma non lo fece. Non voleva che il re e il popolo egiziano attribuissero la fine del flagello a un incantesimo o a una stregoneria simili a quelli compiuti dai maghi. Le rane morte furono ammassate in grandi mucchi. Davanti al sovrano e a tutti gli egiziani vi era una prova che la loro sterile filosofia non poteva confutare; quei prodigi non erano frutto di una magia, ma costituivano un giudizio del Dio del cielo. SDR 78.6
Le zanzare SDR 79.1
Al comando di Dio Aronne stese la mano e in tutto il paese d’Egitto la polvere della terra si trasformò in zanzare. Il faraone chiese ai maghi di fare la stessa cosa, ma essi non vi riuscirono. La superiorità dell’intervento divino era evidente davanti alle imitazioni prodotte da Satana; i maghi stessi riconobbero: “Questo è il dito di Dio”. Esodo 8:19. Ma il sovrano rimaneva ancora impassibile. SDR 79.2
Le mosche SDR 79.3
Poi arrivò la piaga degli sciami di mosche. Non erano mosche tali da infastidirci in modo innocuo in alcune stagioni dell'anno, ma le mosche portate sull'Egitto erano grandi e velenose. Il loro pungiglione era molto doloroso per l'uomo e la bestia. Ma Dio fece in modo che non infestarono la terra degli israeliti. SDR 79.4
La malattia mortale delle bestie SDR 79.5
Seguì allora una calamità ancora più terribile: una malattia mortale colpì tutto il bestiame che si trovava nei campi. Distrusse sia gli animali sacri sia quelli da soma. Era stato predetto che la piaga non avrebbe colpito gli ebrei. Lo stesso faraone, attraverso dei messaggeri inviati presso gli israeliti, volle constatare l’adempiersi della dichiarazione di Mosè. “...Neppure un capo del bestiame degli israeliti era morto...”. Esodo 9:7. Ma il sovrano era ancora irremovibile. SDR 79.6
Le ulceri SDR 79.7
Poi, Dio disse a Mosè di prendere della cenere da una fornace e di spargerla “verso il cielo, sotto gli occhi di Faraone”. Si trattava di un gesto molto significativo: quattrocento anni prima, Dio aveva preannunciato ad Abramo la futura schiavitù del suo popolo servendosi dell’immagine di una fornace fumante e di una lampada ardente. In quella profezia, il Signore aveva dichiarato che gli oppressori d’Israele sarebbero stati più volte puniti, finché non avessero liberato il popolo dalla sua prigionia. Allora gli ebrei sarebbero partiti con grandi ricchezze. SDR 79.8
La grandine SDR 80.1
Il Signore quindi mandò sull'Egitto la piaga della grandine mescolata al fuoco, con lampi e tuoni. Il tempo di ogni pestilenza veniva stabilito prima che arrivasse, in modo che non si potesse dire che fosse accaduto per caso. Il Signore dimostrò agli egiziani che l'intera terra era sotto il comando dell'Iddio degli Ebrei, che tuoni, grandine e tempesta obbediscono alla Sua voce. Faraone, il re orgoglioso che una volta chiese: “Chi è il Signore, che dovrei obbedire alla sua voce?” Si umiliò e disse: “Ho peccato ...: il Signore è giusto, e io e il mio popolo siamo malvagi”. Pregò Mosè di essere il suo intercessore presso Dio, affinché cessassero i tremendi tuoni e i fulmini. SDR 80.2
Le locuste SDR 80.3
Mosè avvertì il sovrano: se non avesse ceduto sarebbe sopraggiunta un’altra piaga; le locuste avrebbero ricoperto il paese, divorando tutto il verde che era rimasto. Esse avrebbero riempito le case, senza risparmiare il palazzo reale. Il flagello avrebbe avuto una violenza tale che “...né i tuoi padri né i padri dei tuoi padri videro mai, dal giorno che furono sulla terra, al dì d’oggi”. Esodo 10:6. SDR 80.4
Le tenebre SDR 80.5
Il popolo egiziano si trovava in una situazione disperata. Le calamità che lo avevano colpito avevano provocato danni irreparabili, che facevano temere per il futuro del paese. Fino a quel momento il popolo aveva adorato il faraone come rappresentante della divinità: i recenti avvenimenti avevano dimostrato che il sovrano d’Egitto si era opposto a un Essere che domina le forze della natura. SDR 80.6
Gli schiavi ebrei, favoriti in maniera così miracolosa, cominciarono a sentire vicina la loro liberazione: i padroni non li opprimevano più come prima. Gli egiziani, pur senza manifestarlo, temevano infatti la ribellione degli israeliti, perché si sarebbero potuti vendicare delle ingiustizie subite. Tutti si chiedevano cosa sarebbe successo il giorno dopo. SDR 80.7
All’improvviso, il paese fu avvolto da un’oscurità così fitta che quasi si poteva “palpare”. Non solo il popolo veniva privato della luce, ma con l’oscurità l’aria era diventata così opprimente da togliere il respiro. “Uno non vedeva l’altro e nessuno si mosse da dove stava per tre giorni, ma tutti i figliuoli d’Israele c’era la luce nelle loro dimore”. Esodo 10:23 SDR 80.8
Gli egiziani adoravano il sole e la luna: quella misteriosa oscurità rappresentava una sconfitta per tutto l’Egitto. Gli egiziani e le loro divinità erano stati umiliati dal Dio che proteggeva gli schiavi. Per quanto fosse terribile, questa punizione dimostrava la misericordia del Signore e come Egli fosse riluttante a condannare quella nazione a una distruzione definitiva. Il nono flagello doveva dare al popolo egiziano il tempo di riflettere e pentirsi, prima che sopraggiungesse l’ultimo castigo, che sarebbe stato il più terribile. SDR 80.9