La Storia Della Redenzione
Preparazione speciale per la leadership
Così, Mosè fu istruito dagli angeli, poiché Dio lo aveva scelto per liberare i figli d'Israele. I capi del popolo di Dio furono informati dagli angeli che il tempo della loro liberazione si stava avvicinando e che Mosè era l'uomo di cui Dio si sarebbe servito per realizzare questo compito. Credevano che i figli d'Israele sarebbero stati liberati attraverso la guerra, e che lui sarebbe stato alla testa dell'esercito ebreo per condurre la battaglia contro gli eserciti d'Egitto e liberare i suoi fratelli dal giogo dell'oppressione. In questa prospettiva, Mosè controllava i suoi affetti per evitare che lo legassero troppo strettamente alla sua madre adottiva e al faraone, ed evitare che questi sentimenti gli impedissero di fare la volontà di Dio. SDR 73.2
Il Signore preservò Mosè dalla corruzione e dalle influenze pagane che lo circondavano. Lui non dimenticò mai gli insegnamenti e i princìpi di verità ricevuti in gioventù dai genitori timorati di Dio. E quando ebbe più bisogno di questa protezione, le lezioni ricevute durante l’infanzia portarono il frutto. Il timore di Dio era sempre davanti a lui, e il suo amore per i fratelli ebrei era così grande, che non avrebbe potuto nasconderlo davanti ai suoi genitori adottivi. SDR 73.3
Quando ebbe quarant'anni, “uscì per andare dai suoi fratelli e li vide lavorare duramente, e vide un egiziano che picchiava un ebreo, uno dei suoi fratelli. Egli guardò di qua e di là e, visto che non c'era nessuno, uccise l'Egiziano e lo nascose poi nella sabbia. Il giorno dopo uscì e vide due ebrei che litigavano e disse a quello che picchiava l'altro: “Perché picchi il tuo compagno? Ed egli rispose: “Chi ti ha fatto principe e giudice su di noi? vuoi uccidere me come hai ucciso l'egiziano? Allora Mosè ebbe paura e disse: “Certamente la cosa è risaputa”. Quando il faraone lo seppe, cercò di uccidere Mosè; ma Mosè fuggì dal faraone e si stabilì nel paese di Madian. Il Signore diresse il suo cammino ed egli trovò una sistemazione nella casa di Jethro, un uomo che adorava Dio. Era un pastore e anche un sacerdote di Madian. Le sue figlie pascolavano il suo bestiame. Ma ben presto le greggi di Jethro furono affidate a Mosè, ed egli sposò una delle figlie di Jethro e rimase a Madian per quarant'anni. SDR 73.4
Assassinando l’egiziano, egli era caduto nello stesso errore dei suoi padri, ossia, cercò di compiere con le proprie mani l’opera che Dio stesso aveva promesso di realizzare. Il Signore non voleva liberare il suo popolo con la forza delle armi, come Mosè aveva pensato, ma attraverso un potente intervento miracoloso, in modo che il merito della liberazione potesse ricadere esclusivamente su di Lui. Dio si servì perfino dell’azione sconsiderata di Mosè per realizzare il Suo progetto. SDR 74.1
Mosè, infatti, non era preparato alla grande missione a cui era stato destinato. Non poteva lasciare bruscamente la corte del re e le comodità che gli venivano concesse come nipote del monarca per svolgere il compito speciale a cui il Signore lo aveva chiamato. Doveva avere l'opportunità di fare esperienza alla scuola dell'avversità e della povertà, e di essere educato in essa. Mentre viveva in esilio, il Signore inviò i suoi angeli per istruirlo soprattutto riguardo al futuro. Lì imparò pienamente le grandi lezioni di autocontrollo e umiltà. Egli pascolava le greggi di Jethro, e mentre svolgeva i suoi umili compiti di pastore, il Signore lo preparò a diventare il pastore spirituale delle Sue pecore, cioè il popolo d'Israele. SDR 74.2
Mentre Mosè conduceva il gregge attraverso il deserto e si avvicinava al monte di Dio, cioè l'Oreb, “l'angelo del Signore gli apparve in una fiamma di fuoco in mezzo a un roveto” Esodo 3:2. Allora il Signore disse: “Ho visto l'afflizione del mio popolo che è in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi oppressori; poiché ho conosciuto la sua afflizione e sono sceso per liberarlo dalla mano degli Egiziani e per farlo uscire da quel paese e condurlo in un paese buono, in un grande paese dove scorre latte e miele. ... vieni dunque ora, ti manderò da Faraone, affinché tu faccia uscire dall'Egitto il mio popolo, i figli d'Israele”. (vv. 7,8) ... SDR 74.3
Era giunto il tempo in cui il Signore avrebbe scambiato il bastone del pastore con la verga di Dio, che avrebbe reso potente per compiere segni e prodigi, per liberare il suo popolo dall'oppressione e per proteggerlo quando fosse stato perseguitato dai suoi nemici. SDR 74.4
Mosè accettò di portare a termine la missione. Prima visitò suo suocero per ottenere il suo consenso a tornare con la sua famiglia in Egitto. Non osava condividere con Jethro il messaggio che aveva per il Faraone, temendo che non sarebbe stato disposto a permettere a sua moglie e ai suoi figli di accompagnarlo in una missione così pericolosa. Ma Jethro disse a Mosè: “Va in pace”. Il Signore lo rinfrancò e placò le sue paure dicendogli: “Vai e torna in Egitto, perché tutti quelli che cercavano la tua morte sono morti”. (v.19) SDR 75.1