La Storia Della Redenzione

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Un leader della riforma

Secondo i piani di Dio fu chiamato a recarsi a Roma. Con un recente decreto, il pontefice aveva promesso un’indulgenza a tutti coloro che fossero saliti in ginocchio sulla “scala di Pilato”, scala dalla quale si diceva fosse disceso Gesù uscendo dalla sala del giudizio del procuratore romano e che era stata miracolosamente trasportata da Gerusalemme a Roma. Un giorno Lutero saliva con devozione quei gradini quando improvvisamente gli parve di udire una voce che, simile a tuono, diceva: “...Ma il giusto vivrà per fede!” Romani 1:17. Egli balzò in piedi e se ne andò, pieno di vergogna e di orrore. Quel testo biblico lasciò una traccia indelebile nella sua anima. Da allora egli scorse ancora più chiaramente di prima tutta l’inutilità delle opere umane per ottenere la salvezza e capì l’assoluta necessità di una costante fede nei meriti del Cristo. I suoi occhi si erano aperti e non si sarebbero più chiusi davanti agli inganni del papato. Distaccandosi da Roma, la cancellò anche dal proprio cuore e da quel giorno la frattura si fece sempre più evidente per poi sfociare nella rottura totale di ogni rapporto con la chiesa di Roma. SDR 244.1

Dopo il ritorno da Roma, Lutero conseguì, all’università di Wittenberg, il dottorato in teologia. Ora egli poteva consacrarsi completamente allo studio delle Sacre Scritture che tanto amava. Aveva fatto voto di studiare accuratamente e di predicare fedelmente la Parola di Dio tutti i giorni della sua vita, piuttosto che i dogmi e le dottrine di Roma. Ora non era più semplicemente un monaco o un professore, ma il messaggero autorizzato della Bibbia: si sentiva chiamato a essere pastore del gregge di Dio e a pascerlo. Quel gregge aveva fame e sete di verità. Lutero dichiarò con fermezza che i cristiani non dovevano accettare altra dottrina se non quella che si fonda sull’autorità delle Sacre Scritture. Tale affermazione minava alla base la pretesa supremazia papale e conteneva il principio vitale della Riforma. SDR 244.2

Lutero allora si presentò come difensore della verità. La sua voce risuonò dall’alto del pulpito pronunciando solenni avvertimenti. Egli illustrò al popolo il carattere odioso del peccato e affermò che era impossibile all’uomo riuscire, con le sue opere, a eliminare la propria colpa o a sottrarsi al castigo. Solo il pentimento e la fede in Gesù Cristo avrebbero potuto salvare il peccatore. Egli suggeriva ai fedeli di astenersi dall’acquisto delle indulgenze e li esortava a guardare con fede al Salvatore crocifisso. Narrò la sua dolorosa esperienza personale, la sua inutile ricerca della salvezza tramite l’umiliazione e la penitenza; assicurò agli uditori di avere trovato la pace e la gioia solo rivolgendosi a Gesù e confidando in lui. SDR 244.3

Gli insegnamenti di Lutero richiamarono in tutta la Germania l’attenzione di uomini sensibili e intelligenti. Dai suoi sermoni e dai suoi scritti scaturivano messaggi che risvegliavano e illuminavano migliaia di persone. Una fede vivente sostituiva l’arido formalismo in cui la chiesa era stata tenuta per così tanto tempo. La gente ogni giorno perdeva fiducia nelle superstizioni del papa e crollavano, a una a una, le barriere del pregiudizio. La Parola di Dio, con la quale Lutero affrontava ogni dottrina e ogni pretesa della chiesa, era simile a una spada a due tagli che penetrava nel cuore del popolo. Ovunque si notavano il risveglio e il desiderio di progresso spirituale e si manifestavano fame e sete di giustizia, fenomeni che non si erano più verificati da secoli. La gente, che per tanto tempo si era rivolta a riti umani e a mediatori terreni, ora si volgeva con fede e pentimento al Cristo. SDR 245.1

Gli scritti del riformatore e le sue dottrine si diffondevano in ogni nazione del mondo cristiano. L’opera si propagava in Olanda e in Svizzera. Copie dei suoi scritti raggiunsero la Francia e la Spagna. In Inghilterra, i suoi insegnamenti furono accolti come parole di vita. Il messaggio si diffuse anche in Belgio e in Italia. Migliaia di persone si scuotevano dal loro torpore mortale e aprivano gli occhi alla gioia e alla speranza di una vita di fede. SDR 245.2