La Storia Della Redenzione

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Lutero davanti alla dieta

Finalmente Lutero si trovò alla presenza del concilio. L’imperatore era seduto sul trono, circondato dai più illustri personaggi dell’impero. Mai un uomo si era trovato al cospetto di un’assemblea più imponente di quella davanti alla quale Lutero era stato chiamato a rispondere della sua fede. SDR 247.5

Che un uomo che il papa aveva condannato fosse giudicato da un altro tribunale era praticamente una negazione dell'autorità suprema del pontefice. Al Riformatore, messo al bando e denunciato dal papa dalla fratellanza umana, era stata assicurata la protezione e le è stata concessa un'audizione dai più alti dignitari della nazione. Roma gli aveva comandato di tacere, ma stava per parlare alla presenza di migliaia di persone da tutte le parti della cristianità. SDR 248.1

Quando comparve nuovamente davanti alla Dieta, il suo volto non recava traccia di timore o di imbarazzo. Calmo e tranquillo, con un portamento nobile e dignitoso, egli si alzò come testimone di Dio fra i grandi della terra. L’ufficiale imperiale gli chiese quale fosse la sua decisione e se intendesse ritrattare le sue tesi. Lutero rispose in tono umile e semplice, del tutto privo di violenza o di passione. Il suo contegno era rispettoso e deferente e ispirava una gioia e una fiducia tali che tutti ne furono sorpresi. Quanti avevano ostinatamente rifiutato il messaggio, decisi a non lasciarsi convincere dalla verità, erano furibondi per le parole di Lutero. Quando egli ebbe finito, il portavoce della Dieta disse con voce irata: “Tu non hai risposto alla domanda che ti è stata fatta... Sei invitato, perciò, a dare una risposta chiara e precisa... Ritratti, si o no?” Lutero rispose: “Siccome sua Maestà serenissima e le illustri autorità esigono da me una risposta chiara, semplice e precisa, io la darò ed è questa: io non posso sottomettere la mia fede né al papa, né ai concili, perché è chiaro come la luce che essi si sono spesso sbagliati e contraddetti. Perciò, a meno che io non venga convinto mediante la testimonianza della Scrittura o da un chiaro ragionamento e non sia persuaso mediante i passi da me citati, così che la mia coscienza risulti in sintonia con la Parola di Dio, io non posso, né voglio ritrattare, perché per un cristiano è pericoloso agire contro la propria coscienza. Questa è la mia posizione. Non posso fare diversamente. Dio mi aiuti. Amen”. SDR 248.2

Quell’uomo giusto faceva riferimento alla Parola di Dio. Il suo volto era illuminato da una luce celeste; la grandezza e la purezza del suo carattere, la pace e la gioia del suo cuore erano chiare a tutti, mentre egli parlava contro la potenza dell’errore e testimoniava di quella fede che vince il mondo. Stava fermo come una roccia, mentre i flutti più feroci del potere mondano battevano contro di lui inoffensivi. La forza semplice delle sue parole, la sua impavidità, il suo sguardo sereno ed eloquente, la sua calma e determinazione immutabile, manifestata in ogni parola e gesto, produssero una profonda impressione sull’assemblea. Era evidente che poteva essere indotto, sia con promesse o minacce a sottomettersi agli ordini di Roma. Ma Cristo parlò attraverso la testimonianza di Lutero con una potenza e maestà tali che in quei momenti ispirarono sia i suoi amici che i suoi nemici, a un sentimento di riverenza e ammirazione. SDR 248.3

Vari prìncipi riconobbero la giustizia della causa di Lutero; molti furono convinti della verità ma per alcuni, invece, l’impressione riportata fu di breve durata. Un altro gruppo di persone non espresse subito le proprie convinzioni ma, in un secondo tempo, dopo un attento esame delle Scritture, manifestò con coraggio di sostenere la Riforma. SDR 249.1

L’elettore Federico, che aveva atteso con ansia l’apparizione di Lutero davanti alla Dieta, aveva ascoltato con viva emozione il suo discorso e, con gioia mista a orgoglio, era stato spettatore del coraggio, della franchezza e della padronanza di sé dimostrati dal frate e aveva deciso di schierarsi dalla sua parte. Egli non accettò le altre posizioni, consapevole che la sapienza dei papi, dei re e dei prelati era stata sconfitta dalla potenza della verità. Il papato aveva subìto una sconfitta che avrebbe avuto le sue ripercussioni in tutte le nazioni e in tutti i secoli futuri. SDR 249.2

Se Lutero avesse ceduto su un solo punto, Satana e le sue schiere avrebbero riportato la vittoria. La sua fermezza incrollabile, perciò, fu strumento di emancipazione per la chiesa, punto di partenza per un’era nuova e migliore. L’influsso di quest’uomo, che osava pensare e agire da solo in campo religioso, doveva esercitare il suo influsso sulla chiesa e sul mondo non solo nell’arco della sua vita, ma fino alla fine dei tempi. La sua fermezza e la sua fedeltà sarebbero state fonti di incoraggiamento per tutti coloro che avrebbero dovuto affrontare esperienze simili. La potenza e la maestà di Dio prevalsero sulle opinioni degli uomini e sul potere di Satana. SDR 249.3

Mi fu mostrato che Lutero era un uomo convinto e zelante, coraggioso e sincero nel rimproverare il peccato e nel difendere la verità. Non temeva gli uomini malvagi o i demoni perché sapeva che con lui c’era qualcuno più forte di tutti loro. Ma Lutero a volte rischiava di estremizzare. E Dio chiamò Melantone, che era proprio l’opposto come carattere, per aiutare Lutero a portare avanti l’opera della Riforma. Melantone era timido, timoroso, cauto e aveva una grande pazienza. Era molto amato da Dio. La sua conoscenza delle Scritture era profonda, la sua capacità di giudizio e la sua saggezza eccellenti. Il suo amore per la causa di Dio era come quello di Lutero. SDR 249.4

Il Signore unì gli intenti di questi uomini e diventarono amici inseparabili. Lutero sosteneva Melantone quando egli rischiava di essere eccessivamente cauto e lento, e Melantone a sua volta era di grande aiuto a Lutero quando quest’ultimo era troppo impulsivo. La prudenza di Melantone spesso evitò delle difficoltà che sarebbero sorte se fosse stato lasciato tutto in mano a Lutero, e viceversa l’opera sarebbe stata rallentata se fosse stata affidata solo a Melantone. La scelta di questi due uomini per portare avanti l’opera della Riforma manifestava la saggezza di Dio. SDR 250.1